Siccità e perturbazioni dissolte: intervento umano? No, semplicemente Frontolisi

"Ogni qualvolta che una perturbazione si approssima ad una zona alle prese con gravi problemi di siccità, questa magicamente si dissolve. È crisi idrica deliberatamente indotta, grazie al materiale igroscopico aviodisperso"
MeteoWeb

“Ogni qualvolta che una perturbazione si approssima ad una zona alle prese con gravi problemi di siccità, questa magicamente si dissolve. È crisi idrica deliberatamente indotta, grazie al materiale igroscopico aviodisperso”. Questa affermazione riflette un’interpretazione complottista di eventi meteorologici naturali, in particolare quella delle “scie chimiche” e delle teorie sulla manipolazione del clima attraverso l’irrorazione di sostanze chimiche nell’atmosfera. Queste teorie non hanno alcuna base scientifica credibile e sono state ampiamente smentite da esperti in meteorologia, scienze atmosferiche e dalle agenzie ambientali competenti.

Le variazioni climatiche locali, come il cambiamento delle perturbazioni o l’assenza di pioggia, possono essere spiegate da una serie di fattori meteorologici noti, come la pressione atmosferica, i venti, le correnti marine e l’orografia del territorio. Le perturbazioni possono dissolversi o modificare la loro intensità per molte ragioni naturali, senza il coinvolgimento di ipotetici interventi deliberati. Inoltre, l’idea di “materiale igroscopico aviodisperso” che impedirebbe le precipitazioni non ha alcun fondamento nella ricerca scientifica.

La crisi idrica in alcune regioni può essere dovuta a una combinazione di cambiamento climatico, cattiva gestione delle risorse idriche e altri fattori ambientali, piuttosto che a un complotto deliberato. In conclusione, questa affermazione riflette una visione distorta e non supportata della realtà, mentre la scienza offre spiegazioni più chiare e razionali su tali fenomeni.

Ma è possibile che un fronte perturbato possa ‘dissolversi’?

Certo che sì, il processo viene definito ‘Frontolisi’. La frontolisi è il fenomeno per cui un fronte atmosferico (una zona di separazione tra masse d’aria con caratteristiche diverse, come temperatura e umidità) tende a indebolirsi e, in alcuni casi, a dissolversi. Questo accade quando le differenze tra le due masse d’aria si riducono, rendendo il fronte meno definito e meno attivo.

Ci sono diverse cause che possono portare alla frontolisi:

Aumento della stabilità atmosferica:
Se l’atmosfera diventa più stabile, l’energia necessaria per mantenere attivo il fronte diminuisce. Ciò può avvenire per la presenza di un’area di alta pressione che tende a stabilizzare l’atmosfera e ridurre i movimenti verticali dell’aria, necessari per lo sviluppo delle nubi e delle precipitazioni.

Mescolamento delle masse d’aria:
Se le due masse d’aria iniziano a mescolarsi in modo più omogeneo, la differenza di temperatura e di umidità tra di esse diminuisce, indebolendo il fronte. Questo può accadere quando una massa d’aria più fredda si riscalda o quando una massa d’aria umida perde umidità.

‘Deformazione’ del campo di vento: I venti che accompagnano un fronte possono variare in modo tale da “stirare” il fronte stesso, riducendo la sua intensità. Questo succede quando il vento si muove parallelamente al fronte, piuttosto che perpendicolarmente, portando a una graduale dissipazione del sistema.

Per ciò che concerne le zone costiere, la frontolisi potrebbe essere causata da una combinazione di fattori geografici e meteorologici locali, come l’effetto dei rilievi e le condizioni atmosferiche, che riducono l’intensità delle perturbazioni in arrivo. Quindi sì, la frontolisi è una spiegazione scientifica plausibile per l’indebolimento delle perturbazioni, senza bisogno di ricorrere a teorie complottiste.

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