Sale ancora il bilancio delle vittime delle alluvioni scatenate dalla tempesta Boris nell’Europa centrale ed orientale. Con due nuove vittime segnalate in Polonia e un’altra in Austria, il bilancio totale sale a 21 morti da quando venti forti e precipitazioni record hanno colpito vasti territori dell’Austria, della Repubblica Ceca, dell’Ungheria, della Polonia, della Romania e della Slovacchia.
Una donna di 81 anni è la quinta vittima delle inondazioni in Austria, ha dichiarato un portavoce della Polizia. I Vigili del Fuoco hanno trovato il corpo della donna nella sua casa allagata nella Bassa Austria, la provincia più colpita del Paese. Oltre alle 5 vittime in Austria, la tempesta Boris ha causato la morte di 7 persone in Romania, 6 in Polonia e 3 nella Repubblica Ceca, secondo le ultime stime.
Sebbene il tempo sembri essere migliorato in diverse località, il terreno è rimasto saturo e i fiumi sono straripati: la situazione, perciò, resta critica e le autorità chiedono alla popolazione di rimanere prudente.
In Austria, 26 comunità sono rimaste isolate e, con il miglioramento delle condizioni meteorologiche, “stiamo scoprendo l’entità del disastro“, ha dichiarato il Governatore della Bassa Austria Johanna Mikl-Leitner. Oggi la tempesta ha obbligato a chiudere al traffico il fiume Danubio, a causa dell’elevato livello dell’acqua. Sebbene il livello del fiume abbia iniziato a diminuire, l’arrivo di più acqua potrebbe far aumentare di nuovo il livello del Danubio, che si estende per più di 8.000 chilometri tra la Germania e la sua foce nel Mar Nero, tra l’Ucraina e la Romania. “Attualmente non è possibile stabilire una data prevedibile per lo spostamento delle navi a largo del Danubio”, ha spiegato il Ministero dei Trasporti austriaco. La navigazione è stata sospesa per intero a causa del rischio che rappresentano le manovre di attracco e sbarco.
Polonia e Repubblica Ceca
Le zone di confine tra Repubblica Ceca e Polonia sono tra le più colpite: 15.000 persone sono state evacuate nella Repubblica Ceca e 3.000 in Polonia. Nella Repubblica Ceca, più di 60.000 case sono rimaste senza elettricità, soprattutto nel nord-est del Paese, e ieri sera sono state evacuate 500 persone. Il più grande bacino di ritenzione ceco, lo stagno di Rozmberk, nel sud del Paese, ha tracimato i suoi argini.
Il governo polacco prevede che il picco delle inondazioni colpirà domani la capitale della Bassa Slesia, Wroclaw.
Allerta in Italia, Ungheria e Slovacchia
Ora il maltempo con forti venti e piogge intense si sta spostando verso Ungheria, Slovacchia e Italia che si stanno preparando alle condizioni meteorologiche avverse nei prossimi giorni. Il fiume Danubio si sta gonfiando anche in Slovacchia e Ungheria con possibili inondazioni nei prossimi giorni.
Allarme anche in Croazia dove gli esperti si aspettano di vedere i livelli delle acque di tre dei suoi fiumi principali aumentare a causa delle forti piogge che hanno colpito l’Europa centrale negli ultimi giorni. Il servizio meteorologico e idrologico croato ha avvertito che il Danubio potrebbe subire un aumento delle acque “estremamente raro”, fino a otto metri, e sono in atto piani per erigere barriere anti-inondazione. Anche i fiumi Mura e Drava sono attentamente monitorati.