Lo spazio trasforma il tessuto industriale italiano

Il 2023 ha visto investimenti significativi in ricerca e sviluppo, ammontanti a 34 milioni di euro
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Circuiti stampati, supporto meccanico per il trasporto dei satelliti, supporto elettrico per i test e contributi importanti per realizzare le camere pulite dove i satelliti vengono realizzati in condizioni controllate“: sono queste le nuove attività che hanno recentemente qualificato “moltissime aziende meccaniche italiane“. È quanto dichiarato dal neo amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, Giampiero Di Paolo, a margine di un evento nello stabilimento della Thales Alenia Space a Cannes, dove è pronto il satellite Sentinel 1C, parte del programma Copernicus della Commissione Europea e dell’Agenzia Spaziale Europea.

Investimenti per lo Spazio

Durante la pandemia abbiamo colto l’occasione per alimentare tutte le aziende del settore che non erano ancora abilitate allo spazio“, ha affermato Di Paolo, sottolineando che “oggi in Italia abbiamo tutta la catena del valore, dal singolo componente all’intero satellite“. Il focus è in particolare sul settore dell’Osservazione della Terra. “Non siamo secondi a nessuno nelle tecnologie digitali, ma anche in quelle analogiche, di struttura meccanica e di materiali“, ha aggiunto, menzionando stabilimenti significativi come quello della Thales Alenia Space Italia a L’Aquila e quelli di Leonardo a Nerviano (Milano) e Campi Bisenzio (Firenze).

Il 2023 ha visto investimenti significativi in ricerca e sviluppo, ammontanti a 34 milioni di euro. Circa il 65% del fatturato è attribuibile alle agenzie governative, mentre il 35% proviene dal mercato commerciale. Di Paolo ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “crediamo fortemente che la vincita nello spazio è la vincita del consorzio. Negli ultimi anni è triplicato il numero di aziende italiane che lavorano con noi. Per esempio, aziende che facevano circuiti stampati per attività commerciali, ora lavorano nello spazio. Questo è stato possibile anche grazie all’aiuto dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Esa che ci ha permesso di avviare il processo di qualifica delle aziende che lavorano con noi“.

Guardando al futuro, Di Paolo ha concluso: “la tecnologia digitale è quella su cui puntare per l’innovazione” e ha aggiunto che un’altra parola chiave è “flessibilità“: “in un mondo che cambia potremmo avere bisogno di satelliti molto diversi ed è per questo che abbiamo bisogno di flessibilità e versatilità“.

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