Papa Francesco intraprende oggi il viaggio più lungo della sua storia pontificia, un tour di 12 giorni attraverso l’Asia e l’Oceania. Questa visita, che lo porterà in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore, non è solo una missione pastorale ma un forte appello all’azione globale contro i cambiamenti climatici, tema centrale dell’agenda del Pontefice.
Un viaggio senza precedenti
Il viaggio di Papa Francesco coprirà circa 33.000 chilometri e si concentrerà su alcune delle aree più vulnerabili del pianeta ai cambiamenti climatici. L’Indonesia, prima tappa del viaggio, è un esempio lampante delle conseguenze dell’innalzamento del livello del mare. Con oltre 17.000 isole, l’arcipelago indonesiano sta vedendo molte delle sue terre più basse minacciate dall’innalzamento delle acque. A tal punto che il governo indonesiano ha deciso di trasferire la capitale da Giacarta a Nusantara, una nuova città in costruzione nella giungla del Kalimantan orientale, per sfuggire al progressivo sprofondamento della vecchia capitale.
Anche Singapore, seconda tappa del viaggio papale, sta affrontando serie minacce. Le previsioni indicano un innalzamento del livello del mare di oltre un metro entro la fine del secolo, il che potrebbe avere conseguenze devastanti per la sicurezza del territorio e delle infrastrutture della città-stato. Inoltre, il riscaldamento globale sta portando ad estati sempre più torride e ondate di calore letali, mettendo a rischio la salute pubblica e l’economia locale.
Le sfide dei cambiamenti climatici
Oltre agli effetti dell’innalzamento del livello del mare, Papa Francesco si è espresso sui rischi legati all’intensificazione delle piogge torrenziali e delle inondazioni, fenomeni che stanno diventando sempre più frequenti a causa dell’aumento delle temperature globali. La Papua Nuova Guinea, che sarà visitata dal Papa, è stata recentemente colpita da una frana catastrofica che ha seppellito vive più di 2.000 persone, evidenziando l’estrema vulnerabilità del paese agli eventi climatici estremi.
Timor Est, un’altra tappa del viaggio papale, ha subito nel 2021 la peggiore inondazione degli ultimi cinquant’anni, un evento che ha devastato il paese e messo in evidenza l’urgenza di rafforzare la resilienza contro le condizioni meteorologiche estreme. Questo piccolo Stato insulare si trova ora ad affrontare un futuro incerto, con crescenti rischi per la sicurezza alimentare e idrica a causa dell’alternanza di piogge torrenziali e siccità prolungate.
L’impatto del calore estremo
Il calore estremo rappresenta un’altra preoccupazione chiave per Papa Francesco, che in un recente videomessaggio ha descritto la Terra come un malato con la “febbre“. Le nazioni del sud-est asiatico e del Pacifico sono particolarmente esposte alle ondate di calore, con conseguenze devastanti per la salute pubblica, l’agricoltura e l’economia. In particolare, Timor Est vede minacciata la sua economia dall’aumento delle temperature oceaniche, che stanno distruggendo le barriere coralline cruciali per l’industria della pesca locale.
A Singapore, le prospettive sono allarmanti: se le emissioni globali di gas serra non saranno ridotte drasticamente, le temperature medie potrebbero aumentare fino a 5°C entro la fine del secolo, trasformando l’isola in una vera e propria “pentola a pressione” con conseguenze devastanti per la salute e il benessere dei suoi abitanti.
L’appello di Papa Francesco
Questo viaggio di Papa Francesco è molto più di un richiamo alla solidarietà per i fedeli cattolici: è un appello globale per affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo, il cambiamento climatico. Con oltre 40 eventi programmati durante il tour, il Pontefice intende portare l’attenzione internazionale sulle minacce che incombono su queste regioni vulnerabili, ribadendo l’importanza di un’azione collettiva e immediata per proteggere il nostro pianeta.
Durante il suo viaggio, Papa Francesco incontrerà leader politici, religiosi e comunità locali, sottolineando la necessità di una cooperazione interreligiosa e intergovernativa per affrontare i problemi climatici. La scelta dell’Asia-Pacifico come destinazione per questo importante tour non è casuale: si tratta di una regione dove le conseguenze del cambiamento climatico sono già una realtà tangibile e dove la necessità di interventi immediati è più urgente che mai.