Terremoto, le sequenze della Calabria ionica dal 2020 al 2024 e la pericolosità dell’area

Gli esperti degli INGV ripercorrono le sequenze sismiche che hanno interessato negli ultimi anni la Calabria ionica dopo il sisma di magnitudo 5 dell'1 agosto
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In un articolo pubblicato sul blog INGVterremoti, a cura di M.G. Ciaccio, L. Margheriti, C. Chiarabba e C. Doglioni con il contributo del GdL INGVterremoti, vengono ripercorse le sequenze sismiche che sono avvenute nella Calabria ionica dal 2020 al 2024, dopo la forte scossa di magnitudo 5 avvenuta nella stessa zona lo scorso 1 agosto. “Il giorno 1 agosto alle ore 21:43 italiane si è verificato un terremoto di magnitudo 5.0 avvertito ampiamente in tutta la Calabria ed oltre. L’ipocentro del terremoto è stato localizzato 4 km a SW di Pietrapaola (CS) ad una profondità di 24 km. Il 12 agosto due scosse di magnitudo 3.7 e 3.8 si sono verificate alle ore 15:22 e alle ore 15:31 italiane a circa 4 km dal comune di Cirò (Kr) ad una profondità di circa 25 km”, scrivono gli esperti. “In quest’area erano avvenuti due terremoti di magnitudo Mw 4.0 il 24 maggio e il 29 maggio 2024, rispettivamente ad una profondità di 26 e 25 km. Le due aree che si sono attivate in questi giorni distano tra loro circa 15 chilometri e delineano due strutture diverse appartenenti però allo stesso contesto geodinamico della subduzione della placca Ionica sotto l’Arco Calabro”.

Figura 1 – Sismicità dal 2020 al 2024: le stelle indicano gli eventi di magnitudo maggiore; i pallini in giallo indicano gli eventi sismici di Pietrapaola, agosto 2024; in azzurro, quelli della zona di Carfizzi (KR), agosto 2024; in blu, quelli della zona di Carfizzi (KR), maggio 2024; in arancio, quelli della zona di Cirò marina, 2020; in verde quelli della zona di Crotone, 2020; in nero, alcuni sciami del 2021. Col triangolo rosso è indicato il centro della sezione orientata con azimut 150° (NW-SE). I meccanismi focali in azzurro sono i TDMT (Scognamiglio et al., 2006); in nero quelli ottenuti con le prime polarità (https://bsi.ingv.it/it/terremoti-35). Sono riportati, come quadrati neri, anche i due terremoti storici più forti avvenuti in questa area estratti dal Catalogo CPTI15.

Sequenze sismiche negli anni passati

Gli esperti degli INGV ripercorrono le altre sequenze sismiche che hanno interessato negli ultimi anni la Calabria ionica. “Nella mappa e nella sezione in Figura 1 sono riportate le sequenze sismiche che dal 2020 hanno interessato l’area (database ISIDe, 2007). Sono inoltre riportati i TDMT (in azzurro, Time Domain Moment Tensor, Scognamiglio et al., 2006)) e i meccanismi focali calcolati con le prime polarità (in nero, https://bsi.ingv.it/it/terremoti-35; Ciaccio et al., 2022) per gli eventi sismici con magnitudo M>3.0. Nel corso del 2020, sono stati registrati dalla Rete Sismica Nazionale circa 200 terremoti lungo l’area della costa ionica calabrese, nei pressi delle città di Crotone (verdi in mappa) e Cirò marina (arancioni in mappa). Questi eventi si sono verificati come sequenze sismiche con scossa principale di magnitudo massima Mw 4.0 il 3 aprile 2020 e altri 9 terremoti con magnitudo M≥3.0 (Tabella 2); le profondità di questi terremoti variano tra i 17 e i 22 km“, scrivono gli esperti.

Tabella 2. Terremoti con magnitudo M≥3.0 avvenuti nel 2020 lungo la costa ionica (ISIDe, https://terremoti.ingv.it/iside)

Nel giugno del 2021 sono stati registrati altri due sciami a ridosso della costa ionica: un primo sciame nella zona di Carfizzi (KR) durante il quale sono stati registrati circa 30 eventi sismici con magnitudo comprese tra Ml 0.5 e Ml 2.3, e un secondo sciame, a circa 15 km a SW di Pietrapaola (CS), con circa 15 terremoti di magnitudo massima Ml 3.5 (indicati in mappa con i pallini neri). La zona intorno a Crotone è stata interessata da sismicità di bassa intensità nel 2022 e nel 2023 con eventi sismici di magnitudo fino a Mw 3.5 avvenuto il giorno 8 maggio 2023.

Si può osservare come la ​​sismicità costiera sia allineata lungo una direzione circa ENE-WSW, quasi perpendicolare alla costa, localizzata tra 13 e 20 km di profondità nei pressi di Cirò Marina, e tra 18 e 24 km di profondità attorno alla città di Crotone. I terremoti più forti sono associati principalmente a meccanismi di faglia trascorrenti destrorsi con componenti oblique o meccanismi compressivi.

Gli eventi sismici della zona di Carfizzi (indicati in mappa con i pallini blu e azzurri) sono localizzati in prosecuzione verso SW della sismicità di Cirò (eventi indicati in mappa con i pallini arancioni), ma ad una maggiore profondità. In generale, si può osservare come gli eventi sismici siano meno profondi spostandosi da Pietrapaola (indicati in mappa e sezione con i pallini gialli) verso Crotone (pallini verdi)”, spiegano ancora gli esperti.

Terremoti nella storia

“Nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15, eventi sismici di magnitudo elevata non sono presenti nell’area offshore”, viene spiegato.

Figura 2 – Sismicità storica dell’area estratta dal Catalogo CPTI15.

“I terremoti più forti in questa parte della Calabria sono quelli localizzati nell’immediato entroterra (Figura 2): il terremoto dell’8 giugno 1638 di magnitudo stimata Mw 6.8 (intensità X grado MCS), quello dell’8 marzo 1832 di magnitudo stimata Mw 6.7 (intensità X grado MCS) e l’evento del 25 aprile 1836 di magnitudo stimata pari a 6.2 che ha provocato danni in molte località fino al X grado della scala MCS. Terremoti storici anche meno forti hanno comunque causato danni in questa area come si evince guardando la storia sismica di Crotone (Figura 3)”, si legge ancora nell’articolo.

Figura 3 – Storia sismica di Crotone estratta dal Database Macrosismico Italiano (DBMI15).

Il contesto tettonico

“Le sequenze di agosto 2024 attivano strutture al di sotto dei 20 km di profondità”, scrivono gli esperti INGV. “In questa regione la placca ionica scende in subduzione al di sotto dell’Arco Calabro, come mostra lo sketch tettonico di Figura 4″.

Figura 4 – Sketch tettonico che mostra la struttura profonda della Calabria, con la placca ionica che si infila sotto l’Arco Calabro. I terremoti di agosto 2024 sono avvenuti a profondità maggiori di 20 km all’interno della placca ionica in subduzione (modificata da Galli e Bosi, 2003).

Pericolosità sismica e sensibilizzazione della popolazione al rischio

“La zona interessata da queste sequenze sismiche è caratterizzata da pericolosità sismica alta, come testimoniato dalla Mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale (MPS04) e dai forti terremoti avvenuti in passato”, affermano gli esperti.

In questi contesti il livello di attenzione da porsi rispetto al rischio sismico è doverosamente sempre molto alto, commisurato alla conoscenza della vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture presenti. L’avvenimento di una o più sequenze sismiche con ripetuti terremoti di magnitudo 4+ o 5+ purtroppo in termini predittivi non ci fornisce elementi utili a fornire allerte specifiche: sappiamo che quando si verifica un terremoto ne seguiranno altri; c’è sempre una piccola possibilità che ne segua uno più grande; tuttavia lo scenario più probabile è che ci saranno una serie di scosse più piccole che si attenueranno con il tempo.

Dato l’ipocentro piuttosto profondo dei terremoti, molte delle scosse registrate in questi giorni non sono state avvertite dalle persone ma sono state, e continuano a essere, registrate dai nostri sismometri.

In questi momenti in cui l’attenzione e la sensibilità della popolazione è alta, poiché sono state avvertite delle scosse, è fondamentale mantenere l’attenzione ed approfondire il livello di conoscenze sulla vulnerabilità locale, prepararsi e conoscere le regole su come comportarsi in caso di terremoto”, concludono gli esperti INGV.

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