Gli scienziati sono sul punto di scatenare la potenza della batteria più grande del mondo

"Se non puoi toccare quella batteria, è un deserto di energia"
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Un nuovo impianto di test al largo della costa dell’Oregon sta per dare il via a una rivoluzione energetica a lungo attesa. PacWave, la struttura che promette di sbloccare il potenziale inesplorato delle onde oceaniche, rappresenta una svolta storica per l’energia rinnovabile.

Il potenziale dell’energia delle onde

Secondo l’Energy Information Administration degli Stati Uniti, il potenziale energetico teorico annuo delle onde che si infrangono lungo la costa americana è di circa 2,64 trilioni di kilowattora, pari a circa due terzi della produzione totale di energia del Paese nel 2021. Se anche solo una frazione di questo potenziale fosse sfruttata, l’energia del moto ondoso potrebbe rappresentare il 10-20% del mix di energie rinnovabili degli Stati Uniti.

Questa fonte di energia non sfruttata potrebbe portare a una serie di vantaggi, inclusa la capacità di fornire una fonte di energia stabile e costante, diversificando ulteriormente il panorama delle energie rinnovabili. A differenza dell’energia solare ed eolica, che sono intermittenti, l’energia delle onde ha il potenziale di essere più prevedibile e continua, il che la rende una componente fondamentale per garantire una rete energetica resiliente.

C-Power e l’innovazione tecnologica

C-Power, un’azienda con sede in Oregon, è in prima linea nello sviluppo di dispositivi innovativi per la cattura dell’energia delle onde. Due dei loro progetti principali, il SeaRAY e lo StingRAY, sono progettati per convertire il movimento delle onde in energia utilizzabile. Questi dispositivi saranno testati proprio a PacWave, che è supportata da sovvenzioni governative e rappresenta la prima struttura di test dell’energia del moto ondoso negli Stati Uniti continentali.

Il CEO di C-Power, Reenst Lesemann, descrive l’oceano come “la nostra batteria più grande, migliore e più flessibile che abbiamo“. Egli evidenzia l’enorme potenziale energetico non ancora sfruttato degli oceani, affermando che “se non puoi toccare quella batteria, è un deserto di energia“.

Le sfide dell’energia del moto ondoso

Nonostante il potenziale dell’energia delle onde, la sua implementazione su larga scala ha incontrato numerosi ostacoli. La tecnologia per catturare e convertire l’energia delle onde è complessa e costosa da sviluppare, specialmente in ambienti marini difficili. Costruire e mantenere dispositivi in mare aperto richiede soluzioni ingegneristiche avanzate che possano resistere alle forze corrosive e imprevedibili degli oceani.

Il primo tentativo significativo di catturare l’energia delle onde risale agli anni ’70, dopo la crisi petrolifera del 1973. Il Regno Unito, cercando alternative ai combustibili fossili, ha investito nel progetto “Salter’s Duck“, ideato dal professor Stephen Salter dell’Università di Edimburgo. Sebbene questo progetto abbia gettato le basi per il moderno campo dei convertitori di energia del moto ondoso, alla fine non ha raggiunto il successo a causa di una combinazione di fattori, tra cui il calo dei prezzi del petrolio e la mancanza di supporto governativo.

Il futuro dell’energia del moto ondoso con PacWave

PacWave rappresenta una nuova opportunità per superare queste sfide. Situata a Newport, Oregon, questa struttura sarà una delle poche al mondo dedicate al test dell’energia del moto ondoso, fornendo un luogo cruciale per la sperimentazione e l’innovazione tecnologica. L’obiettivo di PacWave è di fungere da incubatore per lo sviluppo di tecnologie che possano trasformare l’energia del moto ondoso da una promessa lontana a una realtà concreta.

Oltre alla produzione di energia di rete, le applicazioni di questa tecnologia sono molteplici. L’energia delle onde potrebbe alimentare missioni di ricerca in acque profonde, fornire elettricità a comunità costiere remote, alimentare sensori sottomarini per il monitoraggio degli ecosistemi marini e migliorare l’efficienza delle turbine eoliche offshore esistenti. Questa tecnologia potrebbe anche contribuire a creare una rete di sicurezza energetica, compensando le carenze dell’energia solare ed eolica quando il sole non splende e il vento non soffia.

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