Gli umani salveranno il “Ghiacciaio dell’Apocalisse”?

Le promesse fatte dai governi di tutto il mondo, come il raggiungimento delle emissioni nette zero entro il 2050, sembrano sempre più irrealistiche
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Nel dicembre 2021, un gruppo di scienziati, guidato dalla ricercatrice Erin C. Pettit della Oregon State University, ha lanciato un allarme preoccupante: la piattaforma orientale del ghiacciaio Thwaites, noto anche come Doomsday Glacier o “Ghiacciaio dell’Apocalisse“, potrebbe collassare entro appena cinque anni. La loro previsione ha suscitato grande preoccupazione per l’impatto potenziale sull’innalzamento globale del livello del mare. Il collasso di questa enorme massa di ghiaccio antartica potrebbe infatti scatenare conseguenze devastanti per le popolazioni costiere di tutto il mondo.

Oggi, mentre ci avviciniamo al 2026, sorge spontanea la domanda: quanto sono vicini questi scenari catastrofici? E soprattutto, c’è ancora tempo per fermare l’inevitabile?

L’impatto del collasso del Ghiacciaio dell’Apocalisse

Il ghiacciaio Thwaites si estende per 75 miglia di diametro e rappresenta una delle più grandi minacce ambientali del pianeta. La sua possibile disgregazione ha il potenziale di contribuire all’aumento del livello del mare del 25%. Se il collasso della piattaforma orientale avvenisse come previsto, il ghiacciaio potrebbe destabilizzarsi rapidamente, scatenando una catena di eventi che porterebbe a un innalzamento drammatico del livello del mare.

Un rapporto delle Nazioni Unite ha ipotizzato che il collasso di Thwaites potrebbe innalzare il livello del mare di tre piedi entro il 2070 e fino a dieci piedi entro la fine del secolo. Al contrario, studi più recenti, come quello condotto dal Dartmouth College, suggeriscono che il ghiacciaio potrebbe non subire un collasso totale entro questo secolo, anche se la sua ritirata continua ad essere allarmante.

Indipendentemente dalle previsioni temporali, il consenso scientifico è chiaro: il ghiacciaio rappresenta una minaccia imminente, e il suo collasso avrebbe ripercussioni devastanti sulle città costiere di tutto il mondo, mettendo a rischio milioni di vite.

La minaccia globale

Le città costiere di bassa altitudine sono particolarmente vulnerabili a un possibile innalzamento del livello del mare. Metropoli come Miami, New York, Mumbai e Giacarta potrebbero subire inondazioni catastrofiche, che metterebbero a rischio non solo la vita dei loro abitanti, ma anche l’infrastruttura globale. Un rapporto delle Nazioni Unite elenca alcune delle città più esposte a questo rischio: New York, Il Cairo, Giacarta, Shanghai, Copenaghen, Londra, Lagos, Bangkok e Los Angeles, solo per citarne alcune.

Il collasso del Ghiacciaio dell’Apocalisse potrebbe iniziare in qualsiasi decennio, ed è questo il vero timore: non è più una questione di se, ma di quando. Le temperature oceaniche sono aumentate a livelli record negli ultimi anni, un fenomeno che sta accelerando il rischio di destabilizzazione del ghiacciaio. Gli scienziati sono particolarmente preoccupati per l’acqua calda che scorre sotto Thwaites, che potrebbe accelerarne il collasso.

Gli sforzi di mitigazione

In risposta a queste minacce, diversi team di ricerca stanno cercando soluzioni innovative per prevenire il collasso del Ghiacciaio dell’Apocalisse. Tra questi, un progetto ambizioso è quello guidato da John Moore, professore di ricerca presso l’Arctic Centre dell’Università della Lapponia in Finlandia. Il piano prevede la costruzione di una gigantesca cortina sottomarina, una sorta di “scudo” che impedisca all’acqua calda di sciogliere ulteriormente il ghiacciaio.

La proposta di Moore, stimata in circa 80 miliardi di dollari, mira a sigillare Thwaites dalle correnti oceaniche calde. Questo sforzo colossale prevede l’installazione di una serie di tende sottomarine di plastica o fibra ancorate al fondo marino, che si estenderebbero fino a 50 miglia nell’oceano. L’obiettivo è rallentare o bloccare del tutto l’afflusso di acque calde sotto il ghiacciaio, nella speranza di ritardare il suo collasso.

Ma anche se questa tecnologia funzionasse, rimangono molte domande aperte. Quanti ghiacciai si potrebbero salvare con questa tecnica? E funzionerebbe davvero nelle condizioni estreme dell’Antartide?

Contraddizioni politiche sul clima

Mentre gli scienziati lavorano per mitigare i danni del riscaldamento globale, le politiche climatiche internazionali continuano a rimanere inadeguate. Gli sforzi per ridurre le emissioni di CO₂ sono stati deboli e frammentati. Le promesse fatte dai governi di tutto il mondo, come il raggiungimento delle emissioni nette zero entro il 2050, sembrano sempre più irrealistiche. Secondo l’International Energy Agency, le attuali politiche sono ben lontane dal raggiungere gli obiettivi necessari per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Nonostante numerose conferenze internazionali sul clima, le emissioni globali di CO₂ continuano ad aumentare. Anche nel 2024, sia le emissioni di carbonio che le temperature globali hanno raggiunto nuovi record storici. Questo trend è in aperto contrasto con gli obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite e dalle conferenze sul clima degli ultimi 30 anni.

Il ruolo dei combustibili fossili

Un ulteriore ostacolo alla lotta contro il cambiamento climatico è rappresentato dal ruolo dell’industria dei combustibili fossili. La COP28, la conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, si è tenuta a Dubai, sotto la presidenza di Sultan bin Ahmed Al Jaber, a capo della Abu Dhabi National Oil Company. Le dichiarazioni di Al Jaber, secondo cui non esistono prove scientifiche sufficienti per giustificare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, riflettono la resistenza di questa industria al cambiamento.

Nonostante le crescenti prove scientifiche che collegano le emissioni di CO₂ all’innalzamento delle temperature globali, l’industria del petrolio e del gas continua a investire massicciamente nell’espansione della produzione. Si prevede che la produzione globale di combustibili fossili quadruplicherà entro il 2030, con gli Stati Uniti in testa. Questo aumento delle emissioni accelererà ulteriormente il riscaldamento globale, contribuendo al collasso di ghiacciai come Thwaites.

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