Il patron di Tesla, SpaceX ed X Elon Musk potrebbe divenire il primo trilionario al mondo entro il 2027, a dirlo uno studio portato avanti da Informa Connect Academy esperta in business intelligence a livello mondiale. Gli analisti sottolineano come tale tendenza è avvalorata dal fatto che il patrimonio di Musk sia costantemente cresciuto in media del 110% all’anno.
Elon Musk ha ultimamente appoggiato apertamente la candidatura di Donald Trump alla Casa Bianca, il Tycoon in caso di vittoria potrebbe riservare a Musk un ruolo di primo piano nella propria amministrazione e questo inciderebbe in maniera sostanziale anche sul patrimonio dello stesso Musk che secondo il Bloomberg Billionaires Index sarà incoronato come uomo più ricco nel mondo nel 2024.
A seguire Musk in questa proiezione vi sono altri importanti personaggi del mondo dell’imprenditoria internazionale come il magnate indiano Gautam Adani, che raggiungerebbe tale traguardo nel 2028 se il tasso di crescita annuale della sua ricchezza rimanesse al 123%. Nello stesso anno potrebbe essere la volta di Jensen Huang, amministratore delegato dell’azienda tecnologica Nvidia, e Prajogo Pangestu, magnate indonesiano dell’energia e delle miniere. Bernard Arnault, il capo di Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton e la terza persona più ricca del mondo con circa 200 miliardi di dollari, è sulla buona strada per raggiungere l’ambito traguardo nel 2030, lo stesso anno di Mark Zuckerberg.
Da miliardari a trilionari
Come ha notato la CNBC la questione di chi potrebbe essere il primo trilionario del mondo ha affascinato il pubblico sin da quando John D. Rockefeller fu incoronato primo miliardario della storia nel 1916.
Nonostante queste figure suscitino un compressibile fascino molti studiosi criticano aspramente l’accumulo di queste immense ricchezze e l’allargamento delle forbici sociali che esse causano.
Tralasciando il solo lato economico uno studio dell’OXAM in collaborazione con l’Istituto per l’Ambiente di Stoccolma e altri esperti ha evidenziato come l’1% più ricco dell’umanità sia responsabile di maggiori emissioni di carbonio rispetto al 66% più povera con conseguenze disastrose per le comunità vulnerabili e gli sforzi globali atti ad arginare gli effetti dell’emergenza climatica in atto.