Cosa c’è sotto Marte? Le mappe gravitazionali svelano le strutture marziane nascoste

L'analisi delle anomalie gravitazionali ha portato a ipotesi interessanti riguardo al vulcanismo di Marte
MeteoWeb

Il Pianeta Rosso, da sempre fonte di fascino e mistero, continua a sorprendere con le sue peculiarità geologiche e strutturali. Recenti studi gravitazionali, che utilizzano dati avanzati e nuove intuizioni provenienti dalla missione InSight della NASA, stanno rivelando aspetti inaspettati della geologia marziana. Le scoperte emergenti sono destinate a trasformare la nostra comprensione di Marte, in particolare riguardo alle sue strutture nascoste e alla loro influenza sull’attività vulcanica.

Le scoperte recenti: strutture nascoste e densità misteriosa

Le nuove ricerche condotte da un team internazionale, guidato dal dottor Bart Root della Delft University of Technology (TU Delft), hanno portato alla luce dettagli affascinanti sotto gli strati di sedimenti di un antico oceano su Marte. Utilizzando i dati gravitazionali, gli scienziati hanno identificato strutture dense e su larga scala sepolte sotto un manto di sedimenti marini, che non sono visibili in superficie. Queste strutture, alcune delle quali hanno forme insolite, come quella che ricorda un cane, potrebbero avere origini vulcaniche o essere il risultato di impatti antichi.

Mappa gravitazionale di Marte. I cerchi rossi mostrano i vulcani prominenti su Marte e i cerchi neri mostrano casse d’impatto con un diametro superiore a pochi 100 km. Un segnale di gravità alta si trova nella regione vulcanica di Tharsis (l’area rossa al centro a destra dell’immagine), che è circondata da un anello di anomalia di gravità negativa (mostrato in blu). Credit: Root et al.

La scoperta di queste strutture nascoste è cruciale perché offre uno sguardo alle fondamenta geologiche dell’emisfero settentrionale di Marte“, afferma il dottor Root. “Sebbene non siano visibili, i dati gravitazionali ci permettono di esplorare la storia profonda di questa regione e di formulare ipotesi sulle sue origini.

Mappatura gravitazionale: nuovi orizzonti nell’esplorazione di Marte

La mappa gravitazionale recentemente creata offre una panoramica dettagliata della densità interna di Marte. Attraverso l’analisi delle deviazioni nelle orbite dei satelliti e l’integrazione dei dati della missione InSight, gli scienziati hanno rivelato che le strutture sotto le pianure polari settentrionali sono significativamente più dense rispetto ai loro dintorni. Questo fenomeno potrebbe essere attribuito a processi vulcanici o a depositi compattati da impatti antichi.

Mappa che evidenzia le dense strutture gravitazionali nell’emisfero settentrionale. Le regioni indicate dalle linee nere sono anomalie di alta massa che non mostrano alcuna correlazione con la geologia e la topografia. Queste strutture nascoste del sottosuolo sono ricoperte da sedimenti provenienti da un vecchio oceano. La loro origine è ancora un mistero ed è necessaria una missione gravitazionale dedicata, come MaQuIs, per rivelare la loro natura. Credit: Root et al.

La mappa della densità rivela anche nuove informazioni sul campo gravitazionale dell’enorme regione vulcanica di Tharsis Rise, che ospita l’Olympus Mons, il vulcano più grande del Sistema Solare. La presenza di anomalie di alta massa nella regione suggerisce l’esistenza di una massa leggera, che potrebbe essere un pennacchio di lava che spinge verso l’alto, influenzando così la struttura dell’intera regione.

Le implicazioni per il vulcanismo marziano

L’analisi delle anomalie gravitazionali ha portato a ipotesi interessanti riguardo al vulcanismo di Marte. L’area di Tharsis, caratterizzata da una gravità relativamente debole, suggerisce la presenza di una massa leggera sotto la crosta, la quale potrebbe essere responsabile della formazione e dell’elevazione dei vulcani della regione. Questa massa leggera, di circa 1750 chilometri di diametro e a una profondità di 1100 chilometri, potrebbe rappresentare un grande pennacchio di magma che risale verso la superficie.

Le nuove informazioni ottenute dalla missione InSight ci obbligano a riconsiderare il modo in cui comprendiamo la formazione e l’evoluzione dei vulcani marziani“, spiega il dottor Root. “Queste scoperte indicano che Marte potrebbe avere un’attività interna più dinamica di quanto si pensasse in precedenza, con movimenti che influenzano e potrebbero creare nuove caratteristiche vulcaniche.”

Il futuro dell’esplorazione marziana: la missione MaQuIs

Per esplorare ulteriormente queste misteriose strutture e ottenere una visione più dettagliata del sottosuolo di Marte, è prevista la missione Marturian Quantum Gravity (MaQuIs). Questa missione sfrutterà tecnologie avanzate sviluppate per le missioni GRAIL e GRACE, rispettivamente sulla Luna e sulla Terra, per mappare con precisione il campo gravitazionale di Marte.

La missione MaQuIs ci permetterà di scoprire e analizzare le strutture nascoste sotto la superficie marziana con un livello di dettaglio senza precedenti“, afferma la dottoressa Lisa Wörner del DLR. “Questo non solo ci aiuterà a capire meglio la convezione del mantello e i processi dinamici della superficie, ma anche a esplorare cambiamenti stagionali e la possibile presenza di riserve d’acqua sotterranee.”

Le scoperte recenti e le future missioni, come MaQuIs, offrono una nuova luce sull’intricato e misterioso mondo di Marte. Le strutture nascoste e le anomalie gravitazionali rivelano un pianeta con una storia geologica complessa e ancora in evoluzione. Con ogni nuova scoperta, ci avviciniamo a comprendere meglio il Pianeta Rosso e le forze che lo modellano, aprendo nuove strade per l’esplorazione e la comprensione di Marte e dei suoi segreti nascosti.

Condividi