I lockdown hanno costretto gli adolescenti a maturare più velocemente

Sono questi gli esiti di un'accurato studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences che evidenzia una maturazione accelerata che è più pronunciata nelle femmine che nei maschi
MeteoWeb

Le drastiche misure di contenimento della pandemia da Covid-19, come i lockdown, messe in atto dai governi di quasi tutto il mondo hanno avuto un impatto significativo sugli adolescenti e sul loro sviluppo cerebrale: è quanto afferma uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

Lo studio sottolinea come l’adolescenza sia un periodo di grande sviluppo socioemotivo, accompagnato da “drammatici” cambiamenti nella struttura e nella funzione del cervello.

Lockdown, l’impatto sugli adolescenti

Il coincidere dell’isolamento sociale dovuto ai lockdown imposti dalla pandemia da COVID-19 con la fase adolescenziale ha avuto un impatto negativo sulla salute mentale dei ragazzi. Tale condizione di stress ha provocato un assottigliamento corticale accelerato nel cervello postCOVID, che si è dimostrato più diffuso in tutto il cervello e maggiore in grandezza nelle femmine che nei maschi.

Se misurata in termini di anni equivalenti di sviluppo, l’accelerazione media è risultata essere di 4,2 anni nelle femmine e di 1,4 anni nei maschi. Tali evidenze scientifiche suggeriscono quindi che le interruzioni della routine quotidiana associate ai blocchi durante la pandemia da COVID-19 hanno causato cambiamenti nella biologia del cervello.

Tale accelerazione della maturazione di alcune aree del cervello è stata associata ad un aumento del rischio di sviluppo di disturbi neuropsichiatrici e comportamentali, risulta quindi di fondamentale  importanza fornire continua assistenza e supporto ai ragazzi che erano adolescenti durante la pandemia di COVID-19.

Patricia K. Kuhl una delle autrici dello studio commenta: “Gli adolescenti camminano in bilico cercando di trovare la via per le loro esistenze. Con la pandemia sono venuti meno i loro canali di rilascio dello stress, le interazioni sociali, le attività fisiche. Critiche e pressioni sociali, però, sono rimaste ben attive a causa dei social media. È improbabile che la corteccia cerebrale si ispessisca di nuovo, ma potremmo osservare segni di rallentamento del fenomeno grazie alla ripresa delle normali attività”.

Il Covid-19 – conclude – ha fornito un banco di prova per la fragilità del cervello degli adolescenti. La nostra ricerca introduce una nuova serie di interrogativi su cosa significhi accelerare il processo di invecchiamento nell’organo cerebrale. Sarà necessario condurre ulteriori approfondimenti per rispondere alle nuove domande che ancora riguardano la correlazione tra la pandemia e la salute delle diverse fasce di popolazione”.

Condividi