Bristol Myers Squibb ha annunciato i dati del follow-up a 10 anni di CheckMate-067, studio clinico di Fase 3 randomizzato, in doppio cieco, che mostra un miglioramento continuo e duraturo della sopravvivenza con la terapia di prima linea con nivolumab più ipilimumab e nivolumab in monoterapia, rispetto al solo ipilimumab nei pazienti con melanoma avanzato o metastatico non precedentemente trattati.
Al follow-up minimo di 10 anni, la sopravvivenza globale mediana (OS) è risultata di 71,9 mesi con nivolumab più ipilimumab (CI 95%: 38,2-114,4) – la OS mediana più estesa riportata da uno studio di Fase 3 nel melanoma avanzato – 36,9 mesi con nivolumab (CI 95%: 28,2-58,7) e 19,9 mesi con ipilimumab (CI 95%: 16,8-24,6). Questi dati fanno parte della conferenza stampa ufficiale del Congresso 2024 della European Society for Medical Oncology (ESMO) a Barcellona, Spagna (LBA43), e sono stati contemporaneamente pubblicati sul The New England Journal of Medicine.
Tra tutti i pazienti randomizzati nello studio, il 64% che ha ricevuto la combinazione, il 50% trattato con nivolumab e il 33% trattato con ipilimumab non hanno ricevuto una successiva terapia sistemica al follow-up di 10 anni.
“Questi dati continuano a dimostrare il beneficio clinico significativo e duraturo di nivolumab in associazione ad ipilimumab con le curve di sopravvivenza che rimangono consistenti per parecchi anni”, afferma James Larkin, Ph.D., FRCP, Consultant Medical Oncologist, Department of Medical Oncology, The Royal Marsden. “In particolare, il 43% dei pazienti trattati con nivolumab e ipilimumab è vivo a dieci anni e per molti pazienti non è stata necessaria una terapia successiva”.
Inoltre, al follow-up a 10 anni, la combinazione nivolumab più ipilimumab mostra tassi di sopravvivenza specifica per il melanoma (MSS) del 52% (la mediana non è stata raggiunta) rispetto al 44% (mediana di 49,4 mesi) e del 23% (mediana di 21,9 mesi) nei pazienti trattati con il solo nivolumab e con il solo ipilimumab, rispettivamente.
“Solo dieci anni fa, una diagnosi di melanoma avanzato significava una probabilità di vita di pochi mesi. La duplice combinazione immunoterapica di nivolumab e ipilimumab ha cambiato radicalmente la prospettiva per molti pazienti”, dichiara Dana Walker, M.D., M.S.C.E., vice president, global program lead, melanoma and gastrointestinal and genitourinary cancers, Bristol Myers Squibb. “Il nostro obiettivo era – ed è tuttora – ridefinire le aspettative di sopravvivenza dei pazienti con il melanoma; questi dati dimostrano il nostro impegno nei confronti di questo traguardo e continuano a renderci fiduciosi”.
Il beneficio clinico duraturo e sostenuto è stato osservato con nivolumab e ipilimumab o con il solo nivolumab nei sottogruppi rilevanti, tra cui i pazienti con mutazione di BRAF e tumori wild-type. Nei pazienti con tumori con mutazione di BRAF, il tasso di OS a 10 anni è risultato del 52% (CI 95%: 42-62) nei pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab, 37% (CI 95%: 27-46) con il solo nivolumab, e 25% (CI 95%: 17-34) con il solo ipilimumab. Nei pazienti con tumori BRAF wild-type, il tasso di OS a 10 anni è stato del 39% (CI 95%: 32-46) nei pazienti che hanno ricevuto nivolumab più ipilimumab, 37% (CI 95%: 31-44) con il solo nivolumab e 17% (CI 95%: 12-23) con il solo ipilimumab.
Al follow up a 10 anni, il tasso di risposta obiettiva (ORR) è risultato maggiore nei due gruppi con nivolumab, in associazione ad ipilimumab e da solo, pari al 58,3% e 44,9%, rispettivamente, rispetto al gruppo con ipilimumab, pari al 19,0%. La durata mediana della risposta (DoR) non è stata raggiunta in coloro che hanno ricevuto nivolumab e ipilimumab, mentre la DoR mediana è stata di 103,2 mesi nei pazienti trattati con nivolumab e 19,2 mesi in quelli trattati con ipilimumab1
Il profilo di sicurezza di nivolumab più ipilimumab è coerente con i risultati precedenti, in assenza di nuovi segnali di sicurezza e non sono stati rilevati decessi legati al trattamento dopo le tre analisi precedenti. Gli eventi avversi di Grado 3/4 correlati al trattamento sono stati riportati nel 62,6% dei pazienti nel gruppo di combinazione, 24,6% nel gruppo nivolumab e 29,6% nel gruppo ipilimumab.
Bristol Myers Squibb ringrazia i pazienti e gli sperimentatori che hanno partecipato allo studio clinico CheckMate -067.
Lo studio CheckMate -067
CheckMate -067 è uno studio di Fase 3, randomizzato, in doppio cieco, volto a valutare la combinazione di nivolumab più ipilimumab oppure nivolumab in monoterapia rispetto a ipilimumab in monoterapia in 945 pazienti con melanoma avanzato non precedentemente trattati. I pazienti nel gruppo di combinazione (n=314) hanno ricevuto nivolumab 1 mg/kg più ipilimumab 3 mg/kg ogni tre settimane (Q3W) per quattro dosi seguite da nivolumab 3 mg/kg ogni due settimane (Q2W). I pazienti nel gruppo nivolumab in monoterapia (n=316) hanno ricevuto nivolumab 3 mg/kg Q2W più placebo. I pazienti nel gruppo ipilimumab in monoterapia (n=315) hanno ricevuto ipilimumab 3 mg/kg Q3W per quattro dosi più placebo. I pazienti sono stati trattati fino a progressione o a tossicità inaccettabile. La sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) erano i due endpoint primari dello studio. Gli endpoint secondari comprendevano i tassi di risposta obiettiva (ORR), valutazioni descrittive di efficacia e la sicurezza.
Il melanoma
Il melanoma è una forma di tumore della pelle caratterizzata da un’incontrollata crescita delle cellule che producono il pigmento (melanociti) localizzate nella pelle. Il melanoma metastatico è la forma più letale della malattia e si manifesta quando il cancro si diffonde oltre la superficie della pelle agli altri organi. L’incidenza del melanoma è aumentata costantemente negli ultimi 30 anni. Globalmente, l’Organizzazione Mondiale della Salute stima che, entro il 2035, l’incidenza di melanoma raggiungerà quota 424.102, con 94.308 decessi correlati. Negli Stati Uniti, sono stimate, nel 2024, 100.640 nuove diagnosi di melanoma e circa 8.290 morti correlate. Il melanoma è per la maggior parte curabile quando trattato negli stadi iniziali; tuttavia, le percentuali di sopravvivenza diminuiscono alla progressione della malattia.
Bristol Myers Squibb: creare un futuro migliore per i pazienti affetti da tumore
Bristol Myers Squibb è ispirata da un’unica visione: trasformare la vita dei pazienti attraverso la scienza. L’obiettivo della ricerca oncologica di Bristol Myers Squibb è rendere disponibili farmaci che offrano ad ogni paziente una vita migliore e più sana e rendere la cura una possibilità. A partire dall’esperienza maturata nel trattamento di diverse tipologie di tumore che ha cambiato l’aspettativa di sopravvivenza per molti pazienti, i ricercatori di Bristol Myers Squibb stanno esplorando nuove frontiere nella medicina personalizzata e, attraverso innovative piattaforme digitali, stanno trasformando dati in conoscenze che consentono loro di focalizzarsi sugli obiettivi della ricerca. La profonda comprensione della biologia umana causale, le risorse all’avanguardia e le piattaforme di ricerca differenziate consentono all’azienda di posizionarsi in modo unico per affrontare il cancro da ogni punto di vista.
Il tumore può avere un forte impatto su molti aspetti della vita di un paziente e Bristol Myers Squibb si impegna a intraprendere azioni per affrontare ogni aspetto della cura, dalla diagnosi alla sopravvivenza. Da azienda leader nella cura del cancro, Bristol Myers Squibb sta lavorando affinché tutte le persone affette da tumore possano avere un futuro migliore.