Una recente scoperta scientifica ha svelato una complessa interazione tra le forze geologiche e le crisi marine del passato, rivelando come un periodo di intense attività geologiche abbia avuto un impatto devastante sugli ecosistemi marini milioni di anni fa e sull’evoluzione della Terra. Questo studio non solo spiega le estinzioni di massa che hanno caratterizzato l’era mesozoica, ma offre anche preziosi spunti sulle attuali sfide ambientali.
Gli eventi anossici oceanici
La ricerca condotta dall’Università di Southampton ha portato alla luce una spiegazione innovativa per una serie di crisi ambientali gravi, conosciute come eventi anossici oceanici, che si sono verificati tra 185 e 85 milioni di anni fa. Questi eventi hanno visto i mari impoverirsi drasticamente di ossigeno disciolto, portando a estinzioni diffuse di specie marine e alterando significativamente il corso dell’evoluzione della vita sulla Terra.
La ricerca è stata intrapresa in collaborazione con accademici delle università di Leeds, Bristol, Adelaide, Utrecht, Waterloo e Yale, dimostrando un impegno internazionale nel comprendere le cause di questi sconvolgimenti ambientali.
L’evoluzione della Terra
Il team di ricerca ha focalizzato la sua attenzione sulle forze tettoniche a placche e sul loro impatto sulla chimica degli oceani durante i periodi Giurassico e Cretaceo, noti collettivamente come era mesozoica. Questo periodo, spesso associato ai dinosauri, ha visto la rottura del supercontinente Gondwana e la formazione di nuovi fondali marini attraverso un’intensa attività vulcanica.
La combinazione di modelli computerizzati e analisi statistiche ha mostrato che i periodi di intenso rilascio di fosforo erano strettamente correlati con gli eventi anossici oceanici, suggerendo un ciclo di retroazione geologica.
L’impatto sulla vita marina
L’afflusso di fosforo negli oceani ha agito come un fertilizzante naturale, stimolando una crescita esplosiva degli organismi marini. Tuttavia, questo incremento biologico ha avuto effetti devastanti sugli ecosistemi marini. L’aumento della materia organica sul fondo dell’oceano ha consumato enormi quantità di ossigeno, portando alla creazione di “zone morte” prive di vita.
Le sfide ambientali moderne
I risultati dello studio offrono una nuova prospettiva sulle attuali sfide ambientali, in particolare sul sovraccarico di nutrienti e sull’esaurimento dell’ossigeno negli oceani odierni. L’attività umana ha portato a una riduzione dei livelli di ossigeno oceanico di circa il 2%, creando condizioni simili a quelle osservate durante gli eventi anossici del passato.
Il professor Gernon ha osservato: “È notevole come una catena di eventi all’interno della Terra possa avere un impatto sulla superficie, spesso con effetti devastanti“.