Negli ultimi decenni, i cambiamenti climatici hanno lasciato un’impronta significativa sul territorio italiano, causando danni per un valore stimato di 111 miliardi di euro tra il 1980 e il 2022. Questi dati emergono dal Focus Censis-Confcooperative, che ha analizzato l’impatto economico degli eventi meteorologici estremi sul Paese. Si tratta di cifre preoccupanti che evidenziano come fenomeni come alluvioni, ondate di caldo, precipitazioni intense e altri disastri naturali abbiano contribuito in maniera rilevante al deterioramento del territorio e all’aumento dei costi economici e sociali. Secondo il rapporto, circa 57,1 miliardi di euro di questi danni sono attribuibili alle alluvioni, che rappresentano la causa principale di perdita economica.
Le alluvioni hanno colpito numerose aree del paese, danneggiando infrastrutture, abitazioni e attività agricole. Inoltre, 30,6 miliardi di euro sono stati causati dalle ondate di caldo, che negli ultimi decenni sono diventate sempre più frequenti e intense, incidendo gravemente sull’agricoltura, sulla salute pubblica e sui sistemi di approvvigionamento idrico.
Questi numeri mostrano con chiarezza quanto il cambiamento climatico stia influenzando l’Italia, rendendo urgente l’adozione di strategie di adattamento e mitigazione. Tuttavia, è importante sottolineare che i danni riportati non sono attribuibili a presunte manipolazioni climatiche intenzionali, come suggerito da alcune teorie del complotto. La comunità scientifica internazionale concorda sul fatto che il cambiamento climatico è causato principalmente dalle emissioni di gas serra dovute all’attività umana, e non da forme di intervento diretto sul clima.