La fuga degli squali dalla Barriera Corallina minaccia l’ecosistema

Gli studiosi avvertono che "gli squali di barriera sono già assenti da quasi il 20% delle barriere coralline a livello globale, in parte a causa della pesca eccessiva, e questa nuova scoperta ha il potenziale per esacerbare queste tendenze"
MeteoWeb

La crescente crisi climatica, con l’innalzamento delle temperature oceaniche, sta spingendo i principali predatori marini, come gli squali, ad abbandonare le barriere coralline, compromettendo un ecosistema già in difficoltà. Questa preoccupante scoperta emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Communications Biology, condotto da un team di ricercatori che ha monitorato 120 squali utilizzando tag specializzati. L’analisi ha prodotto oltre 700 mila dati, integrati con informazioni satellitari riguardanti le misurazioni dello stress ambientale, tra cui temperatura della superficie del mare, modelli di vento e correnti.

Gli squali in fuga dalla Barriera Corallina

Michael Williamson, ricercatore post-dottorato presso l’Institute of Zoology di Londra e autore principale dello studio, ha spiegato che “è probabile che le alte temperature abbiano allontanato immediatamente gli squali, oltre all’impatto del calore sulla salute della barriera corallina, ulteriore causa di ‘fuga’ dei predatori“. Gli squali grigi di barriera, oggetto della ricerca, trascorrono gran parte del loro tempo sulle barriere coralline, dove socializzano, si riparano da squali più grandi e si nutrono di pesci di barriera.

La maggior parte della loro alimentazione avviene di notte e al largo della barriera corallina, e le loro feci forniscono sostanze nutritive vitali per altri abitanti dell’ecosistema corallino. La loro scomparsa dalle barriere coralline minaccia quindi la sopravvivenza di altre specie e lo stato di salute dell’habitat stesso. Dal 2013 al 2020, i ricercatori hanno monitorato più di 120 squali grigi nelle remote barriere coralline dell’arcipelago delle Chagos, situato nell’Oceano Indiano centrale.

La ricerca ha rivelato che, a causa dello stress ambientale, in particolare durante l’evento di riscaldamento degli oceani El Niño del 2015-16, gli squali hanno trascorso molto meno tempo sulle barriere coralline e, in alcuni casi, non sono riusciti a ritornare per un massimo di 16 mesi dopo un evento di stress. Essendo animali a sangue freddo, la loro temperatura corporea è direttamente influenzata da quella dell’acqua. “Se fa troppo caldo, dovranno spostarsi,” ha dichiarato il dottor David Jacoby, docente di zoologia all’Università di Lancaster e uno dei dirigenti del progetto. “Pensiamo che molti stiano scegliendo di trasferirsi in acque offshore, più profonde e più fresche, il che è preoccupante,” ha aggiunto Jacoby. Alcuni squali stanno scomparendo completamente dalla barriera corallina per periodi di tempo sempre più lunghi.

Gli studiosi avvertono che “gli squali di barriera sono già assenti da quasi il 20% delle barriere coralline a livello globale, in parte a causa della pesca eccessiva, e questa nuova scoperta ha il potenziale per esacerbare queste tendenze“. Le barriere coralline tropicali sono ecosistemi straordinari e ricchi di biodiversità, ospitando un quarto di tutti i pesci marini. Tuttavia, sono gravemente minacciate dal riscaldamento delle acque oceaniche, dalla pesca eccessiva e dall’inquinamento. Se il riscaldamento globale raggiungesse i 2°C, la stragrande maggioranza delle barriere coralline potrebbe andare persa, con eventi di sbiancamento gravi previsti annualmente entro la metà del secolo, anche se gli impegni dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici saranno rispettati. Almeno 500 milioni di persone dipendono dalle barriere coralline per il loro cibo e il loro sostentamento.

Condividi