Segnali dal passato: l’era glaciale svela un futuro climatico estremo dominato da El Niño

"Ingrandiamo una piccola sezione del nucleo di sedimento e analizziamo più gusci individuali dello stesso strato"
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Un recente studio condotto da un team di ricercatori guidato dall’Università dell’Arizona (UA), pubblicato su Nature, suggerisce che le scoperte sull’ultima era glaciale possano fornire preziose indicazioni su un futuro climatico ancora più estremo di quanto precedentemente previsto. Circa 20.000 anni fa, durante il picco dell’era glaciale, la Terra sperimentò un’estesa glaciazione e profondi cambiamenti climatici che trasformarono oceani, paesaggi e interi ecosistemi. Secondo gli autori dello studio, comprendere questa fase della storia della Terra è fondamentale per capire come potrebbe evolversi uno dei fenomeni climatici più potenti e influenti al mondo: El Niño.

Gli sconvolgimenti di El Niño

El Niño, noto per causare sconvolgimenti nei modelli meteorologici globali, si manifesta attraverso il riscaldamento periodico e irregolare delle temperature superficiali del mare nell’Oceano Pacifico centrale e orientale. “El Niño è una formidabile forza della natura: provoca siccità, inondazioni e incendi boschivi, sconvolgendo gli ecosistemi marini e terrestri in tutto il pianeta, con impatti sociali pervasivi in numerosi settori, dall’agricoltura all’industria aeronautica“, spiega Kaustubh Thirumalai, coautore principale dello studio e professore presso il Dipartimento di geoscienze dell’Università dell’Alabama.

El Niño si verifica ogni due-sette anni e prevedere come questo fenomeno potrebbe mutare nel prossimo futuro rappresenta una sfida cruciale per gli scienziati del clima. “Esistono diversi modelli climatici all’avanguardia, che suggeriscono risposte diverse di El Niño al riscaldamento in corso e futuro causato dall’uomo“, continua Thirumalai. “Alcuni affermano che le variazioni di El Niño aumenteranno, altri che diminuiranno: è un fenomeno complesso e sfaccettato. Quindi, affrontare cosa potrebbe accadere a El Niño è una priorità fondamentale per la scienza del clima“.

Per rispondere a questa incertezza, il team di ricerca, composto da studiosi di diverse istituzioni tra cui l’Università del Colorado Boulder, l’Università del Texas, il Middlebury College e il Woods Hole Oceanographic Institution, ha esaminato il passato. Utilizzando il Community Earth System Model, uno strumento sviluppato per simulare il sistema climatico della Terra, i ricercatori hanno ricreato le condizioni climatiche dall’ultimo massimo glaciale fino ai giorni nostri.

Lo studio

Per validare i risultati del modello, il team ha confrontato le simulazioni con i dati ottenuti dai resti di minuscoli organismi marini chiamati foraminiferi, che si trovano nei campioni oceanici estratti dal fondale marino. Questi organismi, che vivono negli strati superiori dell’oceano, costruiscono gusci che registrano la temperatura dell’acqua in cui vivono. “Queste meravigliose creature microscopiche, che galleggiano negli strati superiori dell’oceano, costruiscono gusci che mantengono la temperatura dell’oceano quando erano in vita“, afferma Thirumalai.

I foraminiferi, infatti, secernono conchiglie utilizzando i materiali presenti nell’acqua marina circostante, la cui composizione chimica varia in base alla temperatura dell’acqua. Una volta morti, i loro gusci affondano e si depositano sul fondale oceanico, formando strati di sedimenti che possono essere analizzati per ricostruire le temperature oceaniche di migliaia di anni fa. Grazie a questo metodo, gli scienziati possono confrontare le temperature di allora con le simulazioni climatiche.

Ingrandiamo una piccola sezione del nucleo di sedimento e analizziamo più gusci individuali dello stesso strato. Questo ci fornisce un intervallo di temperature dell’Oceano Pacifico in un breve periodo di tempo, che possiamo confrontare tra l’era glaciale e oggi“, ha spiegato Thirumalai.

Lo studio ha rilevato che la variabilità di El Niño era significativamente più bassa durante l’ultimo massimo glaciale rispetto ad oggi, ma che i futuri eventi estremi di El Niño potrebbero diventare più frequenti a causa del riscaldamento globale. Questo cambiamento potrebbe portare a sconvolgimenti meteorologici più intensi e ricorrenti in tutto il mondo.

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