Botta e risposta oggi tra WWF e Pietro Ciucci, amministratore delegato della “Stretto di Messina”, in merito al progetto del Ponte sullo Stretto e al suo impatto ambientale. Il Ponte sullo Stretto, con le sue strutture, i suoi cavi, pendini e impalcati, occuperà uno spazio aereo pari a 70.000 metri quadrati: “una enorme barriera sulla rotta delle 327 specie censite sullo Stretto“. È quanto scrive il WWF in una lettera ai senatori proprio mentre al Senato si discute del Dl Infrastrutture che, tra l’altro, prevede la possibilità di cantierizzare per fasi costruttive separate il progetto, dopo l’approvazione alla Camera.
Il WWF Italia ha scritto a tutti i senatori richiamando le problematiche già evidenziate alla Camera in ordine “alla procedura seguita, all’incertezza sulla realizzabilità dell’opera, alla mancata conclusione della Valutazione di Impatto Ambientale (Via). In più, l’Associazione ha posto in risalto i pesantissimi impatti che il progetto avrà su natura, biodiversità, specie ed ecosistemi”. “I voti di fiducia con cui il Governo intende saltare il confronto tecnico-scientifico, oltre che economico, sull’opera – è il messaggio del WWF – non permetteranno comunque di saltare anche i contenziosi che la procedura fin qui seguita, e che evidentemente si intende continuare a seguire, provocherà in sede nazionale ed europea”.
“Lo Stretto di Messina – avverte il WWF – è considerato tra i 28 siti di rotte migratorie più importanti del mondo ed è per questo che è sottoposto ad una serie di vincoli previsti dalla normativa comunitaria recepita a livello nazionale. A seguito del rischio di una condanna dell’Italia dopo la ‘Messa in mora complementare alla Procedura di infrazione n. 2015/2163’, recependo le sollecitazioni dell’Unione Europea e del Ministero dell’Ambiente, lo scorso anno sono state approvate le ‘Misure di conservazione’ delle aree d’interesse comunitario dello Stretto di Messina. Tali misure, incredibilmente, non sono state però prese a riferimento nel progetto del Ponte depositato in Commissione Via disattendendo così, ancora una volta, la normativa comunitaria in materia che il governo italiano ha il dovere di rispettare”.
Nella sua nota ai senatori, il WWF Italia ha ricordato come “un flusso migratorio non si possa spostare e come, evidentemente, i problemi dell’opera nascano anche dal non voler riconoscere il valore straordinario del sito. In primavera, prima di giungere sullo Stretto di Messina la maggior parte dei migratori deve attraversare non meno di 2700km di deserto (Sahara e Sahel) e non meno di 140km di superficie marina (tratto più breve tra l’Africa e il continente europeo, Capo Bon-Trapani), entrambi ambienti fortemente ostili per gli uccelli terrestri”.
“Il Ponte, con le sue strutture, i suoi cavi, pendini e impalcati, occuperà uno spazio aereo pari a 70.000 mq: una enorme barriera sulla rotta delle 327 specie censite sullo Stretto (comprese quelle accidentali). L’opera, se mai dovesse essere realizzata, provocherebbe certamente un numero infinito di morti dirette per collisioni, non mitigabili, né compensabili, su migratori diurni e notturni, oltre ad un numero altrettanto ampio di morti indirette a causa delle luci, della distorsione ottica e della perdita di orientamento, poiché le rotte sono subordinate alle condizioni meteorologiche dell’area attraversata e alle condizioni fisiche di ciascun esemplare in transito“, rimarca l’associazione.
I dati raccolti dal WWF (e non solo) con i censimenti svolti da 40 anni in occasione dei campi primaverili antibracconaggio documentano come, “non solo lo Stretto di Messina sia utilizzato da oltre 50mila rapaci e centinaia di cicogne, ma sia anche la rotta più importante al mondo in primavera per ben 3 specie: Grillaio (Falco naumanni), Lodolaio (Falco subbuteo) e Albanella pallida (Circus macrourus). Inoltre, l’analisi sul rinvenimento di individui inanellati dimostra come lo Stretto sia fondamentale anche per numerose specie appartenenti a molti Paesi del centro, del nord e dell’est d’Europa”. “Viene da chiedersi come possa il Parlamento decidere di compromettere una delle rotte migratorie più importanti al mondo, prima ancora che la Commissione nazionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale, organo istituzionalmente preposto e di nomina governativa, abbia fornito in modo definitivo il proprio parere sull’opera – prosegue il WWF – I voti di fiducia con cui il governo intende saltare il confronto tecnico-scientifico, oltre che economico, sull’opera non permetteranno comunque di saltare anche i contenziosi che la procedura fin qui seguita e che evidentemente si intende continuare a seguire provocherà in sede nazionale ed europea”.
“Alla compromissione delle rotte migratorie, si aggiungono gravi impatti anche sulle nidificazioni delle tartarughe marine – conclude il WWF – Eventi che il progetto Ponte renderebbe impossibili, sia per alterazione dei luoghi, delle condizioni naturali, sia per effetto devastante delle luci che altererebbero completamente la riproduzione, la schiusa e il percorso delle tartarughine verso il mare”.
La risposta di Pietro Ciucci
La società Stretto di Messina risponde ulteriormente alle osservazioni sollevate oggi dal WWF. L’AD della società, Pietro Ciucci, ribadisce: “il decreto legge 89, in fase di conversione oggi al Senato, apporta alcuni perfezionamenti sulle procedure già in atto, con l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi. Stretto di Messina sta portando avanti l’aggiornamento progettuale e l’iter autorizzativo nel pieno rispetto della normativa, compreso l’aggiornamento degli studi ambientali (VIA; VIncA, relazione paesaggistica, verifica preventiva interesse archeologico), e nessuna attività lavorativa potrà essere avviata senza la preventiva approvazione del CIPESS, con tutti i pareri ambientali previsti”.
“Come già comunicato, entro il 12 settembre Stretto di Messina provvederà ad inviare le integrazioni richieste alle commissioni Via-Vas del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Soltanto successivamente, e comunque entro il 31 dicembre, avrà luogo l’esame da parte del Cipess ai fini dell’approvazione del progetto definitivo”.
Stretto di Messina ha, da sempre, mostrato grande attenzione nei confronti dell’ambiente: “un monitoraggio ambientale ante operam, durante i lavori e post operam, – ha continuato Ciucci – è stato previsto sin dalle prime fasi progettuali, con particolare attenzione ad atmosfera, ambiente marino, acque superficiali e acque sotterranee, suolo e sottosuolo, flora e fauna, ecosistemi, rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, paesaggio, stato Fisico dei Luoghi e viabilità dei cantieri, ambiente sociale. La società conosce l’importanza strategica delle rotte migratorie sullo Stretto di Messina e ha ripreso ormai da mesi il monitoraggio, mediante utilizzo di radar orizzontali e verticali che consentono la localizzazione dei volatili, registrando l’altitudine del loro passaggio. Tali studi, i cui esiti saranno resi pubblici, hanno ulteriormente confermato che solo una parte delle rotte migratorie interessa l’area in cui sarà realizzato il ponte e che tali rotte sono ubicate prevalentemente ad altitudini superiori a quelle delle strutture dell’opera”.