Tanzania: fondazione Capellino lancia ambizioso progetto di corridoio ecologico per elefanti e sostenibilità

L'idea del progetto nasce dall'invito dell'associazione tanzaniana STEP a partecipare alla realizzazione di un corridoio ecologico in Tanzania.
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Durante il sopralluogo Fondazione Capellino si è accorta che l’area necessitava di un intervento paesaggistico di più ampio respiro.
Come garantire che il percorso di sviluppo della popolazione che vive nell’area possa svolgersi in armonia con la natura circostante? Fondazione Capellino ha presentato così una proposta di progetto multidimensionale con strategia olistica a lungo termine.

Gli obiettivi del progetto

Il progetto mira a sviluppare una strategia olistica di protezione del paesaggio a lungo termine ai piedi dei monti Udzungwa, nella valle del Kilombero in Tanzania. Nell’ambito di questa strategia integrata, il piano agisce su più fronti:

–    Fase 1 il ripristino della connettività ecologica colpita dalle pressioni antropiche e dall’agricoltura intensiva, attraverso la creazione del Kilombero Elephant Corridor (KEC). Il corridoio collega il Parco Nazionale di Nyerere (Selous) al Parco Nazionale dei Monti Udzungwa, consentendo agli elefanti di pianura e di montagna dei due parchi di transitare dall’uno all’altro senza interferire con gli esseri umani.
Fondazione Capellino opera al fianco di una ONG locale nella realizzazione del corridoio ecologico di 13 km e garantisce le attività di monitoraggio, anche assegnando due borse di studio a un’Università locale per un progetto di ricerca.

–    Fase 2 la strategia olistica di protezione del paesaggio a lungo termine attraverso soluzioni di economia circolare, per migliorare in modo sostenibile la qualità della vita delle comunità locali che, in cambio, si occuperanno della protezione costante del corridoio, per la sicurezza degli elefanti e delle altre specie selvatiche della valle. Svariate azioni possono essere realizzate sul territorio con un pool di partner: una nuova fabbrica che produca mattoni realizzati con gli scarti della canna da zucchero e del riso; una centrale fotovoltaica che offra energie rinnovabili al corridoio e ai villaggi limitrofi, per un abbandono definitivo delle fonti fossili; dei fornelli a energia solare che sostituiscano carbone e legna nella preparazione del cibo. Inoltre, gli agricoltori possono essere supportati nello sviluppo di pratiche di agricoltura biodiversa, garantendo l’indipendenza alle comunità locali a basso reddito, in parallelo con programmi di emancipazione femminile e di educazione per il contenimento della popolazione, riducendo l’impatto degli esseri umani sulla natura.

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