Uragani, tifoni, alluvioni: settembre di eventi estremi dall’Europa all’Asia

A settembre precipitazioni da record hanno dato origine a disastri in diverse aree del mondo
MeteoWeb

Settembre è stato un mese caratterizzato da molti disastri dovuti a piogge eccezionali in varie parti del mondo: dall’Asia, flagellata dal tifone Yagi, all’Europa centrale e orientale devastata dalla tempesta Boris e agli USA sudorientali appena colpiti dal violento uragano Helene. Ma ci sono anche le eccezionali inondazioni nel Sahel e in Italia, le alluvioni in Emilia Romagna, nelle Marche e in Toscana. Ciò che accomuna questi disastri sono le precipitazioni da record cadute in ognuna di queste aree.

Le piogge che hanno colpito l’Europa centrale e orientale a metà settembre sono state “di gran lunga le più intense mai registrate” nella regione, secondo uno studio pubblicato dalla rete di scienziati World Weather Attribution (WWA).

Gli eventi meteorologici estremi ci sono sempre stati, ma la loro intensità è stata amplificata dal riscaldamento globale, soprattutto in termini di precipitazioni”, ha spiegato Paulo Ceppi, del Grantham Institute dell’Imperial College di Londra. “Questo è probabilmente uno dei marcatori comuni dei fenomeni osservati in regioni molto diverse del mondo”, aggiunge.

Secondo lo studio della rete WWA, il riscaldamento globale ha raddoppiato la probabilità, rispetto all’era preindustriale, di sperimentare precipitazioni intense per quattro giorni. “È molto difficile attribuire ai cambiamenti climatici fenomeni diversi che si verificano contemporaneamente in tutto il mondo”, dice Liz Stephens, responsabile scientifico del Centro per il clima della Croce Rossa. “Ma il principio fondamentale rimane che per ogni grado Celsius in più, l’atmosfera può contenere il 7% in più di umidità”, conferma. Con un riscaldamento globale destinato a superare 1,5 gradi Celsius rispetto all’epoca preindustriale, “il calcolo è abbastanza semplice: si avrà un impatto significativo”, aggiunge Paulo Ceppi del Grantham Institute.

La stagione estiva nel Mediterraneo ha “generato molta evaporazione extra, quindi molto vapore acqueo sull’Europa, che è terreno fertile per il rilascio di tutta questa umidità”, spiega Ceppi. “Le temperature globalisia sulla terraferma che sugli oceani – sono state anormalmente alte in agosto-settembre nonostante (il fenomeno ciclico) La Niña”, solitamente sinonimo di raffreddamento, sottolinea Roxy Mathew Koll, dell’Istituto indiano di meteorologia tropicale. Come sottolinea la scienziata, il calore e l’umidità supplementari stanno contribuendo all’“intensificazione” delle tempeste.

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