A Milano focus su terapie basate sull’IA: “65% dei pazienti è interessato”

Le terapie digitali rappresentano la nuova era nella quale gli interventi terapeutici per molte patologie sono guidati da software
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Innovazione continua, sanità digitale e terapie digitali sono i pilastri della sanità del Terzo Millennio resi più solidi dall’intelligenza artificiale e dalla sua capacità di analizzare enormi quantità di dati e di apprendere da essi, rivoluzionando il modo in cui medici e ricercatori possono effettuare diagnosi, decidere e ottimizzare trattamenti e gestione delle malattie. Un nuovo mondo della sanità che, per essere reale, deve dotarsi dei presupposti di tipo normativo, regolatorio e organizzativo che sono oggi al centro dell’attenzione degli Stati Generali della Sanità digitale e delle terapie digitali, in corso a Milano.

L’evento, promosso dall’Intergruppo parlamentare Terapie digitali e sanità digitale, con la partnership del Politecnico di Milano e della rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief, si tiene al Politecnico alla presenza del Ministro della salute Orazio Schillaci, dove governo, politici, rappresentanti delle istituzioni scientifiche, dell’imprenditoria, del mondo universitario e di quello advocacy si stanno confrontando per identificare una strategia comune che ponga le terapie digitali e la sanità digitale al vertice dell’agenda politica del paese.

Un confronto che è anche un momento di sintesi di un articolato contributo propositivo sviluppatosi ieri, sempre al Politecnico di Milano, su diversi tavoli di lavoro che hanno impegnato moltissimi esperti di diversa estrazione su tre principali aree tematiche: i dati in sanità e il ruolo dell’intelligenza artificiale; le terapie digitali in Italia; le competenze e la formazione dei professionisti per lo sviluppo della sanità digitale. La sanità digitale è al centro di diversi interventi e investimenti nell’ambito del Pnrr e, come emerso dalla ricerca dell’Osservatorio Sanità digitale del Politecnico di Milano, la spesa ad essa associata è cresciuta del 22% nel 2023, arrivando a quota 2,2 miliardi di euro.

Se la sanità digitale avvierà una nuova stagione nella comunicazione tra il cittadino e le strutture della sanità con la possibilità, per le organizzazioni sanitarie, per i clinici e per il paziente, di disporre di molti servizi – dalla cartella informatizzata e condivisa alla sicurezza completa del dato, dalla prenotazione delle prestazioni al monitoraggio delle condizioni del paziente, oltre a molte prestazioni di tipo specialistico – le terapie digitali rappresentano davvero la nuova era nella quale gli interventi terapeutici per molte patologie sono guidati da software basati su evidenze scientifiche frutto di sperimentazioni cliniche rigorose che, rendendo possibili percorsi di cura basati su interventi cognitivo-comportamentali personalizzati sui singoli pazienti, migliorano enormemente gli esiti clinici relativi ad un ampio spettro di patologie.

La sfida, come sottolinea l’assessore al Bilancio lombardo Marco Alparone, è quello di “credere nel Sistema sanitario nazionale universalistico così com’è, e inserire quel bisogno di cura e anche di accesso alle terapie più innovative, alle terapie più avanzate, che sono un diritto di tutti per tutti in un tema di sostenibilità economica”. Una sfida che per Alparone questa “non può vedere pezzi differenti ingaggiati”, ma deve essere affrontata “da tutti e tutti insieme”.

Dalle malattie croniche come il diabete, all’asma o all’ipertensione, dalle malattie mentali alle dipendenze (che rappresentano ad oggi i veri ambiti di patologia in cui le prime DTX, soluzioni digitali clinicamente validate, sono state sviluppate, testate ed autorizzate), fino alla possibilità di incidere in modo determinante anche nei percorsi riabilitativi; solo per citare alcuni degli ambiti sanitari nei quali le terapie digitali possono potenziare le risposte terapeutiche. Secondo l’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, sono 93 il numero di DTX attualmente disponibili in vari Paesi (Germania, Francia, Regno Unito e USA) e le aree terapeutiche maggiormente interessate sono la psichiatria (37%), l’endocrinologia (14%), la reumatologia (10%), e l’oncologia (10%).

Dobbiamo riconoscere che ad oggi sanità digitale e terapie digitali mancano ancora di un quadro chiaro di riferimento sul piano delle norme e delle procedure dal punto di vista scientifico e regolatorio – ha dichiarato Simona Loizzo, presidente dell’Intergruppo parlamentare sanità digitale e terapie digitali – è quindi compito della politica intervenire per recuperare il ritardo rispetto agli altri paesi che già si stanno muovendo in modo organico. Per questa ragione, come Intergruppo, abbiamo presentato una proposta di legge per definire gli ambiti d’uso delle terapie digitali e istituire organismi di valutazione e monitoraggio”.

Il Politecnico di Milano, attraverso i suoi dipartimenti, laboratori e osservatori, ha costruito in questi ultimi anni un patrimonio di conoscenze, dati e informazioni che saranno determinanti per orientare la sistematizzazione e il miglior sfruttamento di queste discipline in quella che sarà la sanità del terzo millennio. “La tecnologia al servizio dell’umanità: mai come negli ultimi anni, segnati dall’evoluzione del digitale dell’intelligenza artificiale e dalla potenza dei dati – commenta la rettrice del Politecnico Donatella Sciuto questa affermazione è ancora più vera e sostanziata da studi e applicazioni. In campo diagnostico, così come nella strumentazione, nella sensoristica, nei processi rieducativi, la tecnologia è un fattore abilitante che consente valutazioni e interventi sempre più efficaci e tempestivi”.

Secondo l’Osservatorio Life science innovation dell’ateneo milanese è rilevabile un notevole interesse dei pazienti italiani rispetto alle Dtx: il 65% si dichiara infatti disposto ad utilizzare una terapia digitale proposta dal medico curante e circa la metà dei medici specialisti e dei medici di medicina generale sarebbe disposto a prescriverle se ne avesse possibilità. Gli esiti dei tavoli di lavoro che hanno visto il confronto degli esperti e gli elementi di proposta emersi nel corso della sessione plenaria confluiranno in un documento di sintesi che sarà consegnato al Ministro della Salute, ai Presidenti del Senato e della Camera, oltre che ai Presidenti delle regioni.

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