Alessandro Amato, importante Dirigente di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha commentato su Facebook il forte terremoto che ieri sera ha colpito la penisola della Kamčatka, nell’estremo oriente della Russia, evidenziando come la scossa abbia “generato un’allerta tsunami locale nel Pacifico nord-ovest (Russia, Giappone). L’allerta è poi rientrata, i dati dei mareografi e delle boe DART non hanno registrato anomalie significative. Una di questa ha mostrato un segnale “anomalo” di 2.5 millimetri (!) dopo il quale il PTWC (Pacific Tsunami Warning Center) ha cancellato l’allerta“.
Amato ha poi aggiunto che “noi del CAT (Centro Allerta Tsunami italiano) abbiamo come sempre seguito l’allerta: il primo messaggio è stato inviato alle 21:18 (in Italia), 8 minuti dopo il terremoto. È seguita l’analisi in tempo reale dei dati del livello del mare e la cancellazione dell’allerta alle 00:19 di oggi. Interessante notare come i sistemi DART in profondità acquisiscano normalmente un dato ogni 15 minuti (valori di pressione, quindi di altezza della colonna d’acqua), mentre in caso di evento il campionamento diventi 1 dato al minuto, allo scopo di definire bene l’eventuale tsunami. Il periodo di questi è infatti tipicamente di 10-30 minuti. Questo viene fatto per risparmiare la corrente delle batterie di fondo mare, necessarie per trasmettere i dati alla boa di superficie. Nel 2025 anche il Mediterraneo vedrà finalmente l’installazione delle prime due boe di questo tipo. Verranno installate nel Mar Ionio. Ulteriori dettagli nei prossimi mesi!”