Record spaziale, più lontano che mai: Polaris Dawn si spinge a 1.400 km dalla Terra

a missione Polaris Dawn segna un altro passo verso l’esplorazione del nostro vicinato cosmico
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Un nuovo traguardo è stato raggiunto nella storia delle missioni spaziali. L’equipaggio privato della missione Polaris Dawn ha volato più lontano dalla Terra rispetto a qualsiasi altro essere umano dal tempo dell’ultima missione Apollo diretta verso la Luna, oltre 50 anni fa. Questo importante evento ha visto il team superare il record di altitudine stabilito dalla missione Gemini 11 nel 1966, confermando i progressi della tecnologia spaziale commerciale.

Record per Polaris Dawn

A bordo della Crew Dragon “Resilience” di SpaceX, i 4 membri dell’equipaggio (Jared Isaacman, Scott “Kidd” Poteet, Sarah Gillis, Anna Menon) hanno raggiunto un’orbita ellittica con un apogeo di circa 1.400 km sopra la Terra. Questa impresa ha avuto luogo circa 15 ore dopo il lancio, avvenuto alle 11:24 ora italiana dal Kennedy Space Center in Florida. La missione ha sorvolato il pianeta 8 volte in un’orbita iniziale di 306 x 1.930 km.

equipaggio polaris dawn

Questo record di altitudine, il più alto mai raggiunto da una missione in orbita terrestre, ha più che raddoppiato l’altezza massima raggiunta dal telescopio spaziale Hubble, lanciato dallo Space Shuttle nel 1990. Ha inoltre superato l’altitudine di 1.373 km raggiunta dalla missione Gemini 11 nel 1966, fino ad ora il massimo per un veicolo spaziale con equipaggio in orbita terrestre.

Jared Isaacman, comandante e finanziatore miliardario della missione, ha commentato con entusiasmo: “Questo è il punto più lontano che l’umanità ha raggiunto da quando ha camminato sulla Luna. Due delle mie compagne di equipaggio, Sarah e Anna, diventeranno le donne che hanno viaggiato più lontano dalla Terra di sempre, e penso che sia un traguardo incredibile“.

La scienza

La missione Polaris Dawn, tuttavia, non si limita a battere record. L’equipaggio ha raccolto e raccoglierà preziosi dati scientifici sull’effetto dell’ambiente spaziale sui sistemi dei veicoli spaziali e sul corpo umano. La capsula Resilience ha attraversato la fascia di Van Allen, una zona di particelle energetiche che circonda la Terra e la protegge dalle radiazioni solari e dai raggi cosmici.

Il volo fa parte di una serie di 3 missioni private pianificate da Isaacman con l’obiettivo di far avanzare la ricerca e la tecnologia necessarie per inviare esseri umani sempre più lontano nel sistema solare. Isaacman ha sottolineato l’importanza della missione per la comprensione degli ambienti di radiazioni e detriti spaziali, condizioni ben diverse da quelle affrontate sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Un altro aspetto cruciale riguarda la protezione della salute umana nello Spazio profondo. Come ha dichiarato Isaacman: “Se un giorno arriveremo su Marte, vorremmo poter tornare e raccontarlo in salute“. Oltre agli effetti sulla salute, la missione ha fornito dati per perfezionare i futuri veicoli spaziali di SpaceX, dato che i sistemi digitali moderni come i touchscreen non erano mai stati esposti a tali livelli di radiazione.

La capsula Resilience ha trascorso circa 10 ore alla sua massima altitudine prima di abbassarsi in un’orbita più sicura. Nonostante i rischi associati, la missione ha rispettato i tempi necessari per raccogliere i dati desiderati.

In una simbolica connessione con la missione Gemini 11, l’equipaggio Polaris Dawn ha portato con sé una medaglia commemorativa ispirata al design del patch del 1966, sostituendo la navetta Gemini-Agena con la moderna capsula Dragon. Questo oggetto è stato venduto all’asta a favore del St. Jude Children’s Research Hospital, proseguendo la tradizione di unire ricerca scientifica e beneficenza.

La passeggiata spaziale

La missione Polaris Dawn segnerà un traguardo storico con la prima passeggiata spaziale mai realizzata da un equipaggio privato. Jared Isaacman e Sarah Gillis usciranno dalla navicella per eseguire attività extraveicolari nello Spazio. Questa passeggiata servirà non solo a stabilire un nuovo record, ma anche a testare le tute spaziali SpaceX e raccogliere dati fondamentali sugli effetti dell’esposizione allo Spazio esterno, in vista di future missioni umane verso Marte.

L’umanità continua a spingersi oltre i suoi limiti, e la missione Polaris Dawn segna un altro passo verso l’esplorazione del nostro vicinato cosmico, con l’obiettivo finale di portare l’uomo su Marte.

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