Apple fa marcia indietro: salta l’investimento in OpenAI

Le ragioni di questo improvviso dietrofront non sono state rese ufficialmente note, ma le speculazioni non mancano
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Apple ha preso una decisione inaspettata che potrebbe cambiare il futuro della tecnologia e dell’intelligenza artificiale: la rinuncia a investire in OpenAI, la startup che ha creato ChatGPT. Questo colpo di scena ha avuto un forte impatto non solo sull’industria tecnologica, ma anche sulle aspettative legate alle collaborazioni tra giganti del settore. Solo qualche settimana fa, il possibile coinvolgimento di Apple sembrava quasi certo, soprattutto dopo la notizia dell’ingresso di Phil Schiller, ex vicepresidente senior del marketing globale di Apple, nel board di OpenAI.

Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, l’accordo sembrava destinato a concretizzarsi, con OpenAI che stava cercando di chiudere un round di finanziamento da 6,5 miliardi di dollari. Questo finanziamento era considerato cruciale per l’espansione dell’azienda fondata da Sam Altman, che continua a puntare sulla crescita dell’intelligenza artificiale conversazionale, una delle tecnologie più promettenti e disruptive del decennio.

Una svolta inaspettata

Apple, famosa per la sua politica conservatrice quando si tratta di investimenti esterni, stava per compiere un passo straordinario. Era infatti raro che l’azienda di Cupertino decidesse di entrare direttamente nel capitale di un’altra importante società della Silicon Valley. L’eventuale collaborazione tra Apple e OpenAI era vista come una sinergia naturale, visto l’interesse di entrambe le aziende per lo sviluppo di tecnologie di avanguardia.

Tuttavia, la decisione di Apple di ritirarsi dalle trattative arriva come un fulmine a ciel sereno, proprio mentre OpenAI si prepara a concludere uno dei suoi più importanti round di finanziamento. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, “Apple non è più in trattativa per partecipare al round di finanziamento di OpenAI che dovrebbe raccogliere fino a 6,5 miliardi di dollari, ponendo fine all’ultimo minuto a quello che sarebbe stato un raro investimento da parte del produttore di iPhone in un’altra importante azienda della Silicon Valley.”

Le ragioni di questo improvviso dietrofront non sono state rese ufficialmente note, ma le speculazioni non mancano. Alcuni osservatori del settore ipotizzano che la decisione potrebbe essere legata alle differenze strategiche tra le due aziende. Apple è conosciuta per la sua attenzione maniacale alla privacy e alla protezione dei dati degli utenti, mentre OpenAI, nonostante i suoi successi, è ancora nel pieno del dibattito sulle implicazioni etiche e sociali dell’intelligenza artificiale avanzata. Queste divergenze di visione potrebbero aver giocato un ruolo decisivo nella decisione di Apple.

L’impatto su OpenAI e il mercato

Nonostante la ritirata di Apple, OpenAI non sembra destinata a fermarsi. La startup è già in trattative avanzate con altri giganti del settore come Microsoft e NVIDIA, aziende che hanno già investito fortemente nello sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale. L’assenza di Apple potrebbe quindi non compromettere il successo del round di finanziamento, anche se la presenza del colosso di Cupertino avrebbe rappresentato un endorsement di grande peso.

Phil Schiller, una delle figure chiave di Apple per molti anni e ora nel board di OpenAI, rimane coinvolto nel progetto, un segnale che, nonostante la decisione aziendale di non investire direttamente, i legami tra le due società potrebbero comunque rafforzarsi in futuro. L’influenza di Schiller potrebbe essere determinante per facilitare collaborazioni indirette, magari in settori specifici come lo sviluppo di applicazioni AI per i dispositivi Apple.

Le altre sfide di OpenAI

L’ultima settimana è stata particolarmente intensa per OpenAI, che non solo ha dovuto affrontare il ritiro di Apple, ma ha anche affrontato questioni legate alla sostenibilità economica del suo modello di business. Le prime indiscrezioni riportano che l’azienda starebbe considerando un aumento dei prezzi per il suo servizio ChatGPT nei prossimi anni, una decisione che potrebbe scoraggiare una parte degli utenti, soprattutto quelli più legati ai piani gratuiti o a basso costo.

Oltre a queste difficoltà economiche, OpenAI sta anche esplorando nuove frontiere tecnologiche. Jony Ive, l’ex designer di punta di Apple, ha confermato di essere al lavoro con OpenAI per la creazione di un nuovo dispositivo basato sull’intelligenza artificiale. Questo progetto, ancora avvolto nel mistero, potrebbe rappresentare una svolta importante per l’integrazione dell’IA nelle nostre vite quotidiane. Ive, famoso per aver progettato prodotti iconici come l’iPhone e il MacBook, ha ora l’opportunità di portare la sua visione innovativa anche nel campo dell’intelligenza artificiale.

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