Conclusi gli Stati generali della Space Economy: sfide e opportunità di un settore da 3 miliardi

Affrontate le sfide e le opportunità offerte dalla New Space Economy e dallo sfruttamento commerciale delle orbite basse
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Si sono chiusi con successo gli Stati generali della Space Economy, un appuntamento promosso dall’Intergruppo parlamentare per la Space Economy che riunisce parlamentari di tutti gli schieramenti impegnati nel dialogo tra le diverse parti politiche su un settore strategico e in continua crescita per l’economia italiana. L’evento, tenutosi l’11 e il 12 settembre a Milano e Torino, ha anticipato di qualche settimana lo IAC (International Astronautical Congress), in programma il prossimo ottobre nel capoluogo lombardo.

L’appuntamento, organizzato con la collaborazione istituzionale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Agenzia Spaziale Italiana – ASI, Regione Lombardia, Regione Piemonte e Comune di Milano, e con il supporto di Space Economy Evolution Laboratory – See Lab Sda Bocconi, Politecnico di Milano, Fiera Milano, PricewaterhouseCoopers – PwC e Inrete – Relazioni istituzionali e comunicazione, ha riunito, nel corso delle due giornate di lavori, istituzioni, aziende e rappresentanti dell’industria spaziale, dell’economia e dell’alta formazione e ricerca, con l’obiettivo di affrontare in maniera sinergica le sfide e le opportunità offerte dalla New Space Economy e dallo sfruttamento commerciale delle orbite basse. Una due giorni di confronto e dialogo tra tutti i principali stakeholder, istituzionali e non, di un settore che con i suoi numeri diventa sempre più importante, da tutti i punti di vista: quello macroeconomico, quello occupazionale, così come quello legato alla ricerca e innovazione, fino ad arrivare a quello strategico in ottica di difesa, intelligence e cyber security.

I numeri dell’industria spaziale in Italia

Ad oggi sono 415 le aziende italiane attive nell’industria spaziale, un comparto che vale 3 miliardi di euro e che è destinatario entro il 2027 di 7,5 miliardi di investimenti (inclusi i contributi ASI, ESA, fondi del PNRR e Fondo complementare). La filiera spaziale italiana, che impiega oltre 11mila lavoratori, rappresenta per dimensioni delle imprese che ne fanno parte, uno spaccato peculiare del tessuto produttivo italiano: il 6% di esse sono aziende di grandi dimensioni, il 90% pmi e il restante 4% comprende piccole startup impegnate nella ricerca e nell’innovazione. Numeri questi che testimoniano l’importanza di un settore che ha visto, tra le economie più attive ed impegnate nello sviluppo e nella ricerca quella italiana e che, a livello mondiale, vale oltre 630 miliardi di dollari, con una previsione di crescita del 9% annuo composto fino al raggiungimento di 1.800 miliardi di dollari entro il 2035.

La legge italiana sullo spazio

In virtù del ruolo sempre più strategico ricoperto dal comparto e delle prospettive di sviluppo futuro, il Consiglio dei Ministri italiano, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha prodotto lo scorso 20 giugno la prima legge quadro italiana sullo spazio e sulla Space Economy che sta per approdare in Parlamento per l’iter di approvazione. La norma ha come obiettivo quello di regolamentare l’ingresso di operatori privati, promuovere investimenti e migliorare la competitività nazionale in questo settore, con un occhio attento all’accesso delle pmi ai contratti pubblici del settore spaziale e aerospaziale. La legge, che sarà collegata alla manovra di bilancio 2023, rappresenta una tra le prime iniziative normative in grado di posizionare l’Italia come paese all’avanguardia tra i grandi competitors internazionali e in anticipo rispetto alle altre economie Ue.

L’importanza della Space Economy

Lo spazio – afferma il presidente dell’ASI, Teodoro Valenteè un settore molto importante sia per le riconosciute opportunità di crescita economica sia per la scienza e la conoscenza che ne derivano, necessarie per i progressi tecnologici e i derivanti benefici per i cittadini. L’attenzione che il settore sta registrando in questi anni è elemento fondamentale e la continuità degli investimenti costituisce la regola base per strutturare politiche di lungo termine in grado di far mantenere al nostro Paese il suo ruolo di primo piano a livello mondiale”.

“Occorrono investimenti intelligenti che siano capaci di intuire il potenziale latente delle imprese e che, anche se in un’ottica di profitto, accompagnino lo sviluppo delle idee e la realizzazione dei progetti con fiducia e lungimiranza – aggiunge Marina Scatena, Presidente di Aipas – Associazione delle imprese per le attività spaziali -. Ritengo utile la partecipazione di Aipas a questo tavolo come rappresentante di aziende private spaziali, perché è indubbio che un motore di sviluppo delle aziende sia la fiducia che gli operatori economici possono riporre nel loro potenziale“.

Da parte sua, “Asas ritiene fondamentale mettere a disposizione del Parlamento e delle Istituzioni il proprio bagaglio di esperienze e quello dei suoi associati – avverte Silvano Casini, Presidente di Asas – Associazione per i servizi, le applicazioni e le tecnologie Ict per lo spazio -. Gli Stati Generali della Space Economy sono un ottimo punto di partenza per una revisione della politica spaziale italiana”.

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