Scoperto un campo invisibile che spinge le particelle della Terra nello Spazio

Una delle implicazioni più affascinanti di questa scoperta riguarda il cosiddetto "vento polare
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Un team di scienziati ha fatto una scoperta sorprendente: un campo elettrostatico invisibile, che avvolge la Terra, gioca un ruolo cruciale nell’espulsione degli ioni nello spazio. Questo campo, chiamato “campo elettrostatico ambipolare“, potrebbe essere la chiave per comprendere come la nostra ionosfera interagisce con lo spazio.

Negli ultimi anni, gli scienziati hanno sempre più compreso che la Terra è molto più di una semplice sfera di roccia nello spazio. È avvolta da un complesso scudo magnetico, la magnetosfera, che protegge il nostro pianeta dalle particelle cariche del vento solare. Ma come si comportano gli ioni — atomi carichi di energia provenienti dalla ionosfera terrestre — quando si avventurano oltre questa barriera invisibile? Fino a poco tempo fa, la risposta a questa domanda non era del tutto chiara.

Un nuovo studio, guidato dal dottor Glyn A. Collinson della NASA e da un gruppo di scienziati internazionali, ha gettato luce su questo mistero. Le loro ricerche suggeriscono che un campo elettrostatico globale, generato dalla pressione degli elettroni ionosferici, potrebbe essere responsabile dell’espulsione degli ioni nello spazio. Questa scoperta cambia radicalmente il modo in cui comprendiamo il flusso di particelle dalla Terra verso l’esterno.

Che cos’è il campo elettrostatico ambipolare?

Il termine “campo elettrostatico ambipolare” potrebbe sembrare complicato, ma l’idea di base è piuttosto semplice. Immagina che la Terra sia circondata da uno strato di particelle cariche, chiamate elettroni, che si trovano nella ionosfera, a circa 250-800 km sopra la superficie. Questi elettroni creano una sorta di “pressione” che spinge gli ioni — particelle cariche positivamente — verso l’alto e fuori dall’atmosfera terrestre. Questo campo elettrostatico, sebbene estremamente debole, è abbastanza forte da influenzare il movimento degli ioni.

Scoperte sorprendenti dallo Spazio

Utilizzando i dati raccolti dalla Missione Endurance, un ambizioso progetto scientifico internazionale, il team di ricerca ha misurato una differenza di potenziale di +0,55 V tra altitudini di 250 km e 768 km. Questo potenziale è attribuito al campo elettrostatico ambipolare, che sembra essere generato esclusivamente dalla pressione verso l’esterno degli elettroni ionosferici. Ma cosa significa tutto questo?

In parole povere, gli scienziati hanno scoperto che questo campo elettrostatico aumenta l’estensione dell’ionosfera, permettendo a una maggiore quantità di ioni freddi, come O⁺, di raggiungere la magnetosfera. In numeri, si parla di un aumento dell’apporto di questi ioni di oltre il 3800%. Un risultato sorprendente, che mette in discussione le teorie precedenti che attribuivano principalmente alle interazioni onda-particella il compito di riscaldare e accelerare questi ioni.

Un vento polare di ioni

Una delle implicazioni più affascinanti di questa scoperta riguarda il cosiddetto “vento polare“, un flusso di ioni H⁺ supersuonici freddi che si muovono verso l’alto dalla ionosfera polare. Fino ad ora, si pensava che fosse necessario un riscaldamento da parte delle onde elettromagnetiche per spingere questi ioni verso l’alto. Ma i dati suggeriscono che il campo elettrostatico ambipolare è sufficientemente forte da guidare da solo questo flusso di particelle, senza bisogno di altri meccanismi.

Il futuro della ricerca spaziale

La scoperta del campo elettrostatico ambipolare come principale responsabile dell’uscita degli ioni nello spazio ha implicazioni significative per la nostra comprensione della magnetosfera e delle interazioni Terra-spazio. Questo campo non solo contribuisce all’apporto di ioni nella magnetosfera, ma potrebbe anche influenzare la formazione delle aurore boreali e il comportamento delle tempeste geomagnetiche.

Gli scienziati ritengono che questa scoperta potrebbe aprire nuove strade per la ricerca, aiutando a migliorare i modelli che prevedono come la Terra interagisce con l’ambiente spaziale. Questo è particolarmente importante per le missioni spaziali, in quanto le tempeste geomagnetiche possono influenzare i satelliti e le comunicazioni sulla Terra.

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