Negli ultimi decenni, l’umanità ha assistito a un’evoluzione radicale nella sua percezione e consapevolezza riguardo alle questioni ambientali. Questo cambiamento è stato innescato da eventi climatici estremi, dalla perdita incessante di biodiversità e dall’emergere di movimenti globali che chiedono giustizia climatica. La consapevolezza collettiva si è trasformata, abbracciando la scienza come strumento fondamentale per comprendere e affrontare le sfide che il nostro pianeta si trova ad affrontare. In questo contesto, la Settimana del Pianeta Terra, un festival dedicato alla geoscienza e alla sostenibilità, emerge come un’iniziativa cruciale. Essa non solo celebra la bellezza e la complessità della Terra, ma funge anche da piattaforma per educare e sensibilizzare il pubblico su questioni fondamentali per il nostro futuro.
Abbiamo avuto l’onore di dialogare con due esponenti di spicco del panorama scientifico italiano: Rodolfo Coccioni, Professore Onorario dell’Università di Urbino, geologo e paleontologo, e Silvio Seno, Professore Ordinario di Geologia Strutturale all’Università degli Studi di Pavia, ideatori della Settimana del Pianeta Terra.
Cosa significa “consapevolezza ambientale”?
La consapevolezza ambientale in Italia ha vissuto una metamorfosi profonda nel corso degli ultimi decenni. Durante l’intervista, il Professor Silvio Seno ha descritto questa evoluzione con grande incisività: “Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti, così come la responsabilità degli uomini su questi eventi. Il nostro Festival nasce per portare a conoscenza del grande pubblico la stretta connessione che c’è trageoscienze e salvaguardia dell’ambiente e delle risorse.” Queste parole sintetizzano un cambiamento significativo nel modo in cui la società percepisce le questioni ecologiche, testimoniando un’epoca in cui la sostenibilità è diventata una priorità centrale nel dibattito pubblico.
Seno ha sottolineato come la nascita del Festival sia stata guidata dalla necessità di portare alla luce l’urgenza di una maggiore consapevolezza riguardo ai temi ambientali, un passo cruciale in un’epoca in cui i segnali di crisi ecologica sono sempre più evidenti. “Sentendo l’esigenza di stimolare una partecipazione più popolare ed estesa ai problemi dell’ambiente, nel 2012 ci siamo chiesti: cosa possiamo fare perché la questione ambientale non resti più solo un affare da scienziati e creare più attenzione nelle persone comuni verso l’ambiente? Così è nata l’idea della Settimana del Pianeta Terra“.
Tuttavia, il Professor Seno ha espresso anche preoccupazioni riguardo alla portata delle azioni intraprese finora. “Purtroppo ad oggi non abbiamo fatto e non facciamo abbastanza, non si conosce abbastanza e manca un approccio più ampio e generale alle questioni ambientali. E non può essere un approccio solo tecnico, da esperti. Ci vuole proprio un cambiamento culturale popolare, da cui siamo ancora molto distanti”
La condivisione del sapere
Nel contesto della divulgazione scientifica, la questione della condivisione del sapere è emersa come un tema cruciale. Il Professor Coccioni ha affermato con forza: “La condivisione del sapere non è un’opzione, ma un dovere.” Coccioni ha anche messo in luce le limitazioni attuali: “La condivisione del sapere e della conoscenza continua a essere insufficiente. La vera conoscenza è ancora limitata a pochi. E questo nonostante l’enorme disponibilità di mezzi di comunicazione e di accesso all’informazione. Ma proprio questo è anche causa di disinformazione.”
Le sfide della comunicazione scientifica
La difficoltà di comunicare la scienza è un tema ricorrente nel dialogo con i professori. Coccioni ha indicato come la Settimana del Pianeta Terra stia cercando di affrontare questa problematica con iniziative specifiche: “Tra gli eventi di questa edizione c’è anche un evento dedicato alla comunicazione della scienza. Sarà un evento dedicato ai giornalisti dell’ordine del Regione Marche.” Questa iniziativa rappresenta un’opportunità imperdibile per migliorare la qualità della comunicazione scientifica e per promuovere un dialogo proficuo tra scienziati e media.
Seno ha condiviso questa preoccupazione, sottolineando l’importanza di trovare un equilibrio tra rigore scientifico e accessibilità alle informazioni: “La difficoltà sta proprio nel riuscire a trovare un giusto equilibrio tra fondatezza delle informazioni e accessibilità alle stesse. Però è molto importante fare ogni sforzo possibile per arrivare a questo equilibrio tra rigore e comprensibilità dell’informazione scientifica.” Questo equilibrio è essenziale per garantire che il pubblico possa ricevere informazioni scientifiche accurate, senza che queste vengano sacrificate sulla base della semplificazione.
Il compito di trasmettere la scienza al pubblico diventa, quindi, una sfida complessa ma necessaria. Come ha affermato Coccioni, “è fondamentale trovare un linguaggio che possa parlare a tutti senza perdere di vista la complessità della scienza stessa,” La capacità di comunicare in modo chiaro, ma al tempo stesso approfondito, è cruciale per costruire una società più informata e consapevole.
L’importanza delle nuove generazioni
Il coinvolgimento delle nuove generazioni è stato un tema centrale nel dialogo con i professori. Seno ha evidenziato l’importanza del contributo dei giovani: “I giovani ci sono. Lo dimostrano anche i forti movimenti globali nati negli ultimi anni, e sono più propensi a guardare le necessità dell’ambiente in modo diverso dagli adulti.” Questa osservazione rimarca la crescente consapevolezza dei giovani riguardo alle sfide ambientali, sottolineando il loro ruolo attivo come agenti di cambiamento.
Coccioni ha condiviso esperienze significative di coinvolgimento giovanile: “Abbiamo avuto dei riscontri da genitori i quali hanno raccontato che, quando i loro figli hanno partecipato alle attività proposte da alcuni dei nostri geoeventi, alla domanda ‘Cosa hai fatto oggi a scuola?’, invece del solito ‘niente’ hanno risposto entusiasti: ‘Abbiamo fatto il geologo per un giorno!” Questi aneddoti illustrano come le esperienze pratiche possano suscitare interesse e curiosità nei più giovani, rendendo la scienza accessibile e affascinante.
Entrambi i professori hanno sottolineato l’importanza di creare spazi di dialogo e interazione in cui i giovani possano esprimere le proprie preoccupazioni e idee. “Il nostro compito, come divulgatori, è quello di fornire loro le chiavi per comprendere meglio il mondo che li circonda,” ha osservato Coccioni, enfatizzando l’importanza di un’educazione che stimoli il pensiero critico e la curiosità scientifica.
Responsabilità ambientale
Infine, la conversazione ha toccato le aspettative per l’edizione attuale della Settimana del Pianeta Terra. Coccioni ha annunciato oltre 80 geoeventi in programma in tutta Italia. Entrambi gli esperti condividono la convinzione che la divulgazione e la condivisione del sapere, attraverso la partecipazione agli eventi proposti dal Festival, possano stimolare nelle persone un maggiore senso di appartenenza e responsabilità ambientale.
Seno ha concluso con un monito potente: “È importante farlo, perché se vogliamo che le persone si sentano davvero coinvolte è necessario che abbiano gli strumenti per poter capire quello che succede.”
La Settimana del Pianeta Terra ci invita a ripensare il nostro legame con il mondo che ci circonda e a riscoprire la meraviglia che permea ogni aspetto della vita. È un invito a non rimanere passivi di fronte alle ingiustizie ambientali, ma a diventare agenti di cambiamento, custodi della bellezza naturale e protagonisti di un’epoca di consapevolezza e responsabilità. In questo cammino, ogni passo conta e ogni voce ha il potere di risuonare nel vasto coro della lotta per un futuro sostenibile.