Le dinamiche atmosferiche nell’emisfero settentrionale sono attualmente condizionate da un’oscillazione artica (AO) negativa, causata da anomalie di pressione e altezza geopotenziale elevate nella regione artica. Tuttavia, si prevede che nei prossimi giorni si assista a un passaggio verso una fase positiva dell’AO, grazie all’aumento progressivo di queste anomalie. Contestualmente, l’oscillazione nordatlantica (NAO) si trova in una fase negativa, caratterizzata da forti anomalie di pressione geopotenziale positive sulla Groenlandia, una condizione che dovrebbe persistere per almeno le prossime due settimane. Questo schema genera un blocco atmosferico sull’Atlantico settentrionale, con ripercussioni significative sul clima delle regioni circostanti.
Le anomalie di altezza geopotenziale sulla Groenlandia contribuiranno a rafforzare le anomalie negative sull’Europa occidentale. Questo scenario potrebbe portare temperature inferiori alla media stagionale in gran parte dell’Europa settentrionale e occidentale, incluse le isole britanniche. Al contrario, nell’Europa sud-orientale, le temperature potrebbero risultare superiori alla norma, grazie all’arrivo di correnti d’aria calda provenienti da sud-ovest.
Sul versante nordamericano, una zona di bassa pressione situata nel Golfo dell’Alaska mantiene condizioni più miti sulla maggior parte del Canada e degli Stati Uniti. Tuttavia, il vortice polare (PV) si è dimostrato particolarmente debole per questo periodo dell’anno, una situazione insolita per l’inizio dell’autunno. Questa debolezza del vortice polare potrebbe indicare un arrivo precoce dell’inverno, anche se non è ancora chiaro per quanto tempo durerà tale condizione.
Impatti e possibili conseguenze
Nel corso di settembre, il vortice polare è stato insolitamente debole, registrando valori storicamente bassi, come confermato dall’AO negativo. Tuttavia, a questo punto della stagione, un vortice polare indebolito non ha ancora effetti particolarmente rilevanti sul clima. Le dinamiche potrebbero cambiare nelle prossime settimane, soprattutto se si confermerà la tendenza osservata nei mesi estivi, caratterizzati da anomalie positive di altezza geopotenziale nella stratosfera polare. Questo potrebbe indicare un vortice polare debole anche durante l’inverno, con possibili impatti importanti sulle condizioni meteorologiche future.
Un fattore che potrebbe aver influenzato queste anomalie è l’eruzione vulcanica dell’Hunga Tonga, che ha rilasciato grandi quantità di vapore acqueo nella stratosfera. Il vapore acqueo, essendo un gas serra, ha un effetto di riscaldamento durante l’estate poiché assorbe la radiazione solare. Tuttavia, in inverno, questo stesso vapore potrebbe contribuire al raffreddamento dell’atmosfera, emettendo radiazione a onde lunghe. Questo potrebbe spiegare perché le anomalie estive fossero caratterizzate da temperature elevate, mentre l’inverno potrebbe vedere un marcato raffreddamento della stratosfera polare.
L’attuale riscaldamento stratosferico sull’Artico ricorda un fenomeno noto come riscaldamento stratosferico improvviso (SSW), sebbene sia inusuale per il mese di settembre. Gli SSW di solito si verificano più avanti nella stagione e comportano un’influenza sulle condizioni meteorologiche nella troposfera, a seguito della propagazione verso il basso delle anomalie. Se questo fenomeno dovesse manifestarsi nei prossimi mesi, potrebbe portare a un raffreddamento significativo in alcune zone dell’emisfero settentrionale, come la Siberia, l’Europa settentrionale e, forse, l’est del Nord America.
Incertezza nelle previsioni
Non è ancora certo se questo riscaldamento stratosferico causerà una propagazione verso il basso delle anomalie, ma è un evento che merita attenzione. Se si verificasse, potrebbe portare a un aumento delle nevicate in Siberia, un indicatore spesso cruciale per le previsioni invernali. Attualmente, la Siberia sta registrando nevicate superiori alla media, e l’andamento nei prossimi mesi di ottobre e novembre sarà decisivo per le previsioni stagionali a lungo termine.
Nonostante la debolezza attuale del vortice polare, è improbabile che questa condizione persista per tutto l’inverno. È più probabile che il vortice torni a rafforzarsi, ma la situazione atmosferica rimane instabile e difficile da prevedere con precisione. Pertanto, le previsioni rimangono incerte, data la natura insolita delle attuali dinamiche atmosferiche, che potrebbero avere un impatto significativo sul clima dei prossimi mesi.