Mediterraneo: ecco come le microplastiche minacciano l’ecosistema marino

La quantità di microparticelle di plastica nelle acque che circondano la penisola aumenta esponenzialmente e influisce sull'delicato equilibrio marino
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Che le microplastiche che inquinano i nostri mari rappresentino un grave pericolo per l’ecosistema è questione già nota e ampiamente dibattuta, tuttavia un’accurato studio italiano portato avanti in collaborazione dall’Università di Pavia, Università di Bari e Università di Urbino, che verrà presentato a Bari al Congresso Nazionale Congiunto della Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, ha sottolineato come la presenza di tali inquinanti influisca con la vita di importanti organismi marini come i policheti. 

Policheti e microplastiche

I Policheti sono organismi animali appartenenti al phylum degli Anellidi, il nome è di derivazione greca e nasce dall’unione di due parole “poli-chete” ovvero “molte setole” estensioni che contribuiscono al movimento di questi piccoli animali.

Durante la loro vita i policheti sono soliti ergere vere e proprie costruzioni riuscendo a saldare tra se i granelli di sabbia dei fondali marini.

Lo studio italiano ha evidenziato come sempre più spesso i policheti utilizzino frammenti di plastica in luogo di quelli di sabbia per la costruzione delle proprio “case”. Sebbene questo possa apparire un aspetto “positivo”, una sorta di trappola naturale al propagarsi delle micro plastiche sono ancora poco conosciuti gli effetti che questi inquinanti producono sulla naturale capacità dei policheti di costruire e riprodursi. A tale proposito la Professoressa Nicoletta Mancin dell’Università di Pavia afferma: “I risultati di questa ricerca stanno anche evidenziando che le microplastiche causano un certo danno fisiologico ai piccoli policheti, sebbene non si conosca ancora se questo danno, alla lunga, possa portare conseguenze nella loro capacità di biocostruire“.

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