Le scie di condensazione degli aerei, un fenomeno fino a oggi poco compreso, sembrano avere un impatto sul riscaldamento globale maggiore delle emissioni di CO₂. Classificate come “emissioni non-CO₂“, queste scie sono causate, tra l’altro, dagli ossidi di azoto (NOx) e sono al centro di crescenti studi scientifici. In particolare, un simposio organizzato a Montreal dall’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale ha approfondito questa problematica.
Le scie di condensazione
Le scie si formano ad alta quota in regioni sovrasature di ghiaccio (ISSR), quando la combustione del cherosene crea particelle di fuliggine che si trasformano in cristalli di ghiaccio. “Questi cristalli formano nubi di cirri, simili a filamenti bianchi, che intrappolano il calore proveniente dalla Terra, impedendone la dispersione nell’atmosfera e causando così un effetto serra,” spiega Donald Wuebbles, professore dell’Università dell’Illinois. Le scie di condensa che durano solo pochi minuti “non sono molto preoccupanti“, aggiunge. Tuttavia, “se si formano di notte, possono persistere più a lungo, amplificando l’effetto riscaldante“.
Secondo Donald Wuebbles, le emissioni non-CO₂ potrebbero essere responsabili di circa due terzi dell’impatto del trasporto aereo sul riscaldamento globale. In particolare, sottolinea che il principale effetto non legato alla CO₂ è proprio quello causato dalle scie di condensazione. Uno studio condotto dal professor britannico David Simon Lee, pubblicato nel 2021 su Atmospheric Environment, conferma che le scie di condensazione rappresentano una parte significativa dell’impatto climatico dell’aviazione.
Nonostante questo, gli esperti sottolineano che le emissioni non-CO₂ hanno una vita molto più breve rispetto all’anidride carbonica, il che suggerisce che, trovando soluzioni per evitarle, il loro effetto potrebbe scomparire rapidamente. Inoltre, non tutti i voli creano scie. Ad esempio, Irène Boyer-Souchet, responsabile dello sviluppo sostenibile presso Air France, spiega che “il 4% dei voli della compagnia è responsabile dell’80% dell’impatto delle scie sul riscaldamento globale“.
La strategia per affrontare questo problema consiste nel modificare le traiettorie dei voli, evitando le zone a rischio per la formazione di scie. Più di 3.000 osservazioni sono state effettuate dai piloti di Air France in collaborazione con Météo-France per migliorare le previsioni su queste zone. Tuttavia, Boyer-Souchet avverte: “Il rischio principale è che, se pensiamo di evitare una zona, potremmo finire per volare proprio lì a causa di previsioni meteo imprecise“.
American Airlines ha già condotto 70 voli di prova, modificando l’altitudine dei voli in base a immagini satellitari, dati meteorologici e modelli previsionali alimentati dall’intelligenza artificiale. Questo approccio ha permesso di ridurre le scie del 54%, con un modesto incremento del 2% nel consumo di carburante.
Secondo un rapporto dell’Università di Cambridge, accelerare l’implementazione di un sistema globale per prevenire la formazione delle scie potrebbe ridurre l’impatto climatico dell’aviazione del 40%. Tuttavia, Boyer-Souchet sottolinea che la saturazione dello spazio aereo rende difficile coordinare un sistema di questo tipo, pur esprimendo la speranza che possa diventare operativo entro il 2030.