Ponte sullo Stretto, tutti gli studi in galleria del vento: resisterà anche a un Uragano come Katrina

Ponte sullo Stretto, gli studi aerodinamici su 11 modelli sono stati realizzati in 7 diversi laboratori di galleria del vento tra più importanti e specializzati al mondo: Canada, Danimarca, Germania, Italia e Regno Unito
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MeteoWeb

L’Uragano Katrina (agosto 2005) è stato uno dei più grandi disastri meteorologici della storia: ha provocato 1.836 morti e devastazioni imponenti negli Stati Uniti d’America, con danni per oltre 125 miliardi di dollari dell’epoca. E’ stata una delle tempeste meteorologiche più violente e calamitose della storia, con proporzioni catastrofiche, ed anche la più controllata e monitorata dal punto di vista scientifico con strumenti tecnologici che in precedenza non esistevano. Per questo motivo, le stime sulla violenza dell’uragano Katrina sono le più attendibili in assoluto della storia della meteorologia.

Ebbene, in base a questi dati scientifici, la massima velocità del vento raggiunta dall’uragano Katrina è stata di 280km/h. Un dato pazzesco che non ha precedenti in altre tempeste meteorologiche sulla Terra, tantomeno nel Mediterraneo dove questi eventi sono assolutamente inimmaginabili: non ci sono mai stati e mai ci saranno. I Medicane, gli uragani Mediterranei, non hanno mai raggiunto questo tipo di violenza al punto che i più forti mai misurati non hanno mai superato la 2ª categoria sulla scala Saffir-Simpson, quindi non hanno mai superato venti di 177km/h. Oltre 100km/h in meno rispetto all’uragano Katrina di fine agosto 2005 nel golfo del Messico.

Il Ponte sullo Stretto e l’uragano Katrina

Questi dati sono molto utili per comprendere quanto sia straordinario il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, che è costruito per rimanere in piedi anche qualora sorgesse nel cuore di un oceano, esposto alle più violente tempeste tropicali mai verificate sulla Terra. Lo ha già spiegato il prof. Giorgio Diana, Direttore del CIRIVE (Centro di Ricerca per l’Ingegneria del Vento) e Vice-Presidente della Fondazione Politecnico di Milano, massimo esperto mondiale di Ingegneria del Vento: il Ponte sullo Stretto di Messina rimarrebbe in piedi anche qualora sorgesse nell’Atlantico o nel Pacifico durante un uragano come Katrina, perchè tutte le prove in galleria del vento hanno dimostrato che resiste a venti superiori ai 300km/h.

I venti dello Stretto di Messina

Molto più modesto – per fortuna soprattutto di chi abita nella zona – è il vento che si può verificare nello Stretto di Messina, che è pure una delle aree più ventose d’Italia ma non ha mai raggiunto picchi paragonabili a quelli dei grandi uragani oceanici. Mai, neanche durante le sciroccate più violente, le tempeste di tramontana o il transito dei Medicane sullo Stretto, il vento ha superato i 140km/h nella storia. Eppure lo Stretto di Messina è una delle zone più monitorate al mondo, con stazioni meteorologiche e archivi ufficiali presenti da circa due secoli.

A questi rilevamenti ha contribuito notevolmente proprio la progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina, con l’installazione di stazioni meteorologiche professionali a varie altitudini sul pilone ex Enel di Torre Faro e in altre località dello Stretto, ha monitorato per decenni tutti i parametri meteorologici della zona in cui sorgerà il Ponte. La massima velocità registrata è stata di 128km/h, raggiunta il 24 novembre 1991 alle ore 6:10 del mattino.

Il progetto del Ponte sullo Stretto e la resistenza ai venti

Il Ponte sullo Stretto è definibile come “disegnato dal vento” grazie alle caratteristiche aerodinamiche del profilo alare: è stato progettato per resistere a venti molto superiori rispetto a quelli registrati nello Stretto, proprio per garantire la massima sicurezza a lungo termine. Gli anni di studi in galleria del vento hanno permesso di portare il comfort di attraversamento e la stabilità a livelli ottimali. Il profilo alare, inoltre, grazie alle verifiche effettuate in galleria del vento, consente un regolare svolgimento del traffico anche in presenza di forte vento: il Ponte sullo Stretto potrà così rimanere aperto al transito di treni e auto 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno.

L’impalcato aerodinamico di “terza generazione” consente di mantenere la struttura stabile fino a velocità del vento di 270 km/h. Gli studi aerodinamici su 11 modelli sono stati realizzati in 7 diversi laboratori di galleria del vento, tra più importanti e specializzati al mondo: Canada, Danimarca, Germania, Italia, Regno Unito. I dettagli:

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Le immagini dei test nella fotogallery scorrevole a corredo dell’articolo.

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In base ai dati emersi da questi studi di altissimo livello scientifico, è previsto che il Ponte sullo Stretto non solo resista ad ogni tipo di avversità meteorologica possibile e immaginabile, ma addirittura che rimanga aperto 365 giorni l’anno 24 ore al giorno. La chiusura del ponte non è prevista, infatti, se non per eventi eccezionali e rarissimi. Nel dettaglio, il progetto definitivo aggiornato prevede che la chiusura al traffico del ponte sarà disposta soltanto in caso di velocità media del vento superiore a 169km/h che è una velocità che può statisticamente attendersi nello Stretto una volta ogni 200 anni e soltanto per pochi minuti.

Altri provvedimenti minori, cioè prescrizioni sulla velocità massima dei veicoli telonati (come avviene nelle medesime condizioni sulle autostrade che conducono al ponte), verranno adottati con velocità del vento superiore a 90km/h, che si possono verificare con cadenza annuale, in media meno di un’ora ogni anno. In sostanza, il Ponte non verrà mai danneggiato dal vento e non chiuderà mai al traffico, se non in casi rarissimi ed estremi (Medicane senza precedenti o raffiche mai documentate prima). Anche in questo caso, il Ponte chiuderebbe al traffico soltanto durante il culmine della tempesta, senza subire alcun tipo di danno e riaprendo alla normalità dopo pochi minuti, come accade già oggi (in realtà con venti molto minori) a molti tratti di strada e ferrovia che vengono colpiti da vento, frane e cadute di rami e alberi ogni qualvolta si verificano ondate di maltempo. Ma nessuno sostiene che per queste brevi interruzioni, quella strada, quella ferrovia o quel ponte non si sarebbero dovuti costruire.

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