Il mese di agosto 2024 “è risultato molto più caldo del normale e generalmente meno piovoso” in provincia di Belluno, secondo l’analisi mensili realizzata da Arpa Veneto. “L’ultimo mese dell’estate meteorologica si dimostra abbastanza spesso anche il più caldo, come è accaduto quest’anno, nonostante una certa instabilità, soprattutto sulle Dolomiti”.
“Le temperature medie mensili nelle valli sono risultate, in media, ben 3°C superiori alla norma, con un’anomalia che è perdurata per quasi tutto il mese e con la fase più calda fra il giorno 10 ed il giorno 17. L’agosto 2024 è risultato il secondo più caldo in assoluto, dietro solo a quello del 2003. Lo zero termico è variato fra un minimo di 3580 metri del giorno 3 ed un massimo di 5090 metri del giorno 11. Lo scarto dalla norma della temperatura media di Belluno da inizio anno è ulteriormente aumentato ed ora si assesta sul valore di +1,6°C”, si legge nell’analisi.
“Con il 31 agosto è terminata l’estate meteorologica, che è risultata molto calda, mentre è stata normale per quanto riguarda le precipitazioni. Con i 3°C di anomalia di agosto, i 2°C di luglio e 1°C di giugno, questa stagione si può classificare, mediamente, come la seconda più calda dell’ultimo quarantennio, dopo quella, famosa del 2003, anche se da zona a zona la situazione cambia leggermente, tanto che, ad esempio, a Santo Stefano è stato eguagliato il 2003. Anche andando indietro nel tempo, grazie alla serie storica di 145 anni della città capoluogo di provincia, viene confermata l’eccezionalità dell’estate 2024, la seconda più calda dopo quella del 2003, a pari merito con quella, lontanissima, del 1947. In quell’anno la stazione meteorologica era situata in città, presso le scuole Gabelli, dove rimase dal 1946 al 1959 (il fatto che fosse all’epoca in piena area urbana, normalmente un po’ più calda rispetto alla periferia, rafforza le conclusioni appena fatte sui dati di quest’estate, relativi al sito attuale, cioè presso l’aeroporto cittadino)”, continua l’analisi di Arpa Veneto.
Le precipitazioni
“Le precipitazioni totali mensili sono state inferiori alla norma sulle Prealpi e sulle Dolomiti meridionali, con scarti negativi fra il 35% ed il 65%, mentre sulle zone più settentrionali, dove i temporali sono stati più frequenti o intensi, lo scarto negativo è stato contenuto (-20% ad Arabba) o nullo, come a Domegge e a Santo Stefano. La frequenza delle precipitazioni è stata leggermente inferiore alla norma, con 7-12 giorni piovosi (7 a Sant’Antonio Tortal, 12 a Santo Stefano) a fronte di una media di 10-13. Il bilancio pluviometrico da inizio anno mostra ancora esuberi notevoli, pur leggermente ed irregolarmente ridimensionati, delineando però una situazione piuttosto variegata. Così ad esempio a Sant’Antonio Tortal è piovuto finora il 78% in più, mentre a Belluno solo il 32% in più. Nell’area dolomitica, il surplus pluviometrico da inizio anno varia fra il 22% di Auronzo ed il 59% di Forno di Zoldo. Finora il 2024 si sta rivelando il 4° più piovoso degli ultimi 40 anni”, si legge ancora.
Eventi meteo degni di nota
Tra gli eventi o fenomeni particolari da ricordare di questo mese, Arpa Veneto segnala:
- Giorno 6: violenti fenomeni temporaleschi investono in tarda serata il Comelico, con alcuni dissesti idrogeologici, danni per raffiche di vento e grandinate localmente abbondanti e dannose. La stazione meteorologica di Casamazzagno-San Leonardo misura una precipitazione eccezionale per quella località, con 62mm in 45 minuti, di cui 54 in mezz’ora e 25mm in 10 minuti
- Giorni 11 e 12: si raggiungono i picchi di caldo del mese, con +35,9°C a Santa Giustina, +33,0°C a Santo Stefano e +29,7°C a Pescul. In alcune zone fa caldo anche di notte, e non solo nelle valli, con minime di +23,0°C a Quero e +19,7°C a Col Indes di Tambre.
“In tutto si sono avuti 12 giorni soleggiati, 17 instabili e 2 giorni di prevalente maltempo”, conclude Arpa Veneto, che ha curato anche i seguenti grafici e tabelle.