Uno studio impressionante condotto dall’Istituto di Salute del Lussemburgo ha scoperto come le fibre alimentari possano migliorare la disponibilità delle vitamine del gruppo B prodotte dal microbioma intestinale per l’ospite, influenzando così la salute immunitaria.
Le vitamine B alimentari, che hanno numerose funzioni promuoventi per la salute, inclusa la regolazione immunitaria, vengono assorbite nell’intestino tenue; pertanto, i livelli di questi composti nel colon dipendono interamente dalla biosintesi microbica. Un nuovo studio dell’Istituto di Salute del Lussemburgo mostra come mangiare più fibre possa aiutare i batteri intestinali a utilizzare meno vitamine B per sé stessi, aumentando così la disponibilità di vitamine B per l’ospite. Questo studio, guidato dal Prof. Mahesh Desai, Capo Gruppo di Nutrizione, Microbioma e Immunità del Dipartimento di Infezione e Immunità, fornisce nuove intuizioni sulla complessa relazione tra dieta, salute intestinale e sistema immunitario.
Il team di ricerca ha utilizzato diverse diete per roditori con contenuti di fibre differenti per esplorare come queste variazioni influenzino i batteri intestinali e, successivamente, l’immunità dell’ospite. Le loro analisi complete hanno rivelato che la privazione di fibre portava a una marcata diminuzione delle vitamine B prodotte dalla microbiota, un gruppo di vitamine che svolge un ruolo cruciale in molte funzioni corporee, incluso il mantenimento di un sistema immunitario forte. Al contrario, l’integrazione con fibre cereali complesse o con l’inulina, un tipo specifico di fibra prebiotica, ha ripristinato la produzione di queste vitamine e ha ripristinato l’equilibrio immunitario.
Ciò è accaduto perché le fibre hanno aiutato i batteri intestinali benefici a prosperare, mentre la mancanza di fibre ha portato alcuni batteri a consumare le vitamine B per sé stessi, lasciando meno per l’ospite.
Il Prof. Mahesh Desai ha spiegato: “I nostri risultati sottolineano il ruolo significativo delle fibre alimentari nella modulazione dell’output metabolico dei batteri intestinali, in particolare nel migliorare la disponibilità delle vitamine B. Questo, a sua volta, ha un profondo effetto sul panorama immunitario dell’ospite. Poiché la carenza di vitamine B è associata a una miriade di malattie, il nostro studio evidenzia il potenziale degli interventi dietetici per aumentare le vitamine B nel colon al fine di supportare la salute immunitaria.”
I risultati dello studio sono particolarmente intriganti, dato l’aumento della prevalenza dei disturbi immunitari e delle malattie infiammatorie. Stabilendo un chiaro legame tra l’assunzione di fibre, il metabolismo dei batteri intestinali e la funzione immunitaria, questa ricerca apre nuove strade per lo sviluppo di strategie dietetiche per promuovere la salute e prevenire malattie.
“Le fibre alimentari sono un termine generico per una classe molto diversificata di carboidrati,” ha osservato la coautrice principale Dr.ssa Erica Grant. “La nostra ricerca dimostra che tipi specifici di fibre, come l’inulina, sono più efficaci nel sostenere la crescita di batteri benefici che producono vitamine B; mentre l’assenza di queste fibre crea un ambiente che spinge alcuni batteri a utilizzare le vitamine B per sé stessi.”
“Per quanto riguarda le applicazioni traslazionali negli esseri umani,” aggiunge la Dr.ssa Amy Parrish, coautrice principale della pubblicazione, “questo potrebbe avere significative implicazioni per la nutrizione personalizzata e lo sviluppo di interventi dietetici mirati per supportare la salute immunitaria colonica.”
Lo studio evidenzia il potenziale di tipi di fibre definiti per aumentare la produzione di vitamine B derivate dai batteri e regolare le popolazioni immunitarie locali. Questi risultati aprono la strada a approcci innovativi nell’utilizzo della dieta per modulare il microbioma e migliorare la salute immunitaria.
La ricerca è stata pubblicata nella rivista Microbiome di Springer Nature, una delle principali riviste del settore, con il titolo completo: “Le fibre alimentari aumentano il pool di vitamine B prodotte dal microbiota intestinale e alterano il panorama immunitario dell’ospite”.
Lo studio è stato condotto da due ex dottorandi del team del Prof. Desai, Dr.ssa Erica Grant e Dr.ssa Amy Parrish. Altri ricercatori che hanno partecipato allo studio presso il Dipartimento di Infezione e Immunità del LIH includevano la Dr.ssa Marie Boudaud, il Sig. Oliver Hunewald e il Prof. Markus Ollert. Lo studio ha coinvolto collaborazioni tra il Dipartimento di Infezione e Immunità del LIH e il gruppo del Dr. Shinji Fukuda, Università Keio, Giappone. Questo lavoro è stato supportato dal Fondo Nazionale di Ricerca del Lussemburgo (FNR) e dalla Fondazione del Pelicano di Mie e Pierre Hippert-Faber, sotto l’egida della Fondazione di Lussemburgo, così come dalle Azioni Marie Skłodowska-Curie della Commissione Europea Horizon 2020 per borse individuali.