Il raffreddore da fieno potrebbe aver portato all’estinzione dei mammut lanosi: questa è l’affermazione sorprendente di uno studio innovativo che getta una nuova luce sulle cause della scomparsa di questi imponenti erbivori, avvenuta circa 4.000 anni fa. Mentre la teoria predominante ha sempre attribuito l’estinzione dei mammut a cambiamenti climatici e alla pressione venutasi a creare con l’arrivo dell’uomo, nuovi dati suggeriscono che le allergie, in particolare il raffreddore da fieno, potrebbero aver avuto un ruolo cruciale. Questo articolo esplorerà in dettaglio questa affascinante teoria, i suoi fondamenti scientifici e le implicazioni che potrebbe avere per la nostra comprensione dell’estinzione dei mammut.
Mammut e raffreddore
Recenti ricerche condotte da un team internazionale di scienziati hanno fornito la prima prova concreta che i mammut lanosi soffrivano di allergie. Analizzando i resti di quattro mammut conservati nel permafrost della Siberia nord-orientale, gli studiosi hanno rinvenuto polline di piante nelle ossa e nei tessuti di questi animali estinti. Utilizzando una tecnologia avanzata per estrarre e analizzare le immunoglobuline—gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta a corpi estranei—gli scienziati sono riusciti a rilevare frammenti di allergeni nelle ossa dei mammut. Questo ha portato alla scoperta che i mammut lanosi potrebbero aver sofferto di allergie da polline che compromettevano la loro capacità di percepire odori e, conseguentemente, di trovare un partner per la riproduzione.
“Questo studio rappresenta il primo caso in cui sono stati trovati frammenti di immunoglobuline in resti risalenti a decine di migliaia di anni fa,” ha dichiarato Gleb Zilberstein, autore principale dello studio e co-fondatore di Spectrophon. “Abbiamo trovato anche frammenti di proteine di piante altamente allergeniche e del loro polline. Questo suggerisce che le allergie potrebbero aver influenzato negativamente la capacità dei mammut di comunicare e riprodursi durante la stagione degli accoppiamenti.”
Il ruolo del cambiamento climatico
Tradizionalmente, l’estinzione dei mammut lanosi è stata attribuita a cambiamenti climatici drastici. Con la fine dell’ultima era glaciale, circa 10.000 anni fa, si è verificato un rapido riscaldamento globale che ha portato alla diffusione di foreste e piante acquatiche, sostituendo gli ampi prati che costituivano l’habitat preferito dei mammut. Questa transizione ha ridotto significativamente la disponibilità di cibo per i mammut, che erano erbivori specializzati in una dieta basata su erbe e arbusti. Un progetto di ricerca condotto dall’Università di Cambridge nel 2021 ha concluso che questo cambiamento ambientale è stato il “colpo di grazia” per la specie.
In aggiunta, l’impatto umano è stato considerato un altro fattore cruciale. Gli esseri umani hanno probabilmente contribuito all’estinzione attraverso la caccia eccessiva, con i primi uomini che non solo dipingevano i mammut nelle grotte, ma usavano anche i loro ossi e zanne per costruire strumenti e armi.
La nuova teoria delle allergie
La teoria proposta dallo studio recentemente pubblicato sulla rivista Earth History and Biodiversity rappresenta una svolta significativa rispetto alle spiegazioni tradizionali. Gli scienziati suggeriscono che le allergie ai pollini potrebbero aver ridotto la capacità dei mammut di rilevare segnali chimici essenziali per la riproduzione. La perdita di questo senso potrebbe aver ostacolato la loro capacità di trovare compagni durante la stagione degli accoppiamenti, portando a un declino lento ma costante della popolazione.
“La nostra teoria è la prima a suggerire che le malattie allergiche, in particolare quelle legate ai pollini, potrebbero aver avuto un ruolo fondamentale nella scomparsa dei mammut,” ha aggiunto Zilberstein. “Abbiamo scoperto che l’estinzione dei mammut potrebbe essere stata un processo lento, caratterizzato dalla riduzione della popolazione a causa della distruzione della comunicazione chimica tra gli animali.”
Prospettive future
Questa nuova teoria non solo sfida le visioni convenzionali, ma offre anche spunti preziosi per la comprensione dei meccanismi di estinzione e della biologia degli animali preistorici. Se confermata, la scoperta potrebbe cambiare il modo in cui studiamo le interazioni tra cambiamenti ambientali, malattie e estinzioni.
Inoltre, lo studio apre a riflessioni più ampie sulla salute animale e sulla possibile incidenza di allergie nelle specie moderne. Potrebbe, infatti, spingere gli scienziati a esaminare più da vicino come le allergie influenzano la riproduzione e la sopravvivenza degli animali odierni, offrendo nuove prospettive per la conservazione delle specie in pericolo.