L’India non smetterà di acquistare petrolio russo a basso costo

L'India, uno dei principali consumatori di energia a livello globale, importa circa l'88% del suo fabbisogno di petrolio
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La conferenza annuale Gastech, tenutasi a Houston, ha offerto una panoramica interessante e strategica sul futuro dell’energia globale, con un focus particolare sulla postura dell’India riguardo al mercato del petrolio e del gas. In questo contesto, il Ministro del Petrolio e del Gas Naturale dell’India, Hardeep Singh Puri, ha delineato chiaramente la posizione del suo paese sulle dinamiche energetiche e le strategie di approvvigionamento a livello internazionale.

La decisione dell’India

Durante l’evento, che ha visto la partecipazione di alti dirigenti e ministri del settore energetico, Puri ha dichiarato che l’India non intende modificare la sua politica di acquisto di petrolio russo a basso costo. Le sanzioni imposte dalle nazioni occidentali alla Russia in risposta alla guerra in Ucraina hanno influito significativamente sui prezzi del petrolio, costringendo la Russia a vendere il greggio a tariffe più contenute. L’India, come emerso dall’intervista di Puri con Reuters, ha deciso di sfruttare questa opportunità economica.

Se un’entità non è soggetta a sanzioni, non c’è dubbio che acquisterò dal fornitore più economico,” ha affermato il Ministro Puri. Questa dichiarazione riflette un approccio pragmatico e orientato al risparmio da parte dell’India, che, nonostante le tensioni geopolitiche, continua a cercare il miglior rapporto qualità-prezzo per le sue risorse energetiche.

Il fabbisogno di petrolio in India

L’India, uno dei principali consumatori di energia a livello globale, importa circa l’88% del suo fabbisogno di petrolio. Questo alto grado di dipendenza dalle importazioni spinge il paese a cercare costantemente fonti di approvvigionamento vantaggiose. La capacità di raffinazione annuale dell’India, attualmente pari a circa 252 milioni di tonnellate, è destinata a espandersi. Puri ha rivelato che ci sono progetti in corso per aumentare questa capacità fino a 300 milioni di tonnellate metriche all’anno, con una possibile ulteriore espansione a 400 o 450 milioni di tonnellate.

L’espansione della capacità di raffinazione non è l’unica priorità dell’India. La recente impennata dei prezzi globali del gas superrefrigerato, conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina, ha rallentato l’adozione del gas naturale nel paese. Tuttavia, Puri ha espresso ottimismo riguardo al futuro: “Se i prezzi del gas dovessero stabilizzarsi e scendere, la sua quota nel nostro mix energetico aumenterebbe.” L’India prevede di incrementare la quota di gas naturale nel suo mix energetico al 15% entro il 2030, rispetto al 6% attuale. Il ritmo di questo cambiamento dipenderà, in larga misura, dalle fluttuazioni dei prezzi.

Gli investimenti delle aziende indiane

Sul fronte degli investimenti, le aziende indiane, sia statali che private, stanno puntando su progetti di gas naturale liquefatto e cercano opportunità globali per investimenti. Puri ha rivelato che l’India sta esplorando la possibilità di collaborazioni con la Guyana, che possiede oltre 12 miliardi di barili di risorse petrolifere recuperabili. Inoltre, l’India è in trattative con le cinque più grandi compagnie petrolifere e del gas del mondo per valutare opportunità di esplorazione di idrocarburi nel paese.

La partecipazione dell’India alla conferenza Gastech e le dichiarazioni di Hardeep Singh Puri evidenziano una chiara strategia orientata all’ottimizzazione delle risorse energetiche e alla diversificazione degli approvvigionamenti. Con un mercato energetico globale in rapida evoluzione e un contesto geopolitico complesso, l’approccio dell’India potrebbe servire da modello per altri paesi in cerca di equilibrio tra risparmio economico e sicurezza energetica.

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