Alberi da frutto a rischio per il fumo degli incendi: uno studio rivela gli effetti

"Ci aspettavamo di vedere un certo impatto, soprattutto nei mesi in cui il fumo era molto denso, ma non ci aspettavamo che il fumo avesse un effetto così persistente e che si traducesse in un calo significativo della resa"
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Un recente studio condotto dall’Università della California, pubblicato su Nature Plants, ha evidenziato che il fumo derivante dagli incendi rappresenta una seria minaccia per gli alberi da frutto a guscio. L’esposizione al fumo può ridurre significativamente le riserve energetiche degli alberi, portando a un calo della produttività che può arrivare fino al 50%. Questo fenomeno colpisce sia l’ambiente agricolo sia quello naturale, e i danni possono manifestarsi anche mesi dopo l’evento incendiario, compromettendo sia la fioritura sia il raccolto della stagione successiva.

Jessica Orozco, ricercatrice dell’università, ha sottolineato l’importanza della scoperta: “Molte ricerche si concentrano sull’impatto del fumo sull’uomo, ma ci sono meno studi sugli effetti del fumo sulla salute delle piante. Il nostro studio suggerisce che gli alberi sono vulnerabili quanto gli esseri umani”.

La ricerca si è focalizzata su alberi di mandorle, pistacchi e noci, analizzando 467 frutteti situati nella Central Valley, California, tra il 2018 e il 2022. Nel 2020, una serie di devastanti incendi ha distrutto oltre 4,2 milioni di acri, diffondendo fumo e cenere su vasta scala. I ricercatori, che stavano studiando la capacità degli alberi di immagazzinare energia sotto forma di carboidrati per resistere a siccità e calore, hanno deciso di approfondire come il fumo influisse su questo processo.

La fotosintesi produce carboidrati, che sono elementi critici per la sopravvivenza degli alberi. Gli alberi hanno bisogno di carboidrati non solo per crescere, ma anche per immagazzinare energia per quando sono sotto stress o quando la fotosintesi non avviene”, ha spiegato Orozco.

Il fumo ha dimostrato di interferire con la fotosintesi, riducendo la capacità delle piante di generare energia. Sebbene le particelle di fumo possano in parte bloccare i raggi solari, esse contribuiscono a diffondere la luce, il che potrebbe teoricamente favorire la produzione di carboidrati. Tuttavia, nel caso degli incendi del 2020, il fumo era talmente denso da non permettere alle piante di compensare la mancanza di luce diretta.

Gli effetti del fumo non si limitano all’immediato post-incendio. I ricercatori hanno infatti osservato una diminuzione della produzione di frutta dal 15% al 50% in alcuni frutteti, con gli effetti più gravi nei periodi in cui gli alberi immagazzinano energia per affrontare l’inverno e promuovere la crescita primaverile. “Ci aspettavamo di vedere un certo impatto, soprattutto nei mesi in cui il fumo era molto denso, ma non ci aspettavamo che il fumo avesse un effetto così persistente e che si traducesse in un calo significativo della resa”, ha affermato Orozco.

Un’altra importante questione sollevata dallo studio riguarda le cause specifiche di questa diminuzione della produzione di carboidrati. “Non sappiamo ancora quali componenti del fumo abbiano causato questo calo”, ha concluso Orozco, ma il team sospetta che sia il risultato di una combinazione di fattori, tra cui la ridotta quantità di luce e i maggiori livelli di ozono e particolato, osservati durante gli incendi del 2020.

Questo studio apre nuovi scenari sugli impatti a lungo termine degli incendi, dimostrando che il fumo rappresenta una minaccia non solo per la salute umana ma anche per l’agricoltura e la produttività degli alberi da frutto.

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