Concluso il check-up, i Bronzi di Riace “non stanno male” ma emergono criticità

Sudano ha poi sottolineato l'importanza dei dati raccolti per il futuro della conservazione dei Bronzi
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Il check-up sui Bronzi di Riace, durato sei mesi, sta per giungere a conclusione, ma ci vorrà ancora qualche mese per ottenere i risultati definitivi. L’operazione di monitoraggio, che ha coinvolto i restauratori del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, l’Istituto Centrale del Restauro (Icr) e l’Università di Genova, ha permesso di raccogliere una notevole quantità di dati. “I Bronzi non stanno male“, ha dichiarato Luigi Oliva, direttore dell’Icr, rassicurando sullo stato di salute delle due opere. “I dati che abbiamo raccolto sono tantissimi, ma contiamo entro pochi mesi di fare una sintesi ed una relazione che possa essere utilizzata, poi, al meglio, tanto dall’istituto quanto dal museo“. Oliva ha sottolineato come, a livello esterno, la condizione dei Bronzi sia rassicurante, pur rilevando alcune “criticità interne“, che necessitano di attenzioni per garantire le migliori condizioni di conservazione. L’obiettivo principale è evitare futuri interventi drastici e preservare il più a lungo possibile le statue.

Lo “stato di salute” dei Bronzi di Riace

L’ultimo importante restauro sui Bronzi di Riace risale a dieci anni fa, realizzato dal 2009 al 2013, insieme alle statue di Porticello. “È un’attività che ci ha permesso di monitorare lo stato di salute dei Bronzi“, ha affermato Fabrizio Sudano, direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria (MarRc). Sudano ha espresso gratitudine verso i tecnici e gli esperti che hanno lavorato al progetto, evidenziando l’importanza delle statue non solo per il loro valore artistico, ma anche per il loro “valore identitario“. “Aspettiamo i risultati di questa verifica per capire se stiamo andando sulla strada giusta rispetto alle soluzioni utilizzate in questi anni, non solo nell’attività di conservazione e restauro, ma anche sulle condizioni microclimatiche, che caratterizzano la ‘sala Bronzi’. Siamo pronti, quindi, a correggere eventuali errori, non solo sul microclima, ma anche sul flusso di turisti che accede alla sala“.

Sudano ha poi sottolineato l’importanza dei dati raccolti per il futuro della conservazione dei Bronzi: “Sono dati che saranno preziosi per il futuro“. Ha menzionato, tra le ipotesi di miglioramento, l’adeguamento delle basi antisismiche, installate nel 2013, e l’intenzione di intervenire sulla “sala Bronzi” per renderla “ancora più bella, più fruibile culturalmente e cognitivamente, e soprattutto più accessibile“.

Gli esperti

Tra gli esperti coinvolti nel check-up figura Paolo Piccardo, professore ordinario di Metallurgia presso il Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Genova, che ha guidato il team di chimici e metallurgisti impegnati nella verifica. Piccardo ha confermato la qualità delle leghe utilizzate nella realizzazione delle statue e ha ribadito l’importanza di una manutenzione costante: “Una manutenzione adeguata esclude la necessità di interventi drastici nel tempo. Sono capolavori di pregio. Sono delle opere a loro modo uniche e che rappresentano veramente qualcosa che è necessario conservare non solo dal punto di materiale ed estetico ma anche delle conoscenze tecniche“.

Ha inoltre sottolineato l’importanza di preservare le conoscenze immateriali legate alla produzione dei Bronzi, come “la tecnologia che li ha prodotti, lo stile, le scelte fatte in antico e poi anche durante il processo di conservazione contemporaneo“.

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