La Finlandia rimanda indietro i panda Lumi e Pyry: “troppo caro mantenerli”

Un fattore che ha aggravato la situazione è la necessità di importare cibo specifico per i panda
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I panda giganti, simbolo di amicizia internazionale e strumenti di diplomazia ambientale, hanno vissuto una storia movimentata negli ultimi anni, con protagonisti come Lumi e Pyry, due esemplari ospitati presso l’Ahtari Zoo in Finlandia. Tuttavia, la loro permanenza, inizialmente prevista per quindici anni, si concluderà con oltre otto anni di anticipo a causa dell’impatto devastante dell’inflazione e dei costi sempre più alti di mantenimento.

La diplomazia del panda: un simbolo di cooperazione tra Finlandia e Cina

L’arrivo di Lumi e Pyry, avvenuto nel 2018, era stato salutato come un passo importante nelle relazioni tra Finlandia e Cina. L’occasione era stata la visita del presidente cinese Xi Jinping in Finlandia, un evento che aveva portato alla firma di un accordo congiunto per la protezione degli animali, tra cui i panda giganti. Questa iniziativa rientrava nel più ampio programma cinese noto come “diplomazia del panda”, una pratica che risale al VII secolo e che ha visto i panda diventare ambasciatori della Cina in diversi paesi del mondo.

L’obiettivo della diplomazia del panda è duplice: da un lato, rafforzare i legami diplomatici e commerciali con le nazioni ospitanti; dall’altro, sostenere la conservazione della specie, che è stata per decenni a rischio di estinzione. Ospitare un panda gigante, oltre ad essere un onore, comporta l’adesione a rigidi protocolli internazionali e impegni economici di grande rilevanza.

Il peso dell’inflazione: un fardello insostenibile

Nonostante il fascino e l’attrattiva che Lumi e Pyry hanno portato allo zoo finlandese, i costi di gestione sono aumentati vertiginosamente, a tal punto da far crollare il fragile equilibrio economico della struttura. Secondo quanto riportato da Reuters, l’aumento dell’inflazione ha giocato un ruolo determinante nel segnare il destino dei due panda. La crisi economica mondiale, alimentata dalle conseguenze della pandemia e dalle tensioni geopolitiche globali, ha colpito duramente anche la Finlandia, rendendo difficile per lo zoo sostenere le spese collegate al mantenimento degli animali.

Dal loro arrivo, l’Ahtari Zoo ha investito oltre 8 milioni di euro per garantire una struttura adeguata ai panda. Questi fondi sono stati impiegati per la costruzione di ambienti speciali e la fornitura di risorse dedicate al benessere degli animali. A questo si aggiunge una spesa annuale di circa 1,5 milioni di euro, che include la “tassa panda” pagata alla Cina, un contributo necessario per la concessione degli esemplari in prestito.

Un fattore che ha ulteriormente aggravato la situazione è la necessità di importare cibo specifico per i panda. La dieta di questi animali, basata principalmente sul bambù, deve essere rigorosamente rispettata per garantire la loro salute. Tuttavia, il bambù, non essendo una pianta autoctona della Finlandia, deve essere importato dall’estero a costi elevati, il che ha inciso fortemente sul bilancio dello zoo.

La decisione inevitabile: un ritorno anticipato

La direzione dell’Ahtari Zoo si è trovata quindi di fronte a una decisione estremamente difficile. Malgrado il profondo legame affettivo sviluppato dallo staff dello zoo e dai visitatori nei confronti di Lumi e Pyry, i costi erano ormai insostenibili. Con grande rammarico, lo zoo ha annunciato che i due panda verranno rispediti in Cina, ponendo fine al prestito con più di otto anni di anticipo rispetto agli accordi iniziali, che prevedevano una permanenza di quindici anni. Questa decisione, seppur sofferta, appare inevitabile alla luce della difficile situazione economica globale.

La storia di Lumi e Pyry: un viaggio di ritorno

Lumi e Pyry, i due panda che hanno vissuto per sei anni in Finlandia, torneranno quindi nel loro paese d’origine, ma non senza lasciare un segno profondo. Per lo zoo, l’arrivo dei due animali aveva rappresentato un’opportunità unica non solo in termini di immagine, ma anche per incrementare il numero di visitatori. La presenza di panda giganti attira generalmente un grande flusso di pubblico, attratto dall’idea di poter osservare da vicino una delle specie più rare e affascinanti del mondo animale.

La storia di questi due panda non finisce qui. Una volta tornati in Cina, Lumi e Pyry continueranno a svolgere il loro ruolo all’interno dei programmi di conservazione della specie, che prevedono la riproduzione in cattività per garantire la sopravvivenza dei panda giganti. La Cina ha investito enormemente in questi programmi, costruendo riserve naturali dedicate e collaborando con numerosi zoo in tutto il mondo.

Riflessioni sul futuro: il costo della conservazione

Il caso di Lumi e Pyry solleva una questione più ampia riguardante il costo effettivo della conservazione di specie in via di estinzione, come i panda giganti. Oltre agli investimenti necessari per garantire il loro benessere, c’è anche una componente economica significativa legata alla gestione di animali che, fuori dal loro habitat naturale, richiedono cure particolari.

Questo episodio potrebbe aprire un dibattito più ampio sulla sostenibilità a lungo termine di tali progetti di conservazione, soprattutto in un contesto di crisi economica globale. Gli zoo e le strutture che ospitano specie esotiche potrebbero dover riconsiderare i loro modelli di business e trovare nuove soluzioni per garantire la continuazione di questi programmi senza gravare eccessivamente sui bilanci.

Inoltre, l’inflazione globale e l’aumento dei costi delle materie prime potrebbero spingere altri zoo e parchi naturali a rivalutare i propri accordi con la Cina per l’ospitalità dei panda. La crisi non sembra avere soluzioni immediate, e il futuro di molte specie in via di estinzione, come i panda giganti, potrebbe essere messo a rischio.

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