Nell’epoca in cui i cambiamenti climatici sembrano schiacciarci sotto il peso della loro urgenza, un gruppo di giovani attivisti della Corea del Sud ha appena conquistato una vittoria giuridica che potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta globale contro la crisi climatica. I protagonisti di questa storica battaglia legale sono bambini che, pur avendo un’età che va dai 8 ai 19 anni, hanno dimostrato che la determinazione e il coraggio non conoscono confini di età.
La nascita di un movimento
Hannah Kim, all’epoca appena otto anni, si è unita al movimento di “baby climate litigation” con una determinazione che molti adulti potrebbero invidiare. La giovane attivista ha fatto il suo debutto pubblico in tribunale mentre era ancora alle elementari, spinta dalla convinzione che il governo della Corea del Sud dovesse fare di più per proteggere i diritti delle generazioni future dalla crisi climatica. Oggi, mentre il liceo sembra ancora lontano, Hannah festeggia una vittoria legale che potrebbe avere ripercussioni significative non solo per la Corea del Sud, ma per tutta l’Asia.
La decisione unanime della Corte Costituzionale della Corea del Sud, che ha dichiarato incostituzionali alcune parti della legge sul clima del paese, rappresenta una pietra miliare per l’azione climatica in Asia. La corte ha ordinato che l’Assemblea Nazionale fissasse obiettivi di riduzione dei gas serra giuridicamente vincolanti per il periodo 2031-2049 entro febbraio 2026, una decisione che il governo ha dichiarato di voler attuare con la massima serietà.
Una vittoria dal peso emotivo
Hannah Kim ricorda vividamente il momento in cui è stata annunciata la sentenza. “Ero così felice quando è uscito il verdetto, ma la mamma ha pianto“, racconta. Sujin Namgung, madre di Hannah, descrive l’emozione di quel momento: “Hannah sorrideva così tanto che tutti i suoi denti si vedevano in aula“.
Tuttavia, per Hannah e per gli altri membri del gruppo di contenzioso climatico, la vittoria legale è solo un inizio. “La corte costituzionale ha ascoltato le voci dei bambini e degli adolescenti. Anche l’Assemblea Nazionale e il governo devono ascoltare le nostre voci“, sottolinea Hannah, con una determinazione che sembra riflettere un sentimento condiviso tra tutti i giovani attivisti coinvolti nella causa.
Impatti personali e collettivi
Jeah Han, che ora ha 12 anni, è un’altra giovane protagonista di questa battaglia. Il suo impegno per il clima è iniziato all’età di dieci anni, ma ha dovuto affrontare numerose difficoltà e frustrazioni lungo il percorso. “I tifoni mi hanno impedito di andare a scuola e il tempo che cambia spesso cancella le mie lezioni di educazione fisica preferite“, spiega Jeah, evidenziando come il cambiamento climatico abbia un impatto tangibile e personale sulla sua vita.
Nonostante le sue azioni di attivismo, come la raccolta dei rifiuti e la riduzione dell’uso della plastica, Jeah ha sentito la mancanza di progressi concreti. “Non importa quello che facevo, sembrava che il mondo non stesse cambiando in meglio“, dice. Tuttavia, la recente vittoria legale ha rinvigorito il suo spirito. Jeah è convinta che gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio debbano essere fissati in modo più rigoroso e che i diritti dei cittadini, come garantito dalla Costituzione, debbano essere rispettati dal governo.
Il ruolo degli adolescenti e delle organizzazioni
Hyunjung Yoon, attivista di Youth 4 Climate Action e ora ventenne, ha visto la propria lotta per il clima evolversi dalla semplice manifestazione alla lotta giuridica. Hyunjung, che ha aderito al movimento di contenzioso giovanile a quindici anni, ritiene che la decisione della corte rappresenti un punto di svolta cruciale. “Finora la Corea ha reagito alla crisi climatica come se il raggiungimento degli obiettivi da sola fosse un successo“, afferma. “Il governo non ha mai considerato come i rischi stiano effettivamente crescendo o come la vita delle persone sia influenzata“.
Hyunjung sottolinea che la lotta non è solo per aumentare la consapevolezza, ma per evitare che la vita delle persone venga messa in pericolo a causa della crisi climatica. “Non vogliamo un mondo in cui sopravvivano solo coloro che hanno la capacità di essere al sicuro“, afferma con determinazione.
Prospettive future
Guardando al futuro, Jeah Han, a soli 12 anni, ha una richiesta semplice ma profonda: “Vorrei solo che il mondo potesse almeno rimanere com’è ora“. La speranza di Jeah e degli altri attivisti è che la recente vittoria possa segnare l’inizio di un cambiamento reale e duraturo nella politica climatica della Corea del Sud e oltre.
Questa battaglia legale, condotta da un gruppo di giovani coraggiosi, dimostra che anche le voci più giovani possono avere un impatto significativo nel plasmare il futuro del nostro pianeta. La loro vittoria rappresenta non solo un trionfo per l’attivismo climatico, ma anche una fonte di ispirazione per altri giovani che desiderano lottare per un futuro sostenibile e giusto.