Il 5 agosto i satelliti in orbita terrestre hanno rilevato 2 potenti brillamenti di classe X prodotti dal Sole in meno di 2 ore, dimostrando ancora una volta l’immensa potenza della nostra stella. Il primo brillamento, classificato come X1.7, è stato generato dalla macchia solare AR3767 vicino al lembo occidentale del Sole. Questo evento ha raggiunto il suo picco intorno alle 15:40 ora italiana. Poco meno di 2 ore dopo, la macchia solare AR3780, situata vicino al lembo orientale, ha prodotto un brillamento di classe X1.1, il cui picco è stato registrato alle 17:27 ora italiana.
Secondo il sito specializzato SpaceWeather.com, si sono verificati blackout radio a onde corte sull’Oceano Atlantico e nelle Americhe a causa dei brillamenti.
Il Sole, i brillamenti, le CME
I brillamenti solari di classe X sono i più potenti tra quelli che il Sole può generare. Questi eventi sono spesso accompagnati da grandi eruzioni di plasma solare chiamate espulsioni di massa coronale (CME), che possono causare tempeste geomagnetiche se colpiscono la Terra. Tali tempeste possono avere conseguenze negative, con ripercussioni sulle reti elettriche, ma possono anche intensificare le aurore boreali, rendendo questi spettacoli più visibili e estendendoli a latitudini più basse del solito.
Proprio durante lo scorso fine settimana, una tempesta geomagnetica classe G3 (forte) ha portato le aurore boreali lungo alcune parti della costa occidentale degli Stati Uniti.
L’attività solare
Lo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA ha comunicato su X che, fino a metà settimana, è prevista la persistenza dell’attività dei brillamenti da 3 macchie solari attive – AR3772, AR374 e AR3780 – mentre si muovono attraverso il disco solare, rimanendo visibili dalla nostra prospettiva terrestre.
Anche tempeste geomagnetiche di bassa intensità restano possibili, ma ciò potrebbe cambiare a seconda della forza dei futuri brillamenti solari e se alcune espulsioni di massa coronale saranno dirette verso la Terra. Gli scienziati dello SWPC monitorano attentamente queste attività per prevedere e mitigare eventuali impatti sulle tecnologie e infrastrutture terrestri.