Un telescopio dell’ESO realizza la più dettagliata mappa infrarossa della Via Lattea mai creata

Questa mappa da record comprende 200.000 immagini scattate dal telescopio VISTA dell'ESO
  • mappa infrarosso via lattea
    Credit: ESO/VVVX survey
  • Nebulosa Messier 17
    Nebulosa Messier 17. Credit: ESO/VVVX survey
  • Nebulosa Aragosta
    Nebulosa Aragosta. Credit: ESO/VVV Survey/D. Minniti. Acknowledgement: Ignacio Toledo
  • ammasso globulare Messier 22
    Ammasso globulare Messier 22. Credit: ESO/VVVX survey
  • nebulosa NGC 6188
    Nebulosa NGC 6188. Credit: ESO/VVVX survey
  • nascite stellari
    Nascite stellari. Credit: ESO/VVVX survey
  • mappa via lattea
    Credit: ESO/VVVX survey
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Alcuni astronomi hanno pubblicato una gigantesca mappa infrarossa della Via Lattea contenente più di 1,5 miliardi di oggetti, la più dettagliata mai realizzata. Utilizzando il telescopio VISTA dell’ESO (Osservatorio Europeo Australe), l’equipe ha osservato le regioni centrali della nostra galassia per oltre 13 anni. Con una dimensione di 500 terabyte, questi dati costituiscono il più grande progetto osservativo mai realizzato con un telescopio dell’ESO.

“Abbiamo fatto così tante scoperte da cambiare per sempre la visione della nostra Galassia“, afferma Dante Minniti, astronomo dell’Universidad Andrés Bello in Cile che ha guidato l’intero progetto.

Questa mappa da record comprende 200.000 immagini scattate dal telescopio VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) dell’ESO. Situato presso l’Osservatorio Paranal dell’ESO in Cile, il suo scopo primario è mappare vaste aree del cielo. L’equipe ha utilizzato la fotocamera a infrarossi di VISTA, VIRCAM, che può scrutare attraverso la polvere e il gas che permeano la nostra galassia. È quindi in grado di vedere la radiazione proveniente dai luoghi più nascosti della Via Lattea, aprendo una finestra unica sui nostri dintorni galattici.

Questo gigantesco insieme di dati [1] copre un’area di cielo equivalente a 8600 lune piene e contiene circa 10 volte più oggetti rispetto alla mappa pubblicata precentemente dallo stesso gruppo di lavoro nel 2012. Include stelle neonate, spesso immerse in bozzoli polverosi, e ammassi globulari, densi gruppi di milioni di stelle tra le più vecchie della Via Lattea. Osservare luce infrarossa significa che VISTA può anche individuare oggetti molto freddi, che brillano a queste lunghezze d’onda, come le nane brune (stelle “fallite” che non hanno una fusione nucleare sostenuta) o pianeti che fluttuano liberamente e non orbitano intorno a una stella.

Le osservazioni sono iniziate nel 2010 e si sono concluse nella prima metà del 2023, coprendo un totale di 420 notti. Osservando ogni porzione di cielo più volte, l’equipe ha potuto non solo determinare le posizioni di questi oggetti, ma anche tracciare i loro movimenti e le loro variazioni di luminosità. Hanno identificato stelle la cui luminosità cambia periodicamente e che possono essere utilizzate come “righelli cosmici” per misurare le distanze [2]. Ciò ci ha fornito una accurata visione 3D delle regioni interne della Via Lattea, che in precedenza erano nascoste dalla polvere. I ricercatori hanno anche tracciato stelle iperveloci, stelle in rapido movimento catapultate fuori dalla regione centrale della Via Lattea dopo un incontro ravvicinato con il buco nero supermassiccio che vi si nasconde.

La nuova mappa contiene dati raccolti come parte della survey VVV (VISTA Variables in the Vía Láctea) [3] e del progetto compagno, la survey VVVX (VVV eXtended). “Il progetto è stato uno sforzo monumentale, reso possibile dal grande gruppo di lavoro con cui collaboriamo“, dice Roberto Saito, astronomo presso l’Universidade Federal de Santa Catarina in Brasile e autore principale dell’articolo pubblicato oggi su Astronomy & Astrophysics sul completamento del progetto.

Le survey VVV e VVVX hanno già prodotto oltre 300 articoli scientifici. Anche dopo la loro conclusione, l’esplorazione scientifica dei dati raccolti continuerà per decenni a venire. Nel frattempo, l’Osservatorio Paranal dell’ESO si sta preparando per il futuro: VISTA sarà aggiornato con il nuovo strumento 4MOST e il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO riceverà lo strumento MOONS. Insieme, forniranno spettri di milioni tra gli oggetti qui esaminati: ci aspettiamo innumerevoli scoperte.

Note

[1] L’insieme di dati è troppo grande per essere mostrato coma un singola immagine, ma i dati ridotti e il catalogo degli oggetti sono accessibili tramite il Portale Scientifico dell’ESO.

[2] Un modo per misurare la distanza di una stella consiste nel confrontare la sua luminosità, come appare quando osservata dalla Terra, con la sua luminosità intrinseca; purtroppo quest’ultima spesso non è nota. In alcuni tipi di stelle la luminosità cambia periodicamente, con forti connessioni tra la rapidità con cui questa cambia e la luminosità intrinseca. Misurare queste fluttuazioni permette agli astronomi di stimare la luminosità di queste stelle e di conseguenza la loro distanza.

[3] Vía Láctea è il nome latino della nostra galassia (Milky Way in inglese).

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