Cingolani: “Cambiamenti troppo rapidi, non c’è più tempo da perdere”

Un aspetto centrale del suo discorso è stato l'impatto della tecnologia sulla guerra, con un riferimento diretto al conflitto in Ucraina
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Quando si parla di capitale umano dobbiamo comprendere che l’adeguamento del modello culturale, così come la collaborazione tra privato e industria, o lo sviluppo della regolamentazione, devono avvenire in tempi molto rapidi“. Così si è espresso Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, durante la sua lectio magistralis all’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico, tenutasi oggi a Grado.

Nel suo intervento, Cingolani ha messo in guardia sui rischi di un’evoluzione tecnologica che avanza a una velocità tale da superare la capacità delle società di adeguarsi: “Non abbiamo tempo da perdere – ha precisato – perché la tecnologia va avanti lo stesso. Ci sarà sempre un Elon Musk e un Jeff Bezos, le grandi potentissime università, e noi arrancheremo sempre di più“. Il manager ha sottolineato come si rischi di rimanere indietro, aggiungendo che “poi ci troveremo a parlare di capitale umano come fosse una scoperta. Stiamo andando troppo lentamente. Abbiamo perso troppi treni. Abbiamo dato tecnologie fuori, gli altri hanno imparato“.

Cingolani ha evidenziato un problema cruciale: “Oggi la velocità è troppo alta, perché paradossalmente le tecnologie che creiamo aprono a funzionalità che non siamo in grado di gestire“. Secondo lui, il mondo è vittima della rapidità con cui si sviluppano le innovazioni: “Produciamo dispositivi di intelligenza artificiale che sono così veloci nell’evoluzione che tardiamo a fare le regole“.

Un aspetto centrale del suo discorso è stato l’impatto della tecnologia sulla guerra, con un riferimento diretto al conflitto in Ucraina. “Nella guerra in Ucraina un drone da poche migliaia di euro, progettato come una specie di giocattolo, connesso con un telefono“, attraverso infrastrutture civili, “è stato usato da uno studente smanettone ed è stato in grado di schiantarsi su un carrarmato che costa 15 milioni e distruggerlo“. Questo esempio dimostra come “non sono più bullets, ma bytes. Non è più la guerra dei bullets, ma di bullets e bytes“.

Infine, Cingolani ha concluso con una riflessione sulla trasformazione tecnologica applicata alla difesa: “La novità tecnologica di utilizzare sistemi digitali per attaccare è una novità che ha preso in contropiede la tecnologia della difesa“.

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