Allarme clima: oltre il limite di +1.5°C, il destino delle città costiere appeso a un filo

Cosa accadrebbe se la soglia di 1,5°C venisse superata? Dovremmo considerare la lotta contro il cambiamento climatico ormai persa?
MeteoWeb

La soglia di riscaldamento di 1,5°C, stabilita dall’Accordo di Parigi del 2015, rappresenta un obiettivo essenziale per limitare gli impatti devastanti del cambiamento climatico. Questa cifra non è un limite arbitrario, ma piuttosto una barriera critica per prevenire gli effetti più catastrofici dell’aumento delle temperature globali. Tuttavia, quanto siamo realmente vicini a superare questo valore? Sebbene il superamento non sia ancora inevitabile, il tempo per agire e prevenire questa situazione si sta rapidamente riducendo.

Secondo il Copernicus Climate Change Service, il 2023 ha visto un aumento della temperatura media globale di 1,48°C rispetto ai livelli preindustriali (definiti come quelli registrati tra il 1850 e il 1900). Altri enti, come la NASA, stimano un aumento leggermente più contenuto, attorno a 1,4 °C. Sebbene vi siano differenze minime tra queste stime, il quadro generale è chiaro: il pianeta è pericolosamente vicino a raggiungere la soglia critica di 1,5°C. Gli esperti suggeriscono che tale limite potrebbe essere superato già nel prossimo decennio, rendendo ancora più complessa la sfida di mantenere l’aumento della temperatura globale entro livelli considerati sicuri. Superare la soglia di 1,5°C non sarebbe un evento isolato, ma segnerebbe probabilmente l’inizio di un continuo e ulteriore riscaldamento.

Uno studio pubblicato nel novembre 2023 ha analizzato i progressi dei governi nella riduzione delle emissioni di gas serra, arrivando alla conclusione che, sulla base degli impegni attuali, la temperatura globale potrebbe aumentare tra i 2,5 e i 2,9°C entro la fine del secolo. Nonostante alcuni passi avanti siano stati compiuti, le attuali misure non sono sufficienti: è necessaria una riduzione delle emissioni del 28% per sperare di mantenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2°C, un altro obiettivo fondamentale dell’Accordo di Parigi.

Ma cosa accadrebbe se la soglia di 1,5°C venisse superata? Dovremmo considerare la lotta contro il cambiamento climatico ormai persa? La risposta è complessa. Anche se si superasse tale limite, non significherebbe automaticamente la fine del pianeta. Molti degli effetti del riscaldamento globale possono ancora essere mitigati, a patto che vengano adottate misure drastiche e immediate per ridurre ulteriormente le emissioni e contenere l’aumento delle temperature. Tuttavia, non tutti i danni saranno reversibili: ad esempio, le barriere coralline tropicali, già oggi in grave sofferenza, sono in procinto di subire danni permanenti, rendendo impossibile un loro pieno recupero nel breve termine.

Un ulteriore rischio significativo riguarda l’instabilità della calotta glaciale dell’Antartide occidentale. Se questa dovesse entrare in una fase di scioglimento irreversibile, ciò potrebbe portare a un innalzamento del livello del mare fino a tre metri nei prossimi secoli, con conseguenze catastrofiche per milioni di persone che vivono nelle zone costiere.

Di fronte a questi scenari, l’unica soluzione possibile è agire immediatamente e con determinazione. Una riduzione drastica delle emissioni globali è indispensabile per cercare di limitare l’aumento della temperatura e ridurre l’impatto del cambiamento climatico. Solo un impegno collettivo e deciso potrà permetterci di salvaguardare il futuro del nostro pianeta e garantire condizioni di vita migliori per le generazioni che verranno. L’obiettivo di mantenere la temperatura globale al di sotto di 1,5°C è ancora raggiungibile, ma il tempo stringe e ogni giorno di inazione riduce le nostre possibilità di successo.

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