Uragano Helene, negli USA è una catastrofe: almeno 30 morti, ma ci sono migliaia di dispersi: “città irriconoscibili”

Uragano Helene, sale a 30 il bilancio accertato dei morti negli USA ma è ancora purtroppo molto provvisorio. Le immagini e gli ultimi aggiornamenti
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MeteoWeb

E’ di almeno 30 morti il bilancio provvisorio del passaggio dell’uragano Helene nella zona sud degli Stati Uniti. Più di quattro milioni di persone sono rimaste senza energia elettrica tra Florida, Georgia e North Carolina, devastate dalle inondazioni seguire a piogge fortissime. L’uragano ha raggiunto la quarta categoria sulla scala Saffir Simpson, il più alto a colpire quest’area, con venti che hanno superato i 225km/h.

Il governatore della Georgia Brian Kemp ha detto ai media americani che almeno 11 persone nel suo Stato sono state uccise e decine sono ancora intrappolate nelle case danneggiate da Helene. Gli altri morti sono in Florida e in North Carolina. Tra le vittime anche una bambina di 4 anni in North Carolina, uccisa quando l’auto su cui si trovava è sbandata a causa della pioggia andando a sbattere contro un altro veicolo.

Sei stati – Florida, Tennessee, Georgia, North e South Carolina e Virginia – hanno dichiarato lo stato di emergenza e ad Atlanta, per la prima volta, è stata emessa un’allerta per la possibilità di inondazioni nel centro della città: almeno 25 persone sono state tratte in salvo, molte delle quali dopo esser salite sui tetti di casa. I venti continuano a creare preoccupazione ma il pericolo maggiore posto da Helene è causato dai muri d’acqua delle piogge torrenziali che hanno fatto uscire fiumi e torrenti dagli argini allagando strade e abitati.

Coprifuoco notturni sono stati imposti in molte città e contee della Georgia meridionale. Nella contea di Thomas, l’ufficio dello sceriffo ha dichiarato che il coprifuoco è stato esteso fino a mezzogiorno locale di venerdì. “Questo coprifuoco aiuta a proteggere i primi soccorritori e i cittadini della nostra comunità, poiché le condizioni sono ancora molto pericolose. Vi preghiamo di mettervi al riparo sul posto“, ha pubblicato online l’ufficio. A un certo punto, i meteorologi temevano che le condizioni da uragano potessero estendersi fino a 160km a nord del confine tra Georgia e Florida. “Questa è una delle tempeste più grandi che abbiamo mai avuto“, ha affermato il Governatore della Georgia, Brian Kemp. Per Atlanta, Helene potrebbe rappresentare il peggior impatto su una grande città dell’entroterra meridionale in 35 anni, ha affermato Marshall Shepherd, Professore di meteorologia presso l’Università della Georgia.

Il National Hurricane Center aveva avvertito all’alba di stamani che, nonostante Helene abbia perso potenza, le conseguenze possono essere “catastrofiche” con alluvioni “da record” anche in zone urbane. Si temono smottamenti, soprattutto nella zona montuose degli Appalachi meridionali: ad Asheville, in North Carolina, quattro case sono rimaste sepolte sotto una frana e “non si ha notizia dei loro abitanti“, ha detto un portavoce della contea di Buncombe.

Helene ha toccato terra alle 23:10 di ieri ora locale nell’area scarsamente popolata alla foce del fiume Aucilla: “Come conoscevamo Cedar Key non esiste più. Sembra che sia scoppiata una bomba nucleare“, ha detto Michael Bobbitt, un romanziere che vive nell’isolotto barriera antistante alla costa e che, con un’altra settantina di residenti, aveva snobbato i ripetuti appelli all’evacuazione che contenevano ammonimenti agghiaccianti: “Chi non se ne va scriva il suo nome sulle gambe o sulle braccia” per facilitare l’identificazione dei cadaveri.

Un cacciatore di uragani, Aaron Rigsby, ha intanto filmato alcune terrificanti prove della forza della natura riprendendo col drone le molte case crollate nella comunità di Steinhatchee, una sessantina di chilometri dal punto dell’impatto. Helene ha risparmiato la capitale della Florida, Tallahassee, ma tra le aree più colpite dalle inondazioni c’è stata quella di Tampa Bay, dove stamattina l’aeroporto è tornato ad essere operativo.

In Tennessee la situazione si sta facendo sempre più drammatica a causa dell’uragano Helene. Le autorità di Newport, città al confine con il North Carolina, hanno ordinato l’evacuazione generale perché la diga Waterville ha registrato un “catastrofico fallimento” e non è più in grado di reggere la piena determinata dalle forti piogge che da ore stanno flagellando l’area. A Erwin, sempre in Tennessee, è in corso un’operazione di evacuazione di decine di pazienti da un ospedale sommerso dall’acqua a causa dell’Uragano Helene. L’evacuazione sta avvenendo con l’impiego di elicotteri.

Biden approva le dichiarazioni d’emergenza

Questa mattina, il Presidente Joe Biden ha ricevuto un briefing dall’amministratrice della Fema Deanne Criswell sull’impatto iniziale dell’uragano Helene. Su indicazione del Presidente, riferisce la Casa Bianca, Criswell si recherà in Florida per esaminare i danni e incontrare funzionari statali e locali. Biden ha approvato le richieste di dichiarazione di emergenza dei governatori di Alabama, Florida, Georgia, South e North Carolina.

Su indicazione del Presidente, oltre 1.500 membri del personale federale e della FEMA sono stati dispiegati nella regione, tra cui 11 team di ricerca e soccorso urbano, team medici e team di ripristino dell’energia elettrica. Le risorse federali hanno supportato circa 400 salvataggi. L’Amministrazione è pronta a fornire ulteriore supporto se necessario e rimane in stretto contatto a livello statale e locale. Questa tempesta avrà comunque effetti pericolosi mentre si sposta verso nord e Biden continua a sollecitare i residenti a rimanere vigili e a seguire le istruzioni dei funzionari locali.

L’uragano Helene in Messico e Cuba

Un giorno prima di colpire gli Stati Uniti, Helene ha sommerso parti della Penisola dello Yucatan, in Messico, allagando strade e abbattendo alberi mentre sfiorava la città turistica di Cancun. Nella parte occidentale di Cuba, Helene ha interrotto l’elettricità a più di 200.000 case e aziende mentre sfiorava l’isola.

Helene è l’ottava tempesta con nome della stagione degli uragani atlantici, iniziata l’1 giugno. La National Oceanic and Atmospheric Administration ha previsto una stagione degli uragani atlantici superiore alla media quest’anno a causa delle temperature oceaniche da record.

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