Negli ultimi decenni, la comunità scientifica ha fatto progressi straordinari nella comprensione del cervello umano, esplorando come l’invecchiamento influenzi il funzionamento cerebrale e come vari fattori esterni possano accelerare o rallentare questo processo. Uno studio rivoluzionario, pubblicato recentemente su Nature Medicine e condotto da un team internazionale guidato dall’Università del Surrey, ha aggiunto un tassello cruciale a questa conoscenza: la disuguaglianza, che sia economica, ambientale o sanitaria, può accelerare significativamente l’invecchiamento cerebrale, con effetti particolarmente devastanti nelle regioni del mondo più colpite dalle disparità sociali ed economiche.
Orologi cerebrali e deep learning
Al centro di questa ricerca vi sono gli orologi cerebrali, strumenti all’avanguardia che utilizzano algoritmi di deep learning per stimare l’età biologica del cervello, confrontandola con l’età cronologica di una persona. Questi orologi, sviluppati attraverso l’analisi di dati complessi come quelli ottenuti dalla risonanza magnetica funzionale (fMRI) e dall’elettroencefalografia (EEG), rappresentano un importante passo avanti nella comprensione di come il cervello invecchia e di quali fattori contribuiscano a questo processo.
Gli orologi cerebrali non si limitano a tracciare il tempo biologico. Essi forniscono una finestra sulle dinamiche dell’invecchiamento cerebrale, catturando la differenza tra l’età effettiva di un individuo e quella del suo cervello. Questo divario, noto come “brain-age gap,” può essere influenzato da una varietà di fattori, tra cui le condizioni ambientali, lo stato socioeconomico, l’esposizione a inquinanti e lo stato di salute generale.
La disuguaglianza come motore dell’invecchiamento cerebrale
Lo studio ha analizzato i dati di 5.306 partecipanti provenienti da 15 paesi diversi, con un focus particolare su nazioni dell’America Latina e dei Caraibi (LAC) e su altre aree del mondo non appartenenti a questa regione. Attraverso l’analisi dei dati di risonanza magnetica e EEG, i ricercatori hanno cercato di quantificare le differenze nell’età cerebrale tra individui sani e quelli affetti da condizioni neurodegenerative, come il decadimento cognitivo lieve (MCI), il morbo di Alzheimer e la degenerazione frontotemporale (FTLD).
I risultati sono stati chiari e preoccupanti: le persone che vivono in paesi con alti livelli di disuguaglianza socioeconomica, esposizione a inquinanti e malattie croniche presentano un’accelerazione significativa dell’invecchiamento cerebrale rispetto a quelle che vivono in condizioni più favorevoli. Le aree del cervello più colpite da questo invecchiamento accelerato sono quelle legate alla memoria, all’attenzione e alla capacità decisionale, regioni cruciali per mantenere una buona qualità della vita durante l’invecchiamento.
L’impennata dell’invecchiamento cerebrale nelle donne
Uno dei risultati più sorprendenti dello studio riguarda le donne che vivono nei paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Queste donne, soprattutto quelle affette da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, hanno mostrato una differenza di età cerebrale significativamente maggiore rispetto ai loro coetanei maschi. Questa disparità è attribuibile a vari fattori, tra cui l’accesso limitato alle risorse sanitarie, una maggiore esposizione a condizioni ambientali avverse e disparità di genere radicate nelle strutture sociali di molti di questi paesi.
In queste nazioni, le donne spesso svolgono ruoli domestici più gravosi e sono esposte a maggiori stress, sia fisici che psicologici. Tali condizioni possono contribuire a un invecchiamento cerebrale accelerato, aggravato ulteriormente da una limitata disponibilità di cure sanitarie e supporto sociale.
Il dottor Daniel Abasolo, coautore dello studio e capo del Centro di Ingegneria Biomedica presso l’Università del Surrey, ha osservato: “Nei paesi in cui la disuguaglianza è più alta, il cervello delle persone tende a invecchiare più rapidamente, specialmente nelle aree del cervello maggiormente colpite dall’invecchiamento. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle donne dell’America Latina, che spesso affrontano una combinazione letale di fattori sociali e ambientali negativi.”
Fattori di rischio
Lo studio ha evidenziato come la disuguaglianza socioeconomica e l’inquinamento ambientale siano due dei principali motori dell’invecchiamento cerebrale accelerato. Nei paesi con alti livelli di disuguaglianza economica, le persone tendono a vivere in aree con scarsa qualità dell’aria, ridotto accesso a servizi sanitari di qualità e elevati livelli di stress cronico, tutti fattori che possono contribuire all’invecchiamento precoce del cervello.
L’inquinamento atmosferico, in particolare, è stato collegato a un aumento del rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. L’esposizione a particolato fine (PM2.5) e altre sostanze inquinanti può causare infiammazioni croniche nel cervello, danneggiando le cellule nervose e accelerando il processo di invecchiamento. Nei paesi in via di sviluppo, dove le normative ambientali sono spesso meno rigorose, l’inquinamento rappresenta una minaccia significativa per la salute pubblica, con effetti particolarmente gravi sul cervello.
Il morbo di Alzheimer e le differenze di genere
Un’altra area di interesse dello studio è stata l’analisi delle differenze di genere nell’invecchiamento cerebrale, con particolare attenzione al morbo di Alzheimer. Le donne, specialmente quelle provenienti da regioni svantaggiate, hanno mostrato tassi di invecchiamento cerebrale significativamente più elevati rispetto agli uomini. Questo potrebbe essere legato a fattori biologici, come le differenze nei livelli ormonali, ma anche a disparità socioeconomiche e di accesso alle cure.
Le donne tendono a vivere più a lungo degli uomini, il che le rende più suscettibili a malattie legate all’età come l’Alzheimer. Tuttavia, in molte culture, esse hanno anche meno accesso a risorse economiche e sanitarie, il che può esacerbare il loro rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. Lo studio suggerisce che per ridurre il rischio di invecchiamento cerebrale accelerato nelle donne, è essenziale migliorare l’accesso a cure mediche di qualità e affrontare le disuguaglianze di genere.
L’esposoma
Lo studio ha introdotto il concetto di esposoma per descrivere l’insieme di esposizioni ambientali e sociali che un individuo sperimenta nel corso della vita e come queste influenzino l’invecchiamento cerebrale. L’esposoma include fattori come la qualità dell’aria, l’accesso a risorse economiche, il livello di istruzione, e l’esposizione a stress cronico. Comprendere come questi fattori interagiscano per influenzare la salute del cervello è essenziale per sviluppare interventi efficaci.
Gli autori dello studio sottolineano che l’esposoma varia notevolmente da una popolazione all’altra, il che significa che le strategie per affrontare l’invecchiamento cerebrale dovranno essere adattate alle specifiche esigenze di diverse comunità. Ad esempio, nei paesi ad alto reddito, dove l’inquinamento atmosferico può essere controllato più efficacemente, gli interventi potrebbero concentrarsi sulla riduzione dello stress e sul miglioramento dell’accesso alle cure sanitarie. Nei paesi a basso reddito, invece, potrebbero essere necessari approcci più ampi che includano la lotta alla povertà, il miglioramento delle condizioni abitative e la riduzione dell’inquinamento.