Uno studio pubblicato su Nature Communications Earth & Environment esplora come i primi segnali sismici emessi da un terremoto, noti come onde P, possano essere utilizzati per prevedere l’evoluzione del sisma e allertare tempestivamente la popolazione. Le onde P sono le prime onde sismiche a essere rilevate dai sismografi, viaggiano rapidamente ma provocano danni minimi rispetto alle successive onde S e di superficie, che sono più lente ma più distruttive.
I ricercatori hanno dimostrato che le caratteristiche delle onde P, registrate nei primissimi secondi di un terremoto, possono contenere informazioni cruciali sulla crescita della frattura della faglia, la sua possibile magnitudo e la propagazione dell’evento sismico. Questo potrebbe consentire ai sistemi di allerta precoce di elaborare e inviare avvisi prima che le onde più distruttive raggiungano la superficie, potenzialmente guadagnando preziosi secondi o minuti per evacuazioni o preparazioni.
Lo studio si concentra sulla capacità di analizzare questi segnali iniziali per tracciare l’evoluzione temporale della frattura del suolo, migliorando così la precisione e l’affidabilità dei sistemi di allerta sismica.
In Italia, sono in fase di sviluppo progetti simili per migliorare la sicurezza delle aree sismiche e mitigare i danni potenziali. Questi sistemi potrebbero fornire allerte tempestive e affidabili, aumentando la sicurezza degli abitanti delle zone a rischio.
Ecco come funzionerebbe bel dettaglio:
Rilevamento delle onde P
Quando un terremoto inizia, i sismometri installati in varie località rilevano le onde P. Questi strumenti sono estremamente sensibili e possono captare anche le più piccole vibrazioni.
Analisi dei dati
I dati raccolti dai sismometri vengono immediatamente inviati a un centro di elaborazione. Qui, un algoritmo analizza i dati per determinare la magnitudo e l’epicentro del terremoto.
Emissione dell’allerta
Se il sistema determina che il terremoto è abbastanza forte da causare danni, emette un’allerta. Questa allerta può essere trasmessa attraverso vari canali, come messaggi di testo, app per smartphone, sirene e trasmissioni radio e TV.
Tempo di preavviso
Il tempo di preavviso varia a seconda della distanza dall’epicentro. In genere, può variare da pochi secondi a un minuto. Anche se sembra poco, questo tempo può essere sufficiente per prendere misure di sicurezza come fermare treni, interrompere operazioni industriali pericolose e permettere alle persone di mettersi al riparo.
Questi sistemi sono ancora in fase di sviluppo e miglioramento in Italia, ma rappresentano un passo importante verso la riduzione dei danni causati dai terremoti.