Ambiente: le tartarughe marine invadono le spiagge italiane, nel Lazio 14 nidi

"Il risultato straordinario di quest'anno è la prova concreta che la sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini può fare la differenza nella protezione della tartaruga marina"
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Il 2024 si segnala come un anno eccezionale per le nidificazioni della tartaruga marina Caretta caretta in Italia, con ben 601 nidi registrati lungo le nostre coste, un record assoluto. Questo straordinario risultato è il frutto del lavoro incessante di monitoraggio e protezione dei nidi, portato avanti da centinaia di volontarie e volontari. In particolare, il progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma europeo Life, si propone di proteggere i siti di ovodeposizione della tartaruga marina sulle coste mediterranee di Italia, Spagna e Francia.

L’elaborazione di Legambiente sui dati provenienti da Tartapedia.it, piattaforma che raccoglie le segnalazioni di associazioni e istituti di ricerca, rivela un aumento significativo delle ovodeposizioni: rispetto al 2023, si registra un incremento di oltre il 30%, con 452 nidi conteggiati alla fine della scorsa stagione. I dati nel Lazio sono particolarmente sorprendenti, con 14 nidi individuati nella regione, anche nelle località balneari. Di questi, sette si trovano nella provincia di Latina, tra Latina e Fondi, mentre altre segnalazioni giungono da Ostia, Torvaianica e Ardea, oltre a un nido sulla costa viterbese, a Tarquinia. Questi risultati sono stati ottenuti grazie all’impegno delle varie associazioni locali, tra cui spicca la Rete Tartalazio, istituita dalla Direzione Ambiente della Regione e composta da numerose realtà attive sul territorio.

Secondo stime indicative, si prevede che circa 900 nuovi nati di origine laziale vedranno la luce. In cima alla lista delle regioni con il maggior numero di nidi c’è la Sicilia, con 190, seguita da Calabria (147), Campania (104), Puglia (99), Toscana (24), Lazio (14), Sardegna (7), Basilicata (7), Liguria (5), Molise (2), Abruzzo (1) e Marche (1).

Anche quest’anno si conferma un interessante numero di nidi deposti lungo le coste del Lazio,” dichiara Luca Marini, coordinatore della Rete Regionale Tartalazio. “Tantissimi i dati raccolti su ciascun nido per valutare lo stato di salute dei piccoli e il grado di idoneità delle spiagge che, purtroppo, sono fortemente antropizzate in gran parte della Regione. Grandissimo l’impegno dei volontari sia nel monitoraggio delle coste che nella tutela dei nidi. Ottima la partecipazione delle realtà locali e dei frequentatori delle spiagge alle operazioni di schiusa. Sinergie importanti con la Presidenza della Repubblica per la tenuta di Castelporziano e con l’Università della Tuscia. Resta ancora molto da lavorare per la gestione delle spiagge, soprattutto per quel che riguarda la pulizia meccanica degli arenili che cancella le tracce lasciate dalle tartarughe in deposizione“.

Il risultato straordinario di quest’anno è la prova concreta che la sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini può fare la differenza nella protezione della tartaruga marina,” afferma Stefano Di Marco, Coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente e Project Manager del Life Turtlenest.

Infine, Di Marco sottolinea l’importanza del progetto: “Il progetto ci ha permesso di costruire una vera e propria alleanza con i comuni costieri, gli operatori ecologici che si occupano della pulizia delle spiagge, gli stabilimenti balneari, i turisti e le comunità locali: pur nella diversità di ruoli e obiettivi si è stabilito tra questi soggetti un ottimo rapporto di collaborazione nella convinzione che la tartaruga marina sia non soltanto una ricchezza in termini di biodiversità, ma anche una risorsa straordinaria per gli aspetti socio-economici. Il numero elevato dei nidi individuati quest’anno – come del resto negli anni precedenti – è frutto del lavoro straordinario di tante associazioni e gruppi che, come Legambiente, operano con i propri esperti e volontari per individuare e proteggere i nidi, dal momento della nidificazione fino all’entrata dei piccoli in acqua. Tra questi Tartalazio, Caretta Calabria Conservation, il Centro Recupero Tartarughe Marine del Salento, Tartamare, Filicudi Wildlife Conservation, la Rete regionale per la conservazione della fauna marina della Sardegna, WWF, Arpal, I Delfini del Ponente e molti altri ancora. A tutti loro dobbiamo essere profondamente riconoscenti e grati per l’impegno e la dedizione dimostrati“.

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