La California meridionale è recentemente entrata nella storia per aver battuto un record inquietante: il maggior numero di terremoti di magnitudo 4.0 e superiori in un solo anno. Questo traguardo inquietante è stato segnato da un terremoto di magnitudo 4.7 e da cinque scosse di assestamento che hanno colpito Malibu giovedì scorso, portando il totale annuale a ben 14 eventi sismici di questa magnitudo.
Il dato medio annuale per la regione, secondo la sismologa dell’US Geological Survey (USGS) Lucy Jones, è di circa otto terremoti di magnitudo 4.0 o superiore. Con il record precedente fissato a 13 scosse in un anno, l’attuale incremento ha sollevato serie preoccupazioni tra gli esperti e i residenti.
La minaccia del “Big One”
L’aumento dell’attività sismica in California meridionale ha alimentato i timori riguardo al cosiddetto “Big One“, un terremoto di elevata magnitudo atteso da tempo lungo la Faglia di San Andreas. Questo gigantesco evento sismico, se dovesse verificarsi, potrebbe causare enormi danni e perdere un bilancio di vittime e feriti considerevoli. Secondo le stime, un terremoto di magnitudo 8 o superiore potrebbe provocare circa 1.800 decessi, 50.000 feriti e danni per circa 200 miliardi di dollari.
I ricercatori non sono in grado di prevedere i terremoti con precisione, ma hanno da lungo tempo avvertito dell’inevitabilità del “Big One”. Infatti, la Faglia di San Andreas, che attraversa la California da sud a nord, non ha registrato un terremoto significativo da oltre tre secoli, mentre tali eventi tendono a verificarsi ogni 150-200 anni.
Le recenti attività sismiche
Negli ultimi mesi, il sud della California ha visto un incremento notevole di terremoti di magnitudo 4.0 e superiori. Il 6 agosto, un terremoto di magnitudo 5.3 ha colpito Bakersfield, avvertito fino a oltre cento miglia di distanza, al Dodgers Stadium, dove si trovavano quasi 50.000 persone. Fortunatamente, non ci sono stati feriti. Pochi giorni dopo, il 12 agosto, un terremoto di magnitudo 4.4 ha colpito Pasadena, essenzialmente nella stessa area di un terremoto di magnitudo 3.5 avvenuto a giugno.
Le opinioni degli esperti
Nonostante l’innalzamento dei numeri, Lucy Jones ha dichiarato che l’aumento dell’attività sismica non implica necessariamente che il “Big One” sia imminente. In una dichiarazione al New York Times, Jones ha chiarito che le frequenti scosse più piccole non aumentano la probabilità di un grande terremoto. La sismologa ha aggiunto che, sebbene l’attività sismica complessiva sia rimasta relativamente tranquilla dal 1993, quest’anno si è osservato un aumento significativo delle serie di terremoti con magnitudo 4.0 o superiore. Tuttavia, questi numeri “non sono ancora statisticamente significativi“, il che impedisce di trarre conclusioni definitive su una possibile tendenza verso un grande evento sismico.
Prepararsi al peggio
Il Southern California Earthquake Center ha avvertito che il rischio di un devastante megaterremoto è aumentato. I ricercatori hanno aggiornato la probabilità di un terremoto di magnitudo 8 o superiore nei prossimi 30 anni dal 4,7% al 7,0%. Tom Jordan, direttore del centro e coautore dello studio, ha dichiarato: “Siamo fortunati che l’attività sismica in California sia stata relativamente bassa nel corso dell’ultimo secolo. Ma sappiamo che le forze tettoniche stanno continuamente stringendo le molle del sistema di faglie di San Andreas, rendendo inevitabili grandi terremoti.”
Lucy Jones ha ribadito l’importanza della preparazione, avvertendo che la negazione della realtà imminente del rischio potrebbe solo portare a maggiori sofferenze in caso di catastrofe. “La nostra decisione di non accettare questa realtà significa solo che più persone soffriranno,” ha sottolineato Jones.
Il futuro della previsione dei terremoti
Nel tentativo di migliorare la previsione dei terremoti, sono stati compiuti progressi significativi. Nuovi studi hanno identificato un legame tra la forza delle faglie e la dimensione dei terremoti, offrendo potenzialmente un metodo per stimare la vicinanza a un grande evento sismico. Satoshi Matsumoto, direttore dell’Istituto di Sismologia e Vulcanologia dell’Università di Kyushu, ha spiegato: “Queste informazioni sono vitali da conoscere per essere preparati a grandi terremoti.” Tuttavia, nonostante i progressi, rimane la consapevolezza che prevedere i tempi esatti di un terremoto rimane una sfida complessa e irrisolta.
La California rimane quindi in uno stato di attesa ansiosa, con l’augurio che l’aumento dell’attività sismica non sia altro che una fase temporanea e non il presagio di una catastrofe inevitabile. La preparazione e la consapevolezza restano fondamentali per affrontare il rischio e minimizzare i danni in caso di futuri eventi sismici significativi.