Durante la prima Conferenza generale di Fair – Future AI Research, in corso a Napoli, sono emersi temi cruciali riguardo ai pericoli della co-evoluzione tra uomo e Intelligenza Artificiale (IA), tra cui la minaccia alle democrazie e il possibile collasso dei contenuti online. “Ci stiamo abituando all’idea che le IA ci consiglino e ci coccolino, ci affidiamo a loro per scegliere che strada fare o che film vedere ma dobbiamo prendere atto che stiamo co-evolvendo, ossia ci influenziamo a vicenda e possono esserci impatti negativi e imprevedibili“, ha dichiarato Dino Pedreschi, esperto di Computer Science all’Università di Pisa.
La relazione tra uomo e IA
La relazione tra esseri umani e IA si basa su un continuo scambio di dati: le scelte degli utenti, influenzate dalle informazioni fornite dalle IA, generano nuovi dati che, a loro volta, alimentano ulteriormente i sistemi di intelligenza artificiale. Un circolo che, nel tempo, potrebbe prendere direzioni inattese, come evidenziato da Pedreschi: “Una di queste la si vede già nei navigatori auto: ci consigliano la strada più rapida ma se tutti la facciamo poi va a crearsi un ingorgo senza precedenti“.
Il web stesso potrebbe essere a rischio, con la crescente quantità di testi generati da IA che alimentano nuovi modelli, riducendo la diversità dei contenuti e portando alla creazione di un ambiente online dominato da informazioni di bassa qualità. “Dobbiamo preoccuparci di questi fenomeni e governarli sin da adesso“, ha aggiunto Pedreschi, sottolineando l’urgenza di interventi politici. “Andranno fatte importanti scelte politiche, sviluppando ad esempio dei modelli che siano ‘pubblici’ per poter governare questa coevoluzione ed evitare discriminazioni o effetti distruttivi che, come dimostra sempre più chiaramente il problema delle fake news e della polarizzazione online, possono anche mettere a repentaglio la tenuta democratica degli stati“.
Valentina Pansanella, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del CNR, ha ampliato la discussione, rilevando che problemi simili stanno emergendo anche in contesti come le piattaforme di acquisti online: “Sono problemi che stanno emergendo anche in piattaforme digitali apparentemente scevre da queste dinamiche, ad esempio quelle per gli acquisti online in cui si rischia di consigliare sempre gli stessi prodotti“. La diversità, dunque, è fondamentale non solo negli ecosistemi biologici, ma anche nel mondo digitale. “Come in medicina abbiamo istituito rigorosi trial clinici prima di arrivare a una commercializzazione del farmaco, forse potremmo fare qualcosa di analogo con le IA. Dobbiamo iniziare a pensare la necessità di fare scelte importanti come una redistribuzione dei modelli IA oggi in mano a pochissime aziende“, ha concluso Pansanella.