Lecce, bambina di 8 anni ricoverata per sospetta infibulazione

La procura dei minori di Lecce ha aperto un'inchiesta per un presunto caso di infibulazione ai danni di una bambina di 8 anni originaria del Mali
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Una bambina di origini malesi è stata accompagnata all’ospedale Vito Fazzi di Lecce lamentando un dolore al basso ventre causato da una caduta in casa. La piccola, dopo le prime cure del caso, è stata ricoverata nel reparto di pediatria del nosocomio leccese dove si è scoperto che è stata vittima di infibulazione una pratica di mutilazione dei genitali molto diffusa in Africa e vietata in Italia dove è punita severamente.

Dopo la scioccante scoperta i medici hanno prontamente provveduto ad allertare i carabinieri di Lecce e la procura dei minori ha avviato tutti gli accertamenti necessari a valutare le condizioni in cui si trovano i fratelli della ragazzina e se sussistono eventuali responsabilità a carico dei genitori.

La piccola, dopo aver ricevuto le cure necessarie, è sotto monitoraggio in un ambiente protetto, dove riceve assistenza e sostegno. Questa vicenda mette in luce la necessità di una maggiore attenzione e sensibilizzazione rispetto alle pratiche culturali che violano i diritti fondamentali delle donne e delle bambine, richiedendo un intervento deciso e coordinato da parte delle istituzioni.

Cos’è l’infibulazione

L’infibulazione (dal latino fibula, spilla) è una pratica, che spesso prende le forme di un rituale, che prevede la menomazione degli organi genitali di una persona di sesso femminile, sia essa una bambina o un’adolescente, o di sesso maschile, sebbene le pratiche siano diverse per la natura delle loro implicazioni.

Il principale ma non unico scopo dell’infibulazione è quello di impedire alla persona infibulata di avere rapporti sessuali. Nel caso dell’infibulazione femminile, ciò è volto alla preservazione della verginità della donna e la pratica, identificata dall’Organizzazione mondiale della sanità come mutilazione genitale femminile di tipo III, consiste nell’asportazione del clitoride (escissione del clitoride), delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale.

La mutilazione è irreversibile, mentre la capacità di consumare atti sessuali può essere ripristinata attraverso la “defibulazione”, una pratica che viene svolta solitamente dopo il matrimonio spesso dallo stesso sposo.

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