Alla riunione del Coreper, via libera dagli Stati membri Ue all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna, per garantire flessibilità in più per permettere di affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità negli Stati che ne hanno necessità. Bruxelles passa, quindi, da una “protezione rigorosa” a una “protezione semplice”, che renderebbe più facile eliminare i lupi quando sono ritenuti troppo numerosi in certe regioni.
Questa proposta deve ancora essere approvata dalla Convenzione di Berna sulla conservazione della fauna europea, prima di poter apportare qualsiasi modifica alla legislazione europea. Dal momento che la Convenzione di Berna è attuata mediante direttiva, resta salva la possibilità per gli Stati membri di mantenere una disciplina più forte per la riduzione dello status di protezione del lupo, come previsto dalla Convenzione di Berna.
Il punto dovrebbe essere sul tavolo del Consiglio Competitività dell’Ue di domani per l’approvazione. A quanto si apprende a Bruxelles, tra i Ventisette ambasciatori si sono registrati due voti contrari e tre astensioni.
Ppe: “bene riduzione della protezione per il lupo; era attesa da tempo”
“Sono molto contento di questa decisione. Le persone sono preoccupate per l’aumento dei lupi in Europa. Da tempo non è più una specie in via di estinzione, ma minaccia in particolare il bestiame al pascolo. Il pascolo del bestiame è una forma di agricoltura quasi naturale, e il lupo la sta sempre più respingendo. È quindi positivo che finalmente si vedano le misure necessarie“. Lo afferma l’eurodeputato del Ppe, Peter Liese, portavoce per la politica ambientale, in merito alla decisione degli Stati membri dell’Ue di declassare lo status di protezione del lupo. “Il Parlamento europeo lo aveva già chiesto nel 2022. Alla fine dell’anno scorso, la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha presentato una proposta corrispondente. Tuttavia, gli Stati membri hanno impiegato molto tempo per trovare finalmente un accordo“, ha aggiunto.
L’opposizione delle associazioni animaliste
“Il lupo è un predatore chiave, fondamentale per mantenere l’equilibrio delle popolazioni di ungulati e contribuire alla biodiversità. Le ricerche scientifiche dimostrano chiaramente che la sua presenza ha effetti positivi sull’ambiente. Ridurre la sua protezione non solo comprometterebbe il suo futuro, ma potrebbe anche scatenare un effetto domino che andrebbe a danneggiare altre specie e l’ecosistema in generale”. Lo riporta una nota di LNDC Animal Protection. “È allarmante notare che le massime istituzioni europee continuino a ignorare le evidenze scientifiche, così come i sondaggi che mostrano che la maggioranza dei cittadini è favorevole alla protezione dei lupi, riconoscendo il loro valore ecologico e culturale. Questa disconnessione tra le decisioni politiche e le aspettative della società è inaccettabile”.
“Sosteniamo con fermezza che le scelte politiche devono essere basate su dati scientifici e non sugli interessi economici a breve termine di alcuni settori, che rappresentano una minoranza della cittadinanza. Le misure di protezione dovrebbero essere potenziate, non ridotte, e devono essere attuate politiche di gestione che bilancino le esigenze degli agricoltori con la necessità di preservare la fauna selvatica”, afferma Piera Rosati – Presidente di LNDC Animal Protection.
“In questo momento critico per la biodiversità e il clima, è fondamentale agire in modo responsabile e lungimirante. La protezione del lupo è un test per il nostro impegno verso un futuro sostenibile. LNDC Animal Protection si impegna a lavorare al fianco di altre organizzazioni e cittadini per garantire che le voci della scienza e della società siano ascoltate, e affinché il lupo continui a essere un simbolo di forza e resilienza nel nostro ecosistema”, conclude la nota.
“Invito i responsabili politici a riconsiderare la loro posizione, scegliendo di continuare a dare la massima protezione al lupo, un patrimonio naturale che appartiene a tutti noi. Allo stesso tempo, auspico che gli altri Stati firmatari della Convezione di Berna si oppongano a questa modifica che prevede la riduzione dello stato di protezione del lupo. Non è solo una questione di etica, ma una necessità per il nostro ambiente e per le generazioni future”, conclude Piera Rosati.
“Non si prospettano tempi brillanti per il lupo in Europa. Gli stanti membri dell’Unione Europea hanno infatti dato il via libera alla riduzione delle tutele del lupo, la protezione infatti passa da rigorosa a semplice e questo purtroppo permetterà agli stati che riterranno di doverlo fare di sparare ai lupi per ridurre la loro presenza attraverso abbattimenti di selezione. Certo non è che accadrà domani ma pare oramai che questa sia la via imboccata, quella di risolvere il rapporto uomo-lupo a fucilate anche qui in Italia dove la maggioranza di destra (piena di cacciatori) è da sempre orientata verso il contenimento delle specie selvatiche attraverso politiche di caccia di selezione”. Lo si legge in una nota dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA).
“Questa decisione impegna la Commissione Europea a lavorare dentro la commissione della Convenzione di Berna sui lupi per chiedere l’abbassamento della tutela”, continua la nota. “La palla passerà infine alle singole nazioni che dovranno mettere in campo l’attuazione della decisione con la possibilità di introdurre elementi di salvaguardia del Lupo fino eventualmente a mantenere il grado di protezione attuale. E l’Italia?”.
“Noi siamo uno dei Paesi a maggiore rischio di abbassamento totale del livello di tutela e questo – scrivono gli animalisti di AIDAA – se pure non si trasforma come vorrebbero certe frange estremiste in un fuoco libero per tutti contro i lupi, potrebbe introdurre ad esempio l’eliminazione del reato penale per l’abbattimento dei lupi. E l’introduzione di periodi di caccia di selezione in alcune zone d’Italia. Certo – continuano gli animalisti – la situazione è grave ed inutile nascondercelo ma si deve lavorare seriamente a livello nazionale per introdurre applicazioni minime della riduzione di status di protezione. E non è escluso che ci si riesca, comunque al momento la situazione generale rimane immutata e ad oggi sparare a un lupo è un reato penale. Se ne ricordino taluni movimenti di pseudo bracconieri e soci”.