Il 2024 si sta rivelando un anno senza precedenti per l’Italia settentrionale, caratterizzato da precipitazioni eccezionali che hanno colpito con particolare durezza diverse regioni. Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige hanno registrato accumuli di pioggia storici, soprattutto nelle zone alpine e prealpine, ma è l’Emilia-Romagna che ha pagato il prezzo più alto con una serie di devastanti alluvioni.
In Lombardia, Milano ha visto cadere 970 mm di pioggia da inizio anno, valore che corrisponde alla media annuale. La primavera è stata eccezionalmente piovosa, con un’anomalia del +165% rispetto ai valori medi: solo nei mesi primaverili, il capoluogo lombardo ha ricevuto 612 mm di precipitazioni, segnando un record. In Piemonte, le Alpi Pennine e Lepontine hanno accumulato tra i 1200 e i 1300 mm di pioggia già entro giugno, mentre in Liguria l’Appennino settentrionale ha registrato picchi simili. Anche le Prealpi Venete hanno registrato valori elevatissimi, con precipitazioni di 1300-1500 mm nella prima metà dell’anno. In Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, le città di Aosta e Trento hanno ricevuto oltre 600 mm nel semestre, segnalando una situazione di emergenza che ha coinvolto anche altre città chiave come Milano, Genova e Trento, superando in tutte gli 800 mm di accumuli.
Particolare attenzione merita l’Emilia-Romagna, colpita da tre eventi meteorologici straordinari. Tra il 17 e il 19 settembre, il ciclone mediterraneo Boris ha scatenato intense piogge nel settore centro-orientale, specialmente nelle province di Bologna, Ravenna e Forlì. A San Cassiano sul Lamone, il picco di precipitazioni ha raggiunto i 360 mm, di cui 285 mm concentrati in sole 24 ore, innescando esondazioni nei principali bacini idrografici. Le acque hanno superato di gran lunga le soglie di sicurezza, costringendo le autorità a fronteggiare inondazioni e allagamenti su vasta scala.
A ottobre, un nuovo episodio di maltempo ha investito Bologna e i comuni limitrofi: tra il 19 e il 20 del mese sono caduti fino a 175 mm di pioggia in poche ore, portando allo straripamento di corsi d’acqua e all’evacuazione di oltre 3500 persone. Le infrastrutture della zona hanno subito danni significativi, e i sistemi di emergenza sono stati messi sotto pressione, evidenziando le difficoltà nel fronteggiare eventi così ravvicinati.
Nel complesso, settembre 2024 è stato il mese più piovoso in Italia dal 1959, con un aumento delle precipitazioni del 77% rispetto alla media del periodo 1991-2020, e addirittura del 104% nel Nord-Est, dove rientra anche l’Emilia-Romagna. Questi eventi estremi seguono quelli di maggio 2023, durante i quali erano già stati registrati accumuli record di 400-450 mm. Gli eventi di quest’anno non solo hanno superato quei valori, ma hanno anche esposto ulteriormente la vulnerabilità del territorio agli effetti del cambiamento climatico.
La frequenza e l’intensità dei fenomeni meteorologici estremi stanno accelerando, richiedendo interventi preventivi e infrastrutturali più efficaci per proteggere le comunità locali e limitare i danni causati dalle alluvioni. In questo scenario di riscaldamento globale, gli eventi alluvionali del 2024 rappresentano un forte segnale di allarme per il futuro dell’Emilia-Romagna e di tutto il Nord Italia.